Musica
l’alchimista della musica
“Ma a chi volete che interessino queste storie? E poi io son pigro…non mi ci metto a scrivere”.
Fortuna vuole che due colleghi giornalisti, inizialmente senza sapere di cimentarsi contemporaneamente nella medesima battaglia, siano riusciti a mettere all’angolo il protagonista della nostra storia, avviando un progetto di ricerca e ricordo che è infine diventato un libro.
STORIE DI STRAORDINARIA FONIA, la vita professionale ed i ricordi di Rodolfo “Foffo” Bianchi, musicista, produttore e ingegnere del suono. Un alchimista del suono.
“Alla fine – ricorda Foffo – cedetti per sfinimento. Quando quei due scoprirono, ad un matrimonio di amici comuni, di essere entrambi interessati ai miei ricordi per me fu la fine. Impossibile fuggire, mi avevano circondato”.
Quei due sono Duccio Pasqua (autore e conduttore di Rai Radio Uno) e la giornalista ed autrice televisiva Francesca Gaudenzi.
Complici anche Elio e le Storie Tese che non hanno mancato di stuzzicare Foffo affinché si gettasse nell’impresa letteraria: “è una vita che ci racconti i tuoi aneddoti…”.
Una scelta felice quella dei due coautori (Duccio risalente da Roma e Francesca calante da Milano per torturare Foffo nella sua casa in Toscana) che ha pienamente rispettato l’unico vero diktat che Foffo ha imposto per potere dare il via al lavoro.
“Ho letto diversi libri scritti da protagonisti della storia musicale del passato e li ho sempre trovati mortalmente noiosi. Se questa cosa la facciamo deve essere fatta bene. Altrimenti non si fa nulla!”
Francesca e Duccio sono stati all’altezza delle aspettative ed il libro che è frutto del loro lavoro è veramente un prodotto di qualità.
E’ un libro un tantino bischero però. Perché inizi a leggerlo e, senza che te ne renda conto, ti fa perdere il senso del tempo. E così ti ritrovi ad averne letta una buona metà senza soluzione di continuità. Andrebbero invece stabilite chiare regole d’ingaggio prima di iniziare a sfogliarne le pagine; si legge un capitolo, si chiude il libro, si vanno a cercare in rete le musiche e le opere degli autori che vengono citati (se si è fortunati si ascoltano le tracce sui vinili). E si apprezzano simultaneamente le memorie scritte di Foffo ed i suoni che ci racconta.
Cercare di tracciare un profilo completo e compiuto di Foffo, della sua vita professionale e del suo essere in poche parole è veramente impossibile. Il testo ci racconta di un giovanotto pieno di vita che parte da una cittadina toscana con un sassofono negli anni sessanta e piano piano si rende protagonista della storia della musica italiana. Dal palcoscenico entra in una delle major della produzione musicale nazionale ed internazionale, la RCA a Roma sulla via Tiburtina, come “assistente musicale”.
In breve tempo sale la scala che porta ad avere sempre maggiori responsabilità all’interno dell’azienda sino a diventare produttore di artisti che oggi citiamo spesso come icone della nostra storia musicale.
Ma cosa significa realmente essere un produttore musicale? Quale era il ruolo ed il talento del produttore negli anni passati? Come si lavora sul suono per fare risaltare nel prodotto finito l’intenzione e l’intuizione dell’artista? Come si aiuta un talento grezzo a diventare un protagonista affermato? E cosa erano ”i provini del giovedì” ed “il Cenacolo”?
Il lavoro di Duccio Pasqua e Francesca Gaudenzi ci accompagna anche nella seconda fase della storia professionale di Foffo che lo ha visto cimentarsi, come ingegnere del suono, in tournée straordinarie. Tournée che ancora oggi vengono celebrate con una certa enfasi e con una buona dose di nostalgia.
La vita di Foffo, raccontata in STORIE DI STRAORDINARIA FONIA ci aiuta a dare una risposta a queste domande ed alle nostre curiosità.
Un lavoro impreziosito anche da numerose pagine scritte da alcuni dei compagni di viaggio di Foffo Bianchi, pagine che fanno da contrappunto ai ricordi del produttore toscano.
Sarebbe gratificante per chi scrive citare random qualche passaggio del libro. Si corre però il rischio di “bruciare” quella sensazione piacevole che si prova nello scorrere i ricordi di Foffo leggendoli nel punto del testo che maggiormente li valorizza. Mi asterrò dal farlo, concedendomi una sola licenza. Foffo perdonami per il furtarello, però in due parole hai sintetizzato quello che penso da sempre, come faccio a sorvolare come se nulla fosse?
“Sono fermamente convinto che Lucio Dalla sia il numero uno, più di Battisti, più di De Andrè, più di Fossati, Graziani, De Gregori e Battiato. Una volta scoperto di sapere scrivere anche i testi, capì di non avere più limiti. E si spinse così in alto da diventare irraggiungibile”.
Irraggiungibile.
Sperando di dimenticarne il minor numero possibile è giusto citare alcuni dei personaggi che sino ad ora abbiamo definito come “icone della nostra musica” e che sono protagonisti dei ricordi di Foffo.
Riccardo Del Turco, Patty Pravo, Rino Gaetano, Maria Carta, Anna Oxa, Claudio Baglioni, Ivan Graziani, Piero Ciampi, Banco del Mutuo Soccorso, Lucio Dalla, Gianni Morandi, Pino Daniele, Enrico Ruggeri, Ron, Vangelis, Adriano Celentano, Riccardo Fogli, Nicola Arigliano, Mimmo Locasciulli, Marco Masini, Umberto Tozzi, Gianna Nannini, Ligabue, Raf, Mango, Luca Carboni, Elio e le Storie Tese.
E poi Renato Zero che scrive di suo pugno la prefazione del libro, un libro che dedica a Renato una parte importante dell’intero testo. Nessuno spoiler, leggetela, vi toccherà. Una prefazione quella di Renato Zero caratterizzata da un incipit significativo: rammaricatevi di non esserci stati.
«Se il palcoscenico fosse una classe delle medie, noi saremmo gli scolari indisciplinati e Foffo il nostro integerrimo professore esasperato. Abbiamo perso il conto delle volte in cui è sbottato: Allora, si fa questo soundcheck oppure no? Me ne devo andare?». Elio e le Storie Tese
Storie di straordinaria fonia (sottotitolo Dagli studi Rca alle grandi produzioni live, editore Bertoni, 420 pp., 18 euro), cinquant’anni di musica ascoltata, suonata, interpretata, pensata, vissuta dietro alla consolle.
Post scriptum: c’è un’ulteriore qualità di Foffo che va evidenziata. Caro Foffo pensavi che potessi davvero dimenticare una cosa del genere?
Siamo Fratelli nel Diavolo! Ebbene si, Foffo è un grande tifoso del magico Milan, che vide giocare per la prima volta tanti anni fa a Firenze, ospite della Viola.
Grande estimatore dell’uruguagio Juan Alberto Schiaffino, ha sempre seguito con grande passione le vicende del Diavolo, senza perdersi un solo incontro dei rossoneri. Un giorno durante un breve trasferimento in pullman, seduti fianco a fianco, iniziai a parlargli del team femminile rossonero, temendo in cuor mio che forse sulle vicissitudini di quella formazione fosse un tantino meno preparato. E presi un granchio. “Caro Claudio, io sulla cessione della Giacinti avrei molto da dire…”. Non solo si rivelò aggiornatissimo sul Milan femminile ma rischiai anche di rimanere impallinato io dalla domanda bruciante che mi sparò a seguire. “Oggi giocava la Primavera in casa, sai cosa ha fatto? Non sono riuscito a leggere i risultati.”
Caro Foffo, nonno orgoglioso di nipotini che pur risiedendo a Parigi indossano felici la blusa rossonera e non la maglietta del PSG… abbiamo vinto, ovviamente!”
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