Musica

La solitude à deux: La solitudine a due di Gemolo e Germone

2 Aprile 2021

Georg Philipp Telemann fu ai suoi tempi più famoso del suo grande amico Johann Sebastian Bach. Tenne a battesimo il figlio Carl Philipp Emanuel, al quale appunto diede il nome Philipp. Alla morte di Bach scrisse un bellissimo sonetto. Ecco la traduzione italiana:

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Parli pure la terra Latina sempre assai dei Virtuosi,

Che con l’arte strumentale là si rende famosa:

Sul suolo Tedesco ci si può altrettanto domandare

Dove dell’applauso non meno validamente ci si compiace.

Impallidito Bach! A te solo ha il tuo battito d’organo

La nobile parola di merito della Grandezza da molto tempo guadagnato;

E ciò che per Arte la tua chiglia dalla pagina di musica estrasse,

Sarà dagli stessi Maestri non senza invidia riguardato.

Dormi dunque! salvo il tuo Nome rimane dal naufragio,

Gli allievi il tuo ammaestramento e i loro allievi ti prepara

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Una schiera, attraverso la loro sapienza, per una bella corona d’onore;

Anche dei tuoi figli al riguardo la mano insedia il loro ornamento;

E pertanto ciò che in Eccellenza ti può rendere prezioso,

Ce lo mostra a Berlino in un insigne figlio.

Come Bach, anche Telemann affronta la scrittura per strumento solo di tessitura acuta, flauto o vilano. Ma vi aggiunge anche la sfida di accomunarli, e scrive per violino e flauto. Sono pagine la cui bellezza stringe il cuore e affascina la mente. Nel tempi lento il canto s’innalza e vertigini melodiche irripetibili. Nei tempi mossi, spesso di danza, il ritmo rimbalza da uno strumento all’altro come in un gioco di specchi. O se lo strumento è solo travolge in una febbre motoria che sembra non arrestarsi. Non c’è pagina, non c’è anzi movimento di Fantasia o di Sonata che non sia un capolavoro.Matteo Gemolo al flauto e Patrizio Germone al violino sembrano essersi cucita addosso questa musica. Attraverso l’intelligenza della scrittura, naturalmente, come primo gesto. Ma poi all’atto di attuare la lettura in interpretazione musicale realizzando con grande libertà l’esplicitarsi della forma. Ciò significa una grande libertà del fraseggiare, un calcolato dosaggio dei respiri, e una viva pulsazione dei ritmi danzanti o no che siano. Si ascolti il respiro delle pause. O la mobilità sonora dei ritmi, tutt’altro che una scansione metronomica. Il suono, infatti, segue, intensificandosi e attenuandosi, la varietà ritmica della frase, nei tempi mossi, e accarezza nei tempi lenti la flessuosità della melodia. Interpretazione esemplare di tutti e due i musicisti. Sono qui riunite due fantasie per flauto solo e due per violino solo, e tre sonate per flauto e violino. Godetevi questo ascolto più e più volte!

 

Georg Philipp Telemann

La solitude à deux

Duos and Fantasias without Bass

Matteo Gemolo, travreso

Patrizio Germone, violin

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