Musica
La ragazzina canadese e il grande Frank Sinatra
Il 3 marzo del 1968, grazie ad alcune telefonate di David Crosby, che le faceva una corte soffocante e voleva convincerla di poter cambiare il corso della sua vita, Joni Mitchell ottenne una giornata di sala di registrazione alla Reprise Records, la casa discografica fondata da Frank Sinatra otto anni prima per registrare secondo il proprio gusto, svecchiando il proprio catalogo.
Già, Joni Mitchell. Una ragazzina canadese, scappata di casa, con una figlia data in affidamento e un dolore sordo che la inseguiva mentre, sul catafalco chiamato “Long may you run” con cui Neil Young, poco più di un anno prima, era venuto in California dal Saskatchewan, viaggiava verso il sole della West Coast, verso la casa di Mama Cass Elliott e Laurel Canyon – ed alcune piccole canzoni, suonate con una padronanza veramente rudimentale della chitarra.
Nel 1968, Frank Sinatra aveva già venduto la maggioranza delle azioni della Reprise alla Warner Bros., perché, come al solito, lui era capace solo di sciuparlo, il denaro. Ma aveva obbligato il management a prendere sotto contratto artisti come Frank Zappa e Jimi Hendrix, ma anche sua figlia Nancy ed il suo amante Lee Hazlewood. O loro, o niente Frank. In quegli anni, grazie al gusto di Sinatra, l’intera musica della costa occidentale ha visto la produzione di dischi indimenticabili.
Ebbene. La mattina del 3 marzo Frank era lì, seduto in un angolo, e la ragazzina cantava una canzone sul senso della vita, e sull’impossibilità di capirla. Una canzone nata dalle cattiverie dette su di lei dalla comunità hippie di Los Angeles – perché tra i figli dei fiori i pettegolezzi e le gelosie erano le stesse della borghesia americana. Come tutte le canzoni di Joni è una poesia, un saggio filosofico, sono lacrime a cuore aperto, cantate con leggerezza e quasi allegria. La mattina del 4 marzo, Frank Sinatra porta il primo take a Don Costa, che scrive l’arrangiamento per orchestra, ed una settimana dopo la prima canzone di Joni era nel più importante e meraviglioso disco della carriera di Sinatra, “Cycles”.
Non solo. Sconcertato ed arrabbiato per il pessimo lavoro di produzione di Crosby sulle canzoni di Joni, ha affidato questa canzone a Judy Collins, che alla fine della primavera la trasforma in una hit internazionale, rendendo Joni Mitchell famosa ovunque prima ancora di aver fatto un solo tour.
Sono passati quasi 60 anni, ed ho forte in me il ricordo di quando ho ascoltato questa canzone la prima volta, commosso e sorpreso, perché per me Sinatra era la musica di papà, che lo ascoltava in auto, non la mia. Ma la bellezza assoluta non conosce generazioni e papà, che non amava molto gli hippies, canticchiava una delle canzoni più famose dei figli dei fiori. Io non ho mai smesso.
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