Musica

La musica bisestile. Giorno 90. Jackson Browne

20 Ottobre 2018

RUNNING ON EMPTY

 

Era considerato il “bellone” della Nitty Gritty Dirt Band, anche perché era stato fidanzato per quasi due anni con Nico dei Velvet Underground ed aveva avuto brevi storie con Joan Baez e con Linda Ronstadt – tre donne bellissime e tre artiste famose. Collaborando con i loro dischi solisti si era fatto la fama di uno che suonava un po’ tutti i generi e che aveva un paio di canzoni carine, di cui ciascuno aveva fatto una cover, e che lui, che dopo la Nitty Gritty aveva suonato nella band di Tom Rush, poi in quella di Joan Baez, poi come sostituto in singoli concerti o brevi parti di tour negli Eagles, nei Byrds e negli Allman Brothers, non aveva nessun contratto discografico, non aveva mai registrato un disco proprio.

“Running on empty”, 1977

Poi, invece, nel 1971, David Geffen, che aveva appena fondato la propria etichetta, lo fece esordire e Jackson Browne, fece un tour interminabile in tutti i licei ed i college d’America, vendendo, grazie ai concerti, oltre un milione di copie dei suoi primi tre dischi, registrati con la crema della musica americana, da Joni Mitchell a Leland Sklar, da Warren Zevon a Genn Frey degli Eagles, da Craig Doerge (“Dark star”) a Danny Kotchmar (“I don’t wanna hear about it”), da Russ Kunkel a David Lindley – insomma i migliori della West Coast. Nella sua band, ognuno di questi artisti portava una sua canzone, e quindi il livello medio dei brani era altissimoo. In un anno e mezzo, il bellone si era trasformato in una vera e propria star mondiale.

A quel punto Jackson iniziò a lavorare con delle ONG ambientaliste ed a dare concerti gratuiti per finanziare campagne contro il nucleare, contro gli armamenti, contro l’uso eccessivo delle plastiche. Nel 1977, quando partì l’ennesimo tour, era uno degli artisti più affermati del pianeta. Musica country e Wetscoast, sovrapposte più che mischiate, tanto pianoforte, ma non nella direzione di quasi tutti (ovvero Leon Russell). Nessuna vergogna a fare cover di Carly Simon, aNicolette Larson, a Kim Carnes. Questo, che vi consiglio io, è l’album registrato dal vivo quando oramai era già famoso, ed era un album che avevamo TUTTI. Sono certo che, riascoltandolo, non potrete fare a meno di tornare con la mente a quell’estate, perché le radio lo trasmettevano a manetta e noi, che uscivamo da una primavera passata in strada a fare a botte con la Polizia o a fingere di farlo, volevamo proprio uno come lui, o come Claudio Lolli.

 

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