Musica

La musica bisestile. Giorno 66. Traffic

8 Ottobre 2018

JOHN BARLEYCORN MUST DIE

 

Per due anni non si erano praticamente più parlati. Succede, quando si è giovani, si è molto bravi, si è ambiziosi, e si ha una forza spaventosa che spinge avanti, più presto che puoi, più lontano che puoi. Steve Winwood aveva tentato con i Blind Faith, dove litigava ogni giorno con Eric Clapton. Dave Mason aveva tentato la carriera solista, facendo un buco nell’acqua, Chris Woood e Jim Capaldi si erano messi a fare i sessionmen nelle registrazioni di altri gruppi. A febbraio del 1970 Winwood era entrato in studio per registrare un album solista ed aveva una sola canzone, “Stranger to himself”, che aveva provato per due mesi con musicisti diversi, con risultati imbarazzanti. Quindi chiese alla Island il permesso di chiamare Chris e Jim, e quelli portarono in studio Dave, almeno per fare pace.

“John Barleycorn must die”, 1970

Dave Masono non fece nulla, rimase lì a guardare, ma l’atmosfera era quella di quattro amici di nuovo insieme dopo un’incomprensione finalmente risolta. Quello stesso pomeriggio “Stranger to Himself” era registrata con la formazione base dei Traffic, senza Dave Mason, roba da morir dal ridere. La settimana dopo, riunendosi per ascoltare la registrazione, Chris portò la base della mlodia di “Freedom Raider”. Registrata in una giornata, spettacolare, ed in una pausa, partendo dal contrappunto del riff di quel brano, Steve aveva inventato “Glad”. A quel punto era ovvio: ragazzi, facciamo un disco dei Traffic. Un disco in cui, oltre al sound classico dei Traffic, entrava quello dei Fairport Convention, dei Pentangle, della musica rock brettone di Alan Stivell.

Il risultato è una pietra miliare della musica rock, ed ancora oggi, dalle riviste specializzate, questo viene considerato uno dei dieci album più belli della storia della musica. Ne avevo una copia originale, in canapa, ma me l’hanno rubato, l’ho ricomprato in cartone, è un disco che non si può non avere. Io lo adoro, naturalmente, come tutto ciò che bussò alla mia porta durante l’adolescenza per insegnarmi a vivere ed ancora oggi, ad ogni ascolto, mi rivela nuovi segreti che, a quei tempi, non ero stato in grado di percepire. E sulla triste ballata sulla morte di John Barleycorn, ovvero l’unione mistica tra alcool e malto, che crea la birra – una ballata medievale, scritta quando bere era l’unico modo per sfuggire l’orrore quotidiano – ancora oggi, guardando un temporale, mi commuovo, pensando che l’essere umano è malinconico, per natura, e si distrugge per troppo amore della vita.

 

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