Musica
La musica bisestile. Giorno 60. Jean-Luc Ponty
AURORA
Prima di questo disco, il violino era stato una sorta di sostituto fighetto della chitarra elettrica, oppure l’elemento che dava un tocco di etnico al jazz del secondo dopoguerra. Ma Ponty era già famoso, quando uscì “Aurora”, che è un punto di arrivo, non di partenza. Come si vede nella foto che apre la scheda, Ponty era stato per quasi dieci anni il violinista stabile di Frank Zappa & the Mothers of Invention (con cui aveva perfezionato il sound già creato dai Curved Air e poi copiato da Edwin “Eddie” Jobson dei Roxy Music), ma aveva studiato e suonato con il MAESTRO Stephane Grappelli.
Nel 1960 si era diplomato come il miglior polistrumentista dell’anno al Conservatorio di Parigi, aveva suonato clarinetto, sax tenore e (solo occasionalmente) violino con Miles Davis e John Coltrane, quando questi si recavano senza band a Parigi ed aveva iniziato a collaborare come musicista da studio con i più grandi del mondo. La sua collaborazione in Honky Chateau di Elton John fa ancora oggi di quel disco uno dei tre migliori mai registrati dal nostro Reggie Dwight. Ma Jean-Luc accompagnava Stanley Clarke, Paul Simon, John Lewis & the Modern Jazz Quartet, John McLaughlin, Carlos Santana, Herbie Hancock, i Genesis., Al di Meola, Miroslav Vitous, Billy Cobham.
Per me, però, tutto è iniziato con Aurora, registrato nel 1975 e portato in tour l’anno dopo. Andai a sentirlo all’aperto, all’Estate Romana, non ricordo la location precisa. Ci andai perché sapevo che lui e Tom Fowler (che con lui suona basso e fiati) venivano entrambi dalle Mothers di Frank Zappa, e che con loro suonavano Patrice Rushen (una pianista che veniva dalla scuola di Leon Russell, ma che aveva fatto il conservatorio ed era divenuta già allora un’icona della musica nera, adorata da Ray Charles e da David Bowie) e soprattutto Daryl Stuermer, che aveva sostituito Steve Hackett nei Genesis, ma che già prima di allora aveva registrato parti di chitarra per Frank Zappa, Elton John, ed aveva suonato in duo con un certo Mauro Pagani, che aveva appena lasciato la PFM, e stava studiando violino da Jean-Luc Ponty, appunto.
Insomma, questo disco è quello di un maestro vero, che dopo vent’anni di carriera era arrivato al punto di creare un suono jazz-rock tutto suo, nel quale il violino fosse la voce principale. ed ha influenzato profondamente decine di musicisti, specie chitarristi, che da lui impararono a costruire, con uno strumento a corde, un’atmosfera più simile a quella di un piano elettrico, che degli eroi di allora, Zappa in testa. Se avete tempo e voglia, andatevi a cercare le singole partecipazioni di Ponty con i musicisti che ho citato. Ma per ora le straordinarie note di Aurora, l’inizio di un nuovo jazz, sono più che abbastanza. fate attenzione a separare basso, violino e chitarra. Una meravigliosa pazzia.
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