Musica

La musica bisestile. Giorno 59. Bread

4 Ottobre 2018

ANTHOLOGY

 

Franco Altissimi, uno dei più importanti chitarristi italiani di sempre, eroe della bossanova, vincitore del primo concorso televisivo nel 1956, con un trio di chitarre elettriche, ed ora da poco 80enne, ha aperto negli anni 60 un negozietto di strumenti musicali e dischi in Via Baldo degli Ubaldi, a Roma, chiamato Musicalstudio. Lui e sua moglie Annika sono arrivati lì quando Piazza Irnerio era solo un’ipotesi, e tutto intorno c’erano cantieri, prati e greggi in transumanza. Circonvallazione Cornelia non era ancora stata asfaltata, dalla Via Boccea si arrivava, dopo chilometri di campagna, a Via dell’Acquafredda, dominata dal castello del Conte Fogaccia, signore dello slum di Montespaccato, e da lì si entrava sul raccordo anulare al km 0, che andava verso sud. La parte nord venne costruita quasi 15 anni dopo, il raccordo, laggiù, terminava in un prato.

“Anthology”, 1985

Lui e papà erano amici, non so come si fossero incontrati, ed ancora oggi non ho idea sul perché abbiano smesso di frequentarsi, improvvisamente, dopo che Franco ed Annika erano stati, per anni, persone di famiglia, per noi. Talmente di famiglia che, quando iniziai a suonare la chitarra, e conoscevo solo tre accordi (LA maggiore, RE maggiore, MI maggiore), insieme ai miei cugini scrissi un intero LP di cover con i testi cambiati, atroce, e glielo inflissi in una sera al Lido dei Gigli. Lui, con pazienza, disse “peccato che sappiate così pochi accordi, chissà cosa avreste fatto, se ne aveste saputi di più”. A pensarci oggi muoio di vergogna, non mi rendevo affatto conto di chi avessi di fronte, ero un bambino, credo di aver avuto dodici anni…

Quando il quartiere divenne popoloso, e Via Baldo egli Ubaldi un’importante arteria che unisce l’Aurelia e la Boccea al centro di Roma, di fronte al Musicalstudio venne aperto un supermercato musicale chiamato Discoland, che aveva quasi 2000 metri quadri di esposizione di dischi. Franco venne costretto a smettere ed a continuare solo con gli strumenti musicali. Ricordo di aver passato notti intere a progettare furti a Discoland, per rubare qualche migliaio di dischi, ma invano. Senza un carro armato, e comunque da solo, l’impresa era impossibile. Ma intanto Franco scelse tre dischi per me, che mi fece regalare da mio padre. “Trilogy” di Emerson Lake & Palmer, “Hat Tricks” degli America, e “Manna” dei Bread.

Franco Altissimi negli anni ’70

Festeggiai come un indemoniato i primi due, del terzo non sapevo nulla, e quando provai ad ascoltarlo mi parve un’insalata di vocine petulanti e querule, tutti strumenti sincopati, niente chitarre frastagliate o organi ruggenti. Per di più, una canzone di quell’album venne rifatta (male) da Frank Sinatra. Ci misi una pietra sopra e me ne dimenticai. Vent’anni dopo lavoravo come direttore dei programmi a Radio FREI, in Erfurt (Germania). Facevo una trasmissione molto seguita, da mezzanotte alle sette, una volta alla settimana, e raccontavo tantissime storie mettendo su musica che, spesso, non conosceva nessuno. Ed un ascoltatore, nel mezzo della notte più crucca che possiate immaginare, chiamò in studio e mi chiese se conoscevo i Bread.

Sono uno spaccone, non c’è dubbio, e sono uno spaccone vanesio. Mi sono ricordato di quel disco, ed ho scelto una canzone a caso, “He’s a Good Lad”, è un bravo ragazzo. Accidenti… Bellissima. Passai una settimana ad ascoltare quel disco, e poi ne comprai altri, sempre con la sensazione di aver scoperto un diamante segreto ed occulto. Scoprii che i Bread erano stati accompagnati da musicisti straconosciuti come Lerry Knetchel e soprattutto Leon Russell, il miglior pianista del mondo. Ed imparai ad amare “Aubrey”, che è forse la più bella canzone d’amore cieco che abbia mai sentito. Ascoltateli, e cercate di ascoltare al di là dei manierismi dell’epoca. “Everything I own”, piuttosto, venne rifatta negli anni 80 da Boy George e dai Culture Club, ma quello che trovate qui è l’originale. Sono unici al mondo, ed avrebbero meritato una fama maggiore. A me commuovono ancora, mi parlano dell’amore che non ho mai saputo incontrare, di tutto ciò che avrei voluto accadesse, e purtroppo non accadrà mai.

https://www.youtube.com/watch?v=a4dXrV4FtjE

 

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