Musica

La musica bisestile. Giorno 47. Huey Lewis & the News

28 Settembre 2018

SPORTS

 

Apparve nella mia vita di domenica, mentre lavavo i piatti. Lui metteva la faccia nell’acqua e ghiaccio, evidentemente aveva bevuto troppo la sera prima. Quella sua canzone, “I want a new drug”, è ancora una delle dieci migliori canzoni che io conosca, e quel disco è tutto fantastico, con almeno cinque altre hits (“If this is it”; “The Heart of rock’n’roll”; “Walking on a thin Line”, “I’ve finally found a home”; “Heart and Soul”). Il disco è stato comprato da decine di milioni di persone in tutto il mondo, e la sua canzone per “Back to the Future” (“The Power of Love”) è una delle più grandi hits degli anni 80.

“Sports”, 1983

Sicché mi comprai tutti i dischi, anche quelli usciti precedentemente, ed arrivai alla scoperta che Huey Lewis, prima the News, suonava con i Clover, che è una delle mie band preferite degli anni 70. Il concetto di entrambe le band è lo stesso. Huey suona l’armonica a bocca, e gli altri suonano un rock’n’roll classico, senza sbavature, molte cover degli anni 50 e 60, tutti vestiti carini da impiegatucci fighetti newyorkesi cui ripugna la campagna, il country ed il folk. Questo se li ascoltate nelle registrazioni in studio. Perché se è vero che Huey è nato a New York, è vero anche che a 16 anni se ne è andato di casa ed ha girato il mondo intero suonando l’armonica e cantando per strada, facendo l’autostop, dormendo a terra, dove capitava.

La leggenda racconta che cantava da qualche giorno in una piazza di Madrid, che un produttore americano lo vide e gli costruì i Clover attorno – una band in cui suonavano Jeff Porcaro dei Toto e John McFee dei Doobie Brothers. Sicché, quando l’ho visto dal vivo a Zurigo, quasi non lo riconoscevo. Altro che pulitini bravini sempre uguali! Una band di rhythm and blues coi fiocchi, nervosa, spaccona, ruggente, carnivora, molto più vicina a Bruce Springsteen che agli Spandau Ballet! E così, mentre gli altri epigoni degli anni 80 li ho quasi tutti dimenticati, Huey lo porto ancora nel cuore, e, se posso, per strada. Già allora, insieme ad un italo-californiano pazzo, Mike Rosa, che aveva sposato per sbaglio una svizzera, suonavo “I Want A New Drug” nel Niederdorf per pochi franchi, ma tanta vera catestematica burbanza! Più tardi, quando suonavo con &scap&, la mia band tedesca, tentammo diverse volte di costruirne una cover, fallendo sempre, ed ancora una volta, negli ultimi anni, provammo0 a suonarla con gli Osama Sisters nei tour italiani: quella canzone ha una veemenza unica, irripetibile, senza la quale non significa nulla.

 

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