Musica

La musica bisestile. Giorno 43. Eugenio Finardi

26 Settembre 2018

SUGO

 

Da pochissimo avevo scoperto che, ruffolando nell’aere, oltre al primo ed al secondo canale della RAI fosse possibile vedere la TV di Montecarlo. e che su quel canale, ogni giorno, un tale Jocelyn presentasse una trasmissione di oltre un’ora, monografica, su un musicista. Ogni giorno la stessa, replicata, per una settimana. E la prima trasmissione che vidi era con lui, Eugenio Finardi, che presentava questo suo secondo disco, suonando in studio. Con Fariselli, Tavolazzi, Tofani (Area), Alberto Camerini, e poi Fabbri e Calloni (PFM) ed Hugh Bullen, un bassista del Trinidad che suonava un po’ con tutti. Una bomba.

“Sugo”, 1976

Inutile dire che quella trasmissione me la sono guardata, uguale, sempre la stessa, per una settimana. E che la “Musica ribelle” sia stata una delle prime canzoni che io abbia imparato a riprodurre strimpellando al Villaggio Giuliani con Antonio Mercuri, Tonino Zetto, Gabriele Firmi, suonando per ore sempre le stesse cose, su un muretto di via Oscar Sinigaglia, senza stancarci mai. Passavo lì quasi tutto il mio tempo libero. Finalmente avevo una comitiva – pensavo – e ci ho messo almeno tre anni per capire che una comitiva fosse una gabbia insopportabile di formalismi ed anoressia affettiva. Ma avevo persone cui volevo bene.

Tonino aveva montato due vesponi in uno, di modo che aveva una sorta di transatlantico della Piaggio, e ci chiamavano fratelli, perché ci assomigliavamo nella zazzera e nell’essere scombiccherati. Antonio, che era il più vecchio tra noi, assomigliava a Marty Feldman, suonava come Bennato, ed era il fidanzatino di Titti, ed anche un po’ il nostro punto di riferimento. Ma Titti lo piantò per un Paolo Carrano qualunque, e lui era disperato, e non si fece più vedere. Oggi capisco alcune cose di lui che allora non capivo, e non fui in grado di essergli vicino come meritava. Io, per noia, facevo la corte ad una ragazzina sarda di nome Tiziana, e poi c’erano Patrizia Firmi, che mi incuteva soggezione, perché la trovavo altissima, e Monica, la fidanzatina di Gabriele, più una corte di ragazzini simpatici e strani, da Carlo Drago a Marco Marconi (che cantava canzonacce sulle feci ed una volta in un torneo dai preti mi fece fare una figuraccia storica a ping-pong).

Carlo Drago (sinistra) ed Antonio “Tonino” Zetto (destro) al Villaggio Giuliani nel 1974 (e la mia chitarra)

Eravamo, per l’appunto, ciò che si chiamava “una comitiva”, ovvero una minuscola orda con severe regole di socializzazione e di esclusiva, che oggi – in linea di principio – aborro. Ma allora era diverso. Perché eravamo tutti ragazzi spiaggiati lì da altre culture, da non famiglie, da non quartieri, tutti ugualmente introversi, e quindi liberi, e ricordo ciascuno di loro con affetto e nostalgia. Io ci arrivai perché ero davvero innamorato della sorella di Monica, che però aveva due anni più di me ed era quindi un sogno impossibile – pensai allora. Cretino, dico oggi, a ragion veduta. Non capii i segnali. Imbecille.

Eravamo ragazzini, facevamo e dicevamo cose da ragazzini, e Finardi era perfetto, perché era fresco, ingenuo, ma sembrava uno di quei compagni “giusti” che sanno le cose che noi non capiano. Oggi, ascoltando “la CIA ci spia”, mi vergogno per lui, sinceramente… La comitiva durò un paio d’anni, poi conobbi dapprima Paola e dappoi Vanna, e tutto fu diverso ed altrove. Ma se penso a loro, allora penso a Finardi, che mi aveva stregato. Ed improvvisamente un concerto di un milione di anni dopo, sulla riva del lago, a Menaggio, dove abitavo con Kerstin Köhler. Suonava Finardi, invecchiato che sembrava il suo bisnonno, e noi due eravamo abbracciati sul prato, e sulle note della “Musica Ribelle”, una volta in più, come ora che ne scrivo, mi sono commosso ed ho pensato che la musica, nei nostri cuori, dia un senso a delle cose, che un senso non lo hanno, collegando odori e suoni, amori e timori, vita. “Sugo”, insomma. Quello di uno dei dischi più belli ed innocentemente “proletari” della nostra vita, con cui imparammo a volare…

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.