Musica
La musica bisestile. Giorno 4. Emerson Lake & Palmer
Dopo Mahler, Stravinskj, Cajkowskij, Ginastera, Satie ed Aaron Copeland, la musica classica moderna trova una strada per tornare alla strada, al popolo, alla vita vera
TRILOGY
Keith Emerson si è ucciso perché l’artrite gli aveva immobilizzato le dita. Greg Lake è morto poco dopo, di malattia. Sono stati tra i più grandi musicisti del 20° secolo, quelli che, attraverso la loro carriera, erano partiti dalla musica classica alla ricerca del rock, ed avevano trovato il moog, la nuova musica elettronica, un modo nuovo di costruire armonie, contrappunti, sintesi tra chitarra classica e robot, rivisitazione di mille modi di suonare, dal ragtime al valzer, incrociando alcuni dei più grandi musicisti classici del secolo scorso, come Mahler, Ginastera, Martinu ed Aaron Copland. Avevano sfidato la critica, che li considerava algidi, perché la maggior parte di coloro che scriveva su EL&P nemmeno percepiva influenze e citazioni.
Non erano nati come band, li aveva messi insieme la Island, convinta che avrebbero fatto bene, convinta che sarebbero stati una nuova versione dei Traffic, ed erano tre pignoli compositori solisti, scontenti delle band con cui avevano raggiunto il successo: Emerson con i Nice, Lake con i King Crimson, Palmer con gli Atomic Rooster. Nel progetto originario, Robert Stigwood aveva chiamato Lake per cantare e suonare il basso, la chitarra avrebbe dovuto suonarla Jimi Hendrix, che però, come sappiamo, già non era più in grado di fare alcunché, sicché iniziarono come trio, e la chitarra la suonò Greg Lake, lasciando il basso alle tastiere, quando lui arpeggiava. Di molti brani esistono fino a 20 versioni differenti, perché i tre ragazzi scrivevano in modo acribico ogni nota suonata nelle prove,e poi continuavano a scrivere a casa, pagine e pagine di spartiti.
In Italia arrivarono subito perché Marco Dané, che è un personaggio sconosciuto, ma che è stato fondamentale per lo sviluppo della musica italiana (suo fratello aveva prodotto “La buona novella” di Fabrizio De André, convincendolo a registrare insieme a cinque ragazzetti milanesi che, poi rimasero insieme e si chiamarono PFM), li aveva proposti a tutte le radio, ed era riuscito ad imporre due musiche del primo disco alla RAI come sigle per due programmi di informazione (e più avanti convinse la RAI a prendere un rag di Emerson per un’altra trasmissione). Questo primo disco venne registrato senza che i tre avessero ancora mai suonato insieme. Ognuno scelse un paio delle proprie composizioni, ed in studio bastò improvvisare. L’ultimo brano, “Lucky man”, era una canzone che Greg Lake aveva scritto a 13 anni e che suonò per scherzo durante una sessione di prove. L’assolo di Keith Emerson venne registrato senza che lui lo sapesse, e la cosa lo fece infuriare – ma non c’era tempo per correggere nulla, il disco doveva uscire.
“Trilogy”, invece, è un disco voluto e preparato a lungo, ed anche il disco con il quale ho imparato ad amare questo trio. “From the beginning” è una delle prime canzoni “difficili” che abbia imparato a suonare alla chitarra, e le melodie appartengono oramai a quelle che tutti conoscono, e magari non sanno da dove vengono.
https://www.youtube.com/watch?v=lWWT_EUvl70
https://www.youtube.com/watch?v=Xr4Zi_BQZeI
https://www.youtube.com/watch?v=G-Z46tUTxQY
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