Musica
La musica bisestile. Giorno 38. Blood Sweat & Tears
THE CHILD IS FATHER TO THE MAN
Al Kooper è uno dei dieci musicisti più importanti degli ultimi 150 anni. Ha iniziato adolescente, suonando la chitarra e l’organo elettrico nei dischi di Gary Lewis e Gene Pitney (due eroi degli anni 50), per poi andare a vivere al Greenwich Village, a 21 anni, nel 1965, con in tasca un contratto per accompagnare in tour Bob Dylan. Piano, chitarra, basso, tromba. Qualunque cosa a livello eccelso. Non gli bastava. Da un lato suonava in trio con Stephen Stills e Mike Bloomfield; dall’altro suonava come pianista nei Rolling Stones e negli Experience di Jimi Hendrix. Ma non gli bastava.
Nel 1966 si mise a scrivere e provare musica con Jim Fielder (bassista di Frank Zappa e dei Buffalo Springfield), il sassofonista Fred Lipsius (Simon & Garfunkel, Janis Joplin, Cannonball Adderley, Thelonious Monk), il trombettista Randy Brecker (Frank Zappa, Charlie Mingus, Lou Reed e poi decine di altri, da Bruce Springsteen a Dire Straits), Steve Katz (Velvet Underground, Beatles, etc.) e il batterista Bobby Colomby (John Cale). Il risultato fu talmente straordinario da far loro decidere di incidere il materiale migliore e di iniziare un tour come band. Nascono così i Blood Sweat & Tears e l’album che propongo oggi.
Si tratta del miglior album di fusion tra il jazz ed il rock che sia mai stato registrato. Il concetto di jazzrock è nato ed è morto con questo disco. Peter Gabriel ha spesso detto che l’intero concetto artistico dei “suoi” Genesis partiva esattamente da quel disco, che non venne nemmeno veramente spinto dalla casa discografica, tanto era “strano” e “troppo moderno”. Frank Zappa si vantava di averne una copia firmata dai musicisti della band. Brian Eno sostiene che sia stata la band che abbia concluso la fase migliore del rock progressivo, e che (purtroppo) abbia coinciso con la nascita di un rock pomposo e di ispirazione classica, che a me piace, ma ai puristi meno. Questa band esiste in questa formazione solo per un anno.
Dopo il tour, Al Kooper lascia, rimpiazzato dal vocione da gradasso di David Clayton-Thomas, che accompagnerà Blood Sweat & Tears al successo mondiale ed alla nullità artistica. Al voleva di più, come sempre. Vi prego, ascoltate solo questo, non crederete alle vostre orecchie. Aggiungo: il finale di “I can’t quit her”, se mi volete bene, suonatelo per me quando non ci sarò più, cento, mille volte di seguito.
https://www.youtube.com/watch?v=ssdtM2UAOFo
https://www.youtube.com/watch?v=KugAWsaVLVk
https://www.youtube.com/watch?v=ssdtM2UAOFo
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