Musica
La musica bisestile. Giorno 365. Antonio Carlos Jobim
Storia del più grande musicista brasiliano, creatore della bossanova ed ispiratore di un nuovo modo di suonare chitarra e pianoforte
THE COMPLETE
“O Maestro” è stato (ed è tuttora) il massimo esponente della musica popolare brasiliana. Vinicus de Moraes e Toquinho sono coloro che sono riusciti ad affermare la musica di quel paese (e, più in generale, la bossanova) in tutto il mondo, ma le grandi canzoni indimenticabili, quelle che ogni brasiliano porta nel cuore fin da bambino, quelle son tutte state scritte da Jobim, e poi sono state cantate da centinaia di interpreti, in guise e stili differenti, persino con enfasi differente, ma sempre all’interno di un’attitudine che (per me che non conosco quell’immensa nazione) ha dato alle diverse e spesso profondamente diverse culture ed etnie divise su un territorio più grande dell’Europa intera, un terreno comune, una lingua comune, un punto d’incontro, una misura del cuore e dell’ingegno.
Come tutti sappiamo, al mondo ci sono solo quattro scuole principali, se parliamo di musica popolare – quattro scuole che tutti, ma proprio tutti, al mondo conoscono, seguono, riconoscono ed apprezzano: la musica anglosassone, la musica italiana, la musica francese e quella brasiliana. E Jobim è la musica brasiliana, è lui che le ha dato tempo, misura, peculiarità, unicità, riconoscibilità, tecnica: perché i brasiliani usano le nostre sette note, ma suonano gli stessi strumenti che suoniamo noi con accordi differenti, ritmi simili ma diversi, colori completamente diversi. Jobim ha suonato tutto.
Da anni cerco il suo disco segreto: registrato con lo pseudonimo di Jack Wilson (per il piano) e di Tony Brazil (chitarra), Jobim da solo, suona a bossanova i successi di Henry Mancini. È stato pubblicato nel 1965 e, sul mercato nero, una sua copia vale 500 dollari. Non l’ho mai trovato. Lo si può ascoltare su youtube e ve l’ho accluso, perché è qualcosa di unico e straordinario, di commovente ed universale, specie se siete in grado di comprendere il matrimonio di armonie jazz e bossanova.
La vita: Jobim è il figlio di una famiglia ricca e culturalmente aristocratica. Sua mamma era preside di una scuola, mentre il padre, Jorge Jobim, era un diplomatico, scrittore e poeta affermato. Jorge morì quando Tom aveva otto anni. La versione che preferisco è che sia morto di crepacuore perché aveva una moglie immensa, socialista, impegnata su ogni barricata, mentre lui era un uomo dell’Ottocento. Lui era ancora europea, lei no. Lei si è risposata con un altro poeta, Celso Pessoa, con cui la famiglia si trasferisce da Rio ad Ipanema. Un uomo impegnato come la moglie, e che spinge Tom, che suona con piacere e talento qualsiasi strumento, a trasformare questo gioco in una cosa seria.
Visto che a casa si ascoltava Hector Villa-Lobos, i grandi del Novecento ma anche i classici del Medioevo, Tom ha iniziato a costruirsi la propria personale teoria musicale, a sviluppare accordi solo suoi, a comporre brani per piano suonati come un arpeggio sulla chitarra, brani per chitarra suonati secondo le armonie del piano. In quel modo, Jobim ha sviluppato gli accordi ed il modo di suonare che sono tipici del Brasile e che, se vieni dall’Europa e ti accosti alla bossanova, ti costringono ad imparare tutto da capo. Jobim, per il Brasile, è stato i Beatles, ma anche Bach. Essendosi sposato giovanissimo, Jobim suonava sotto diversi nomi in diversi club, e suonava ogni sera un genere differente, per sbarcare il lunario.
Ma nel 1954 la Continental gli chiese di scrivere un album che spiegasse la nuova musica brasiliana al mondo, e lui tirò fuori le sue canzoni segrete. Commercialmente non fu un grande successo, ma quelle canzoni vennero suonate e cantate dagli artisti più famosi del tempo: nell’arco di un mese chiunque contasse, nel mondo musicale brasiliano, aveva stimato ed iniziato ad amare Jobim, per le melodie stupende, lo stile unico e difficile, per i testi poetici. Nel 1956 conosce Vinicius de Moraes, un diplomatico e poeta, che era stato discepolo di Jorge Jobim. I due scrivono, insieme, l’Orfeu Negro, che è la Bibbia della bossanova: la sua Betlemme, la sua Nazareth, la sua misura e le sue radici. Nel 1956 l’opera esordì al Teatro Muncipal di Rio de Janeiro, ma nell’anno dopo viene esportata a Parigi.
Da allora l’argine è crollato, e tutta la vita di Vinicius e Tom Jobim diventerà la cavalcata regale, stupenda ed incomparabile di due uomin9i che, nell’arco di una sola esistenza, hanno inventato una cultura, le hanno dato parole e suoni, un’identità, l’hanno impressa nei geni di un popolo fatto da centinaia di milioni di vite, di amori, di passioni, di dolori, di rabbia, di rassegnazione. Naturalmente, per presentarvi degnamente un colosso simile, vi ho proposto una raccolta. Ascoltatela, conoscerete tantissimi brani, ma, spero, imparerete a conoscere questo tesoro inestimabile, forse l’ultima volta che l’umanità sia riuscita a creare qualcosa di completamente nuovo ed unico, ed al contempo di accessibile. Dopodiché Jobim ha registrato un album con Frank Sinatra, un altro con Chico Buarque de Hollanda (il suo successore), alcuni con Vinicius. Nel 1994 cantò a Gerusalemme, aveva 66 anni, si era sentito poco bene. A New York, tornato da quel concerto, il dottore gli disse: tumore maligno, niente da fare. Non è più uscito dall’ospedale di Mount Sinai. Era sopravvissuto per 14 anni a Vinicus. Noi li piangiamo ancora.
https://www.youtube.com/watch?v=44sp4W3WiBk
https://www.youtube.com/watch?v=6_F7MX1hGtU
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