Musica

La musica bisestile. Giorno 357. Mylon LeFevre

2 Marzo 2019

Alvin Lee salva dalla morte il più grande cantante di rock cristiano e raduna intorno a lui la crema dei musicisti americani per un album capolavoro.

ON THE ROAD TO FREEDOM

 

Mylon LeFevre è stato per anni il capofila della musica del fondamentalismo cristiano, chiamato non a caso Jesus Rock – una musica che usa il gospel come base per delle costruzioni pop e rock, con testi che nemmeno Radio Maria, ed un atteggiamento da volemosebbene universale che, generalmente, genera più che altro antipatia. Invece lui, nato in un paesino del Mississippi, aveva imparato a farsi benvolere lavorando come turnista con i grandi del blues nero, e con una vita da hippie, tutta droga, pace e amore, che lo aveva portato a frequentare la scena di Nashville più che le chiese degli Stati Uniti del sud.

“On the road to freedom”, 1973

Aveva imparato da Eric Clapton il finger-picking, da David Crosby l’accordatura aperta, e poi aveva lavorato con Elton John, Billy Joel, the Allman Brothers Band, The Who de Little Richard. Questo perché è uno di più bravi e creativi chitarristi folk della sua generazione. All’apice della carriera, alla fine del 1972, crolla durante un concerto, ed i medici di Atlanta non riescono a capire cosa abbia. Alvin Lee, leader della più grade bluesrock bianca, i Ten Years After, sa invece benissimo cosa sia: cuore debole e troppissima droga.

Ron Wood, Mylon LeFevre ed Alvin Lee

Se lo porta a casa e lo tiene lì durante tutto l’inverno e la primavera. In estate, Eric Clapton e George Harrison vengono a passare due settimane di vacanza da Alvin Lee, ed i quattro, la sera, strimpellano insieme, suonando alcuni standard ed alcune nuove canzoni di Alvin e Mylon. Soprattutto “So sad” di George Harrison vengono particolarmente bene, e l’ex Beatle suggerisce ai due di registrare un disco con quelle ballate. Lo fanno, masterizzando le registrazioni in presa diretta fatte nella veranda di Alvin Lee. Ne viene fuori un vero e proprio capolavoro, che però quasi nessuno conosce. Io stesso l’ho scoperto per caso, quando lavoravo come fonico a Radio Spazio, perché era un disco che stava lì e che nessuno ascoltava.

George Harrison e Mylon LeFevre

Lo confesso, l’ho rubato, e ne sono gelosissimo. Nelle registrazioni sovrapposte in studio, tanto per non lasciarsi mancare nulla, suonano Steve Winwood (Traffic), Ron Wood (Rolling Stones), Jim Capaldi (Traffic), Mick Fleetwood (Fleetwood Mac). Quanto ad Alvin Lee, ho preparato una scheda su di lui e la sua band, vale la pena dire che, nel 1973, era all’apice della sua carriera. Uno dei pochissimi inglesi ad aver suonato a Woodstock, la sua versione di “Going Home” è un classico della storia del rock.

Mylon LeFevre ed Eric Clapton

Ci ha lasciati nel 2013, a 69 anni, dopo una vita passata ad essere uno dei chitarristi più precisi e veloci del mondo, ed una delle persone più piacevoli e più amate di quei tempi là. Sul disco con Mylon LeFevre disse: “Noi non avevamo bisogno di tanto. I tempi erano più lunghi. Mylon è un ragazzo dolcissimo, uno che ha studiato tanto ed ha tanto da raccontare, con idee strampalate su dio e la marijuana, ma è un ragazzo buono ed un musicista molto bravo. Abbiamo passato ore ed ore giocando, sdraiati su due sdraio, uno di fronte all’altro, recitando le note di una scala, e l’altro la continuava. Questo spiega quanta tecnica ci sia nella musica di oggi.

Mylon LeFevre ed Alvin Lee

Questa tecnica ti aiuta a divertirti. Tutta quella gente straordinaria che ha suonato con noi, lo ha fatto per puro divertimento. Mi dispiace solo che non abbiamo avuto il coraggio di pubblicare due canzoni per bambini, di cui avevamo due versioni bellissime, perché non ci sembrava una cosa seria. Invece, qualche anno dopo, prima Emmylou Harris e poi gli Steeleye Span ci dimostrarono che avevamo torto. E nel secondo disco, il sax su Twinkle Tinwkle Little Star lo suonava David Bowie. La musica è felicità”. C0sì è stato per Mylon LeFevre anche dopo quel disco, anche se ha avuto un infarto nel 1991, durante un tour, ed oggi suona molto di rado, perché il suo cuore è molto indebolito, ma è sempre lo stesso ragazzone folle di allora.

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