Musica
La musica bisestile. Giorno 355. Alanis Morissette
Una delle più grandi cantautrici americane e la sua parabola difficile, proprio perché coloro che l’avrebbero meglio capita ed amata non c’erano già più quando lei è nata…
JAGGED LITTLE PILL
Secondo me, Alanis Morissette è nata troppo tardi. Nel 1974, quando gli anni belli erano già passati e restavano solo le rovine della meravigliosa musica e degli stupendi artisti che avevano caratterizzato i 15 anni precedenti. Lei ce l’ha messa tutta per arrivare il più presto possibile: il suo primo singolo, autoprodotto, è stato messo in commercio ad Ottawa, nella sua città natale, quando aveva appena compiuto undici anni e si batteva, insieme al fratello Wade, aveva superato i provini per entrare a far parte come attrice di una serie televisiva. Dopodiché ha partecipato ad una di quelle trasmissioni di selezione di giovani artisti, come ce ne sono oramai diverse anche in Italia – ma lì venne eliminata al primo turno, niente da fare.
Con nuove canzoni ed un produttore, a 16 anni, va a stare a Los Angeles e pubblica addirittura un album che riceve enorme plauso dalla critica e vende 100mila copie. Un album pop, prodotto con tanto sfarzo dalla MCA Records, che vedeva in lei la nuova Joni Mitchell, o almeno la nuova Carly Simon: una cantautrice bella e complessa che viene dal gelido Canada. Subito dopo venne un secondo album, andato malissimo, e con questo la fine del contratto ed il trasferimento a New York, con tanta fame, nuovi contatti, tantissime nuove canzoni, tutte estremamente autobiografiche, spesso rabbiose, spesso sarcastiche, e tutte chiaramente nella falsariga della tradizione dei grandi cantautori folk.
Va a vivere a Nashville, ma anche lì, oramai, l’incanto è finito. Non c’è più nulla, se non i ricordi del passato. Da questa solitudine artistica nasce l’album che io vi propongo, che trasforma Alanis, in due settimane, da una sconosciuta persa nel profondo Midwest in una delle cantautrici più famose del pianeta, protetta da Madonna, con sei singoli in classifica contemporaneamente. Il disco è stupendo, indimenticabile, ed è l’inizio di alcuni anni di grande produzione, e di un grande, tragico amore, con il cantante Ryan Reynolds, che finisce con l’abbandono ed un’umiliazione pubblica.
Il motivo è che lei sia stata cacciata dal palco alla finale del Superbowl, perché lei aveva cantato il suo nuovo brano, scritto per Ryan, che iniziava con una parolaccia: “Posso essere la più grande stronza e posso nasconderlo come se stesse cominciando ad essere fuori moda e non hai mai incontrato nessun altro pessimista quanto a volte lo sono io (…) tu vedi tutto, vedi tutta la mia luce e ami il mio buio, porti alla luce tutto ciò di cui mi vergogno, non c’è niente che tu non possa raccontare, e sei ancora qui. Biasimo tutti, me esclusa, la mia aggressività passiva può essere devastante, sono atterrita e diffidente e non hai mai incontrato nessun altro che sia chiuso come lo sono io (…) quello a cui resisto persiste, e parla più forte di quanto io sappia fare. Quello a cui resisto tu lo ami, non importa quanto io sia giù o su di morale: Sono la donna più divertente che tu abbia mai conosciuto. la donna più noiosa che tu abbia mai conosciuto, la donna più stupenda che tu abbia mai conosciuto (…) tu vedi tutto, vedi tutta la mia luce e ami il mio buio (…) e sei ancora qui”.
Una canzone stupenda, per cui ho deciso che questa ragazzona canadese appartenga assolutamente ai grandi che ho sempre amato, davvero accanto a Joni Mitchell, agli eroi della West Coast, a Joan Baez e Bob Dylan. Brava, troppo brava, straordinaria. Ma proprio da qui iniziano anni in cui Alanis viene combattuta dalla stampa, dalle case discografiche, e snobbata dal pubblico. Lei vive sempre più ritirata, con il suo nuovo compagno, un rapper newyorkese, la coppia ha due figli. Temo che la sua carriera sia oramai terminata, forse perché la sua gente davvero è morta prima che lei nascesse. Ma io l’amo, e spero che imparerete a farlo anche voi.
https://www.youtube.com/watch?v=C6kLbDHu0yc
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