Musica

La musica bisestile. Giorno 342. Roy Wood & the Move

22 Febbraio 2019

Uno dei più grandi musicisti dello scorso secolo con la band dei suoi inizi, quando ancora tutto era perfetto e la Elelctric Light Orchestra solo un sogno lontano

MOVE

 

Credo che il nome di Roy Wood sia sconosciuto quasi a chiunque, nonostante sia uno dei quattro o cinque musicisti più importanti degli anni 60 e 70, il fondatore di tre band di grandissimo successo (The Move, Electric Light Orchestra e Wizzard) ed anche l’autore ed interprete di diverse hit sparse bei 50 anni appena trascorsi di musica rock del dopo Woodstock. Lui a quel festival c’era, ma era sul prato ad ascoltare (insieme ad una biondina diafana ed allampanata, di cui ho dimenticato il nome, e che negli anni 70 faceva la corista per non ricordo più chi) nonostante fosse già famoso in Inghilterra. In ogni caso Roy, fin da ragazzino, era completamente matto. Non ha mai concluso il liceo, perché è stato espulso due volte: la prima volta perché si ubriacava segretamente in classe, mettendo chissà cosa in una borraccia d’acqua. La seconda volta perché, “scherzando”, aveva dato fuoco alla stanza del preside, reo di avergli vietato di portare i calzini sopra (e non dentro) le scarpe.

“Move”, 1967

A quei tempi era già il tastierista, il secondo chitarrista ed il cantante dei The Move, la band beat più famosa di Birmingham, la sua città, che aveva già avuto le prime hit nelle chart, perché Roy Wood ha sempre avuto la capacità di scrivere melodie accattivanti e testi folli. The Move è stata la prima band beat ad inserire archi e fiati nelle proprie canzoni, e per questo motivo era stata spesso candidata a partecipare all’Eurovision Festival. Ma ogni anno era la stessa storia: The Move era una truppa di cialtroni brutti, sporchi e cattivi. La loro canzone era buona, loro no.

Quindi le case discografiche mandavano un gruppo di damerini al Festival insieme ad una canzone dei Move. Finché Roy e compagni fecero un album, “We’d like to teach the world to sing”, e registrarono le proprie versioni dei brani usati al Festival. Eravamo già nel 1970, la band era stufa, Roy voleva più pompa, e conobbe Jeff Lynne e Bev Bevan, che volevano appunto fondare la band più pomposa del rock, la Electric Light Orchestra. Roy Wood ne è stato uno dei fondatori, nel 1972. Ma Roy ci si trova male, perché lì dentro ha solo un ruolo da comprimario, e quindi esce dopo solo un disco e fonda i Wizzard, che suonano rock e blues, ma con gli archi, con una rutilante ed enorme sezione ritmica, e con un grado di distorsione quasi insopportabile.

Roy Wood ai tempi dei Wizzard

Stavolta Roy Wood ha qualcosa che nessuno sa o vuole imitare, e va avanti contento per alcuni anni, finché le case discografiche, visto l’insuccesso crescente, gli revocano il contratto e lo lasciano per strada. Per sua fortuna, prima di sciogliere i Wizzard, la band ha registrato una sua canzone intitolata “I wish it could be Christmas every day”, grazie alla quale vive ancora oggi, perché viene suonata a Natale ogni anno in ogni supermercato d’Inghilterra e d’America, e questo vuol dire tanti tanti soldini. Naturalmente, a me piace il periodo con i Move, ed è di questo che propongo i migliori brani dal primo disco.

https://www.youtube.com/watch?v=wPayLGgx_8E

https://www.youtube.com/watch?v=5UU9JcNF2zg

https://www.youtube.com/watch?v=1ghFMlYyh3A

 

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