Musica

La musica bisestile. Giorno 301. Small Faces

2 Febbraio 2019

Steve Marriott è uno dei più grandi autori della storia del rock e va ricordato accanto a due suoi amici, come David Bowie e Mick Ronson, ed un suo nemico, Rod Stewart

THE AUTUMN STONE

 

Se ci penso, gli Small Faces erano la migliore band di tutto il fenomeno beat. Loro erano le canzoni migliori, ma anche i visi sbarazzini ed allegri, una grande ondata di simpatia, un’aura di sarcasmo borgataro che si faceva musica quasi colta, perché gli Small Faces erano anche molto bravi. Mi piace il sorriso da mariuolo di Steve Marriott, ma anche il suo modo di suonare, e credo che lui e Ronnie Lane abbiano scritto dei brani indimenticabili, che sono raccolti in questo disco, che è una collezione delle cose migliori dei cinque anni, dal 1965 al 1969, e che per questo motivo vi coniglio per imparare a conoscere la band.

“The autumn stone”, 1969

Ma cercate anche la fiaba di Happiness Stan alla ricerca della faccia nascosta della luna, il blocco di sei canzoni, che costituiscono il nucleo dell’album “Ogden’s Nut Gone Flake”, uno dei primi concept album mai registrati, e che era a metà strada tra i Pink Floyd ed i Beatles, ma con questo sostrato, tutto proprio e speciale, che rendeva gli Small Faces così riconoscibili, e che venne copiato da tantissime band, compresi i Kinks. Del resto lui aveva avuto la chance di imparare presto, perché faceva il turnista alla Decca già a 15 anni, e quando i Kinks ebbero il contratto per il primo tour americano, lui aveva già in mano il suo biglietto d’aereo, quando il promoter scoprì la sua età e vietò ai fratelli Davies di portarselo appresso. Rimasto a Londra, ha iniziato a registrare le sue canzoni con Ronnie Lane, amico fin dalla scuola, e Kenny Jones, che era persino di un anno più giovane.

Il materiale era straordinario, venne pubblicato, a 18 anni Steve Marriott aveva già avuto quattro singoli in testa alle classifiche inglesi. Quando lui e Ronnie erano in giro a suonare, avevano due ragazzi come riserve del loro lavoro da turnisti: Jimmy Page e Roert Plant. Nel 1968, a 21 anni, Steve Marriott era un “anziano”. Era innamorato di una modella, Jenny Rylance, che usciva con un tale Rod Stewart, ed i due si batterono per mesi per lei. Steve scrisse “Tin soldier” per Jenny, due mesi dopo i due erano marito e moglie, e poi successe il cataclisma. Non conosco i dettagli, ma i fondatori degli Small Faces lasciarono la band, e Rod Stewart ed i suoi presero la maggioranza, sostituendo i membri dimissionari. Per questo motivo anche Steve Marriott lasciò la band (che da quel momento in poi, guidata da Rod Stewart, si chiamerà The Faces) e creò gli Humble Pie insieme a Peter Frampton.

Tutti musicisti famosi, tutti avvenimenti di una Londra straordinaria e confusa di amori ed invidie. Dopo altri cinque anni, Peter Frampton decise di iniziare una carriera solista, Steve rimise insieme gli Small Faces, ma nel frattempo Keith Richards cercava di convincerlo a venire a far parte dei Rolling Stones. Nulla da fare, negli anni successivi Steve Marriott suonerà con piccole band, sposerà in terze nozze Toni Poulton, passò la gran parte del suo tempo studiando musica e scrivendo canzoni (mai registrate) nella sua casa di campagna, ad est di Londra. È morto a 41 anni. Si era addormentato, forse ubriaco, mentre fumava. La sigaretta incendiò la casa. Ma vi assicuro, la sua parabola di vita è ampiamente giustificata dalle sue canzoni e dal suo sorriso sbarazzino da mariuolo gentile e scanzonato.

https://www.youtube.com/watch?v=u1bESN-fP_g

https://www.youtube.com/watch?v=PQqikISbga0

https://www.youtube.com/watch?v=14ViwvgtvbA

 

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