Musica

La musica bisestile. Giorno 27. Die Aeronauten

18 Settembre 2018

Un paesino svizzero, sulle rive del Lago di Costanza, e cinque ragazzi, amici da sempre, innamorati della musica funk e della scuola amburghese, che da un quarto di secolo guidano l’avanguardia della musica tedesca moderna e della gneerazione che loro chiamano “voglia di far nulla”.

GEGEN ALLES

 

Avevo appena imparato il tedesco a sufficienza, da poter seguire i testi di una canzone senza difficoltà, ed ovviamente ero alla ricerca di una nuova musica. L’idea di trovarla in Svizzera mi sembrava un po’ peregrina, dato che si tratta di un posto piccolo, tirchio nei sentimenti, in cui manca un pubblico per una musica speciale. Almeno così credevo. Andavo alla Rote Frabrik, dove suonavano gli “alternativi”, e trovavo solo rap dialettale, folk alpino, pop pleonastico, miseria pura. L’artista svizzero d’avanguardia parla male di sé, di tutti, e cerca di essere divertente con dei giochi di parole (Chico aus Mexico degli Schmalhans, secondo me, è il capolavoro del genere).

“Gegen alles”, 1995

Scoprii gli Young Gods, che non sono male, davvero no. Quindi andavo a passeggiare al Niederdorf ed ascoltavo le band di strada, specie quelle di Güggeli-Musik, ovvero quelle composte da soli fiati, che a volte suonavano pezzi sorprendenti e con arrangiamenti buffi e spericolati, finché un certo Roger, che suonava il clarinetto, mi diede un biglietto per un concerto degli Aeronauten – la sua nuova band che presentava il suo nuovo disco alla Rote Fabrik. Ovvio, ci vado, temendo lagne interspaziali. Ed invece il miracolo: Oliver Muhrmann sembra un orso villoso e vendicativo, salta sul palco con grazia mustelidea, conta uno due e tre e BUM, una band di garage punk con i fiati mi travolge in un secondo, mentre Oliver grida che prima tutto fosse facile, perché era accettabile essere piccoli borghesi, sciocchi e noiosi, mentre ora si pretende da te che tu dia una prestazione, sempre e comunque (Alles ganz einfach).

La band bernese Schmalhans (Esil’enzo), quando cantava “Conosci l’allegro Chico dal lontano Messìco? No, conosco quello che vien dal Portorico”

Un secondo di pausa, applausi scroscianti, ed arriva la ballata indimenticabile (Freundin) “I miei amici dicono che dovrei andare con loro, loro bastonano i fascisti e sconocchiano il sistema, affiggono tazebau ai muri e suonano musica dai Paesi Baschi, ma io… io preferirei avere una fidanzata, io preferirei davvero tanto conoscere una ragazza per me…” La gente la canta a memoria, anche se esce ora nel nuovo disco. Il brano finisce che lui viene picchiato dai fascisti, ma questo non è nulla di fronte alla tragedia di non avere una fidanzata. Fine. Applausi. BAM la prossima: Siamo amici senza senso, non ci siamo nemmeno simpatici, ma facciamo tutto insieme.In tutte le canzoni lo stesso messaggio: agiamo come automi, non ragioniamo, siamo ridicoli ed inefficienti, e per questo dobbiamo batterci contro tutto ciò che facciamo in modo sbagliato. Quindi: contro tutto.

Olifr “Guz” Muhrmann, leader degli Aeronauten

A questo punto non è necessario spiegare che mi sono battuto per conoscerli, per avere l’onore di imparare le loro canzoni, per sapessero chi sono le persone dietro i musicisti, per stare con loro sul palco. Mi conoscete abbastanza. So di loro anche le cose che non si raccontano, perché l’uomo e l”artista non coincidono mai. Conosco le loro vite quotdiane, come psicologi delle scuole, come volontari per squadre di soccorso in caso di tragedia, come insegnanti sorridenti che faticano a prendersi sul serio, conosco le storie belle ed a volte tristi dei loro amori, e di quando sono stai sul punto di dover smettere a causa di una malattia gravissima. Li rispetto, profondamente, perché sono ancora lì, da persone con entrmbi i piedi nella realtà, che a 50 anni cantano ancora: la boheme? Pas de probleme. Li ho visti salire, scendere, faticare, reinventarsi, ho visto passare ragazze, manager, stili, concerti, e credo tuttora che siano l’unica band svizzera che valga la pena di aver mai ascoltato, e che “Gegen alles”, Contro Tutto, sia un manifesto dell’autoironia che manca in tutte le altre culture che ho incontrato nella mia vita. Quanto alla Svizzera, sono dalla loro parte. Cambiamo ciò che è sbagliato. Quindi: Tutto.

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