Musica
La musica bisestile. Giorno 268. Fleetwood Mac
Questo è uno dei dischi più veenduti della storia del rock, perché Lindsay Buckingham e compagni indovinarono la giusta miscela tra rock, pop, country e blues bianco
RUMOURS
C’era una volta John Mayall, il suo blues bianco, e la sua band chiamata Bluesbreakers, che avevano conquistato la scena londinese ed erano diventati uno dei punti di riferimento della cultura musicale inglese. Poi accadde che il chitarrista preferito di John Mayall, Peter Green, venne sostituito da Eric Clapton. Green e Mayall fecero una litigata epocale, poi Peter Green si portò via il bassista, John McVie, il batterista Mick Fleetwood ed il giovane chitarrista Jeremy Spencer e fondò una band alternativa a John Mayall, chiamata Fleetwood Mac. Il nome, insomma, venne preso dal batterista e non dal musicista più famoso della band.
Una decisione corretta, perché Peter Green è un tipo estremamente fumantino, e litigava con tutti. La lite decisiva è stata quando, tre anni dopo, John McVie convinse gli altri membri della band a prendere a bordo una tastierista, Christine McVie, moglie di John e membro dei Chicken Shack, una band parallela di blues. Per Peter Green questa è stata la goccia che ha fatto tracimare il vaso, e se ne è andato. A quel punto Mick e John fecero delle audizioni, e scelsero il chitarrista americano Lindsay Buckingham, il cui stile fece cambiare istantaneamente la direzione del gruppo, via dal blues e dentro al folk-rock, anche perché i nuovi arrivati non sono inglesi, ma americani.
Nel giro di poche settimane Buckingham scrive una ventina di nuove canzoni, ma in sala prove non è contento, ed allora impone la sua fidanzata, Stevie Nicks, che ha una voce stupenda, è un’ottima polistrumentista e farà fare alla band un ulteriore balzo in avanti. Il disco che nasce, chiamato “Fleetwood Mac”, rimane per 37 settimane nei primi dieci posti delle hit parade inglesi ed americane, ed i 4 singoli estratti dal disco vanno in classifica in tutto il mondo. Dopodiché la band va in tour per oltre un anno, e nella primavera del 1976 i Fleetwood Mac sono una delle band più famose della terra, alla faccia di Peter Green.
A quel punto Lindsay e Stevie si mettono a scrivere nuove canzoni. Ci mettono un anno, perché sanno che si tratta di un disco decisivo. “Rumours” esce nel febbraio del 1977, dopo che la band ha lavorato per sei mesi in sala d’incisione. Il risultato è straordinario. Questo disco è tuttora il quinto disco più venduto della storia del rock, con oltre 40 milioni di copie. Il tour mondiale successivo, solo in stadi, è stato sold out per 15 mesi, ed in tutto il mondo hanno cominciato a saltare fuori band che cercavano di imitare il sound dei Fleetwood Mac, come i Supertramp e decine di altre.
Dopo il tour, Lindsay Buckingham e Stevie Nicks hanno ripetuto il giochetto, ma la magia era scomparsa. “Tusk” esce come disco doppio nel 1979, vende quasi 5 milioni di copie, ed è l’inizio della fine. John e Christine si separano, poi si separano Lindsay e Stevie. Da allora in poi le cose sono andate sempre peggio, ed anche in tentativi compiuti più tardi, con anni di distacco, il risultato era pomposo e stucchevole, il sound di Lindsay Buckingham era comunque passato di moda. Ma “Rumours” non si tocca, è un monumento che durerà per sempre.
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