Musica

La musica bisestile. Giorno 211. Cyndi Lauper

19 Dicembre 2018

Sembrava una bambolina pazza, un esserino indifeso ribelle ed indomito, ed invece era, già allora, un’artista con le idee chiare e nessuna voglia di accettare compromessi

SHE’S SO UNUSUAL

 

Nata nei Queens di New York da un padre svizzero tedesco ed una madre siciliana, a soli 5 anni si è trovata in mezzo al primo di diversi divorzi della madre, che se l’è portata appresso nel matrimonio successivo, con un uomo che, fin da quando Cyndi aveva 9 anni, ha abusato di lei in modi diversi, fino a toglierle la verginità, quando lei aveva 12 anni. A quel punto la madre l’ha finalmente portata via, ma solo perché ha incontrato il prossimo lupo, e Cyndi, così piccola ed indifesa, che in pubblico era sempre vestita di mille colori, con tagli dei capelli autopunitivi ed in generale un atteggiamento autodistruttivo, non è riuscita nemmeno a finire il liceo, perché puntualmente veniva espulsa.

“She’s so unusual”, 1983

A 17 anni scappò finalmente di casa, andando a vivere in Canada, dove si manteneva lavorando come cassiera e cantante di cover band, e dove è riuscita a prendere la maturità, dove è riuscita a trovare sé stessa, a smettere di umiliarsi e sentirsi sporca, dove è riuscita a trovare una strada e la forza per percorrerla. A questo punto aveva quasi 21 anni, e nel frattempo aveva imparato a vivere cantando, facendo le cover di Janis Joplin, per cui si era fatta una fama in Canada e poi a New York, quando era tornata, e poi cantando in innumerevoli altri progetti. Finché quel cantare disordinato le danneggiò talmente le corde vocali che fu costretta a smettere. Lei temeva che fosse per sempre, ma dopo due anni di intenso lavoro, un’insegnante d’opera newyorkese le insegnò tanta tecnica e la rimise in piedi.

A quel punto Cyndi era stufa di fare le cover, e nei due anni di stop aveva scritto tantissime canzoni, parte delle quali finirono in un disco quasi non prodotto di una band ginnasiale di New York. Suonando in pubblico quelle canzoni, venne notata da diversi produttori, ed alla fine, a 30 anni, la Epic le produsse il suo album d’esordio, che è proprio questo, con lei alla voce e The Hooters come band: un album che, secondo me, è una pietra miliare nella storia del pop. Nulla di veramente pretenzioso, musicalmente, ma melodie orecchiabili, testi intelligenti su storie di ragazze che rifiutano le gabbie e le regole della società borghese americane, ma anche quelle del punk e delle altre mode generazionali.

Dopodiché ci furono tre altri dischi, di successo decrescente, fino alla scomparsa, perché la casa discografica aveva perso interesse nel suo lavoro. Ed invece Cyndi ha continuato nell’ombra, vincendo premi su premi per i suoi contributi a diversi musical, lavorando in dischi altrui, producendo da sola nuovi album senza il supporto di nessuno, che pure si sono venduti abbastanza per mantenerla in vita. Oggi, a 65 anni, Cyndi sembra più giovane ed energica che mai, lavora tantissimo, è uscita dalla mischia – anche se diverse sue canzoni hanno avuto un grande successo commerciale nella musica dance grazie alle elaborazioni di Basement Jaxx ed altri giganti di quel genere. Io la adoro perché ha dimostrato che, con il talento, l’applicazione e la capacità di aver rapporti veri anche con persone difficili (come Roger Waters, Yoko Ono, Billy Joel), si possa avere una carriera vera, soddisfacente, senza doversi vendere mai.

https://www.youtube.com/watch?v=1pQxpaDg0V8

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