Musica
La musica bisestile. Giorno 193. Kula Shaker
Questa band esiste a fasi alterne, perché Crispian Mills, che dalla vita ha avuto tutto, è uno che si annoia presto, specie se qualcosa, come questo primo disco, gli è riuscito bene…
K
Il giovane Crispian Mills, rampollo londinese di una famiglia di attori e registi, a 20 anni prende lo zaino in spalla e se ne va a camminare in India, alla ricerca dell’illuminazione che gli dirà cosa fare nella vita. Negli anni precedenti aveva una piccola band di liceali, insieme ad amici con cui era cresciuto insieme fin dalle elementari. A mandarlo in India sono il nonno, che aveva vissuto laggiù alla fine del colonialismo, e gli amici di famiglia, come Richard Attenborough e Sir Lawrence Olivier – tutti innamorati dell’India. Laggiù Crispian frequenta una scuola regolare del movimento arancione a lavora in un villaggio, senza colpi di testa, senza crisi mistiche.
Lui, che già conosceva francese e tedesco, impara l’hindu ed il sanscrito, e poi impara a suonare il sitar ed altri strumenti locali. Incontra e sposa Josephine, con cui avrà due figli e vivrà per oltre 12 anni – anni in cui diventerà sceneggiatore di successo (spinto dai genitori e dagli zii) e metterà in piedi una band di rock psichedelico, nella quale gli strumenti indiani hanno una parte preponderante, e già all’esordio, con questo disco, scala le classifiche ed arriva a scalzare dal primo posto i contemporanei dischi dei Blur e degli Oasis.
Il fatto è che il ragazzo vive nella ricchezza e può continuamente cambiare idea, sicché la sua band, Kula Shaker, dopo il secondo album ed il secondo tour lo annoia, e lui la chiude lì, mettendosi a fare altro. Alcuni anni dopo pubblica un disco come The Jeeves – un disco registrato e corretto per cinque lunghi anni, ma poi, al momento di decidere se andare in tour, non ha voglia di avere musicisti da studio, e quindi richiama i vecchi amici, registrano un nuovo disco di Kula Shaker e vanno in tour con quello. Ma il successo, oramai, è passato, e Crispian nemmeno lo insegue veramente, dato che la sua carriera cinematografica lo soddisfa di più, perché è possibile percorrerla senza doversi continuamente esporre sul palco, alle feste, farsi intervistare.
Adesso, a 45 anni, si occupa dei suoi figli, che stanno per affrontare l’università, ed ha abbastanza soldi per tutta la vita. La stampa, che non lo ama molto, è costretta a riconoscere il fatto che il ragazzo è equilibrato, tranquillo, sereno, satollo, ed alla fine passa gran parte del tempo libero a studiare antichi libri in lingue dimenticate. Naturalmente non lo conosco, ma mi lascia un’immagine simpatica, di uno che non se la tira, che vive ritirato, perché basta a sé stesso, e se ha fatto un disco bellissimo e diverso dagli altri, non vedo perché io non debba celebrarlo.
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