Musica
La musica bisestile. Giorno 190. Bert Kaempfert
Le grandi orchestre digeriscono il jazz freddo e complesso in melodie accattivanti per l’audience popolare, e lo fa mescolando ritmi e melodie africane con la tradizione ed il gusto mitteleuropeo
AFRIKAAN BEAT
Le mode non muoiono di colpo, ma si mischiano con altre cose e si trasformano. I bianchi, nella prima metà del 20° secolo, ballavano sulle note delle operette, poi sulle arie, e contemporaneamente seguendo le grandi orchestre jazz, come quella di Benny Goodman, di Count Basie e degli altri eroi dello swing. In Europa, invece, le grandi orchestre furono il punto di inizio del mutamento successivo: in Italia Gorni Kramer (italianissimo nonostante il nome) è stato colui che ha aperto la strada, ma in giro per l’Europa c’erano decine di orchestre che suonavano le arie, lo swing, ma anche le canzoni alla Rabagliati, o al Quartetto Cetra, o i tedeschi Comedian Harmonists – che vennero poi copiati dai Manhattan Transfer.
Dopo la guerra, improvvisamente, l’Europa si è aperta anche alla musica sudamericana ed iberica, ai suoni dell’Africa, e mentre i cantanti erano ancora fermi a Nilla Pizzi, Zarah Leander e Marlène Dietrich, le grandi orchestre avevano scavalcato tutto ed avevano creato un esperanto musicale in parte rigidissimo (legato ai tempi dello swing), in parte anarchico (perché accettava qualunque influenza da qualunque cultura). Purtroppo non trovo da nessuna parte registrazioni online delle orchestre di Gus Brendel ed Igor Rosenow, ma loro sono stati la fase successiva, perché, nel mischiare, hanno trovato modo anche di metterci il blues e gli inizi della musica psichedelica.
La loro musica non si trova, temo, perché era considerata dozzinale ed al contempo era troppo avanti. Ho tre dischi meravigliosi di queste due orchestre, e li custodisco gelosamente. I due che sfondarono anche a livello discografico furono i due che ebbero successo negli Stati Uniti, il tedesco Bert Kaempfert ed il californiano Herb Alpert. Kaempfert veniva da Amburgo, era in Marina, ed alla fine della guerra trovò immediatamente lavoro come musicista nelle crociere tra l’Europa e l’America.
Ovviamente in Germania, nonostante lui lavorasse con Freddy Quinn, non esisteva ancora una società che avesse voglia e denaro per comprare ed ascoltare musica leggera, così è fino a lavorare oltre oceano, dove ha scritto centinaia di canzoni per ogni possibile interprete, il tutto essendo sotto contratto, come autore, per la Decca, che però, alla fine degli anni 50, decise di vendere anche le incisioni originali della sua orchestra – anche perché il suo stile personalissimo aveva da un lato prodotto “Strangers in the night”, il più grande successo di Frank Sinatra, ma dall’altro un caleidoscopio di musiche originalissime, ottenute mescolando lo swing con le musiche tradizionali austriache, svizzere e tedesche, aggiungendoci una strumentazione tutta testa ad evocare l’Africa.
Il risultato era ed è fenomenale, unico ed indimenticabile. Credo che, ascoltando i brani, non solo scoprirete di averli sempre conosciuti, ma sverrete di nostalgia.
https://www.youtube.com/watch?v=jvYacxNzcn4
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