Musica

La musica bisestile. Giorno 324. Eminem

13 Febbraio 2019

Il campione della musica nera per eccellenza l’hipop, è un bianco. Sviolinata per Eminem, uno dei più grandi autori contemporanei

THE SLIM SHADY

 

Non mi piacciono né il rap né l’hipop. Non li sopporto. Li trovo due movimenti leziosi, volgari, violenti, superficiali e banali. Ma adoro Eminem. Lo trovo controverso, profondo, sorprendente. Ammetto che non capisco nulla, quando canta, e che per capirlo devo leggere i testi scritti e devo usare qualcuno che mi spiega la grande quantità di metafore, di acronimi, di parole provenienti dall’iperspazio e che fanno parte del gergo di quella parte della popolazione americana che ama quel genere di arte. Adoro il poetry slam, e Ginzburg, da cui tutto ha avuto inizio. Ed anche in quel caso ho bisogno di aiuto, la mia padronanza dell’inglese non basta per comprendere il significato dei testi.

“The Slim Shady”, 1999

Di Eminem mi piace il fatto che possa essere, nello spazio di un solo brano, disperato, sarcastico, allegro, visionario, romantico, sordido, tutto con un’espressione credibile, non affettata. Il suo avatar “Slim Shady” (Ombra Sottile) è un nome pellerossa, guadagnato sul campo, ed è il contrario dei soprannomi da bulli degli altri rapper. Eppure è apertamente dalla parte dei neri: “Ehi, mani in alto, poliziotto non sparare, prometto di non reagire a quello che mi fai, tanto non possiamo capirci, nessuno di noi capisce ciò che succede all’altro”, e mentre il bianco è “untouchable”, il nero è la merda su cui tutti vomitano e scaricano la rabbia e la frustrazione, finché il nero non reagisce, allora gli si spara.

Kim Mathers

Nulla di nuovo, ma sono parole di un bianco con l’aspetto super ariano. “Nella vita ti capita una grande occasione. Che fai? La cogli o la lasci scivolare via? Spesso la lasci andare, perché ti porterebbe dove ti umili da solo e tradisci la tua gente”. Quanto all’amore, la consapevolezza dell’incapacità ed inadeguatezza è ancora più violenta: “Te ne starai lì a guardarmi bruciare, ma va bene perché mi piace il modo in cui fai male. Te ne starai lì a sentirmi piangere, ma va bene perché amo il modo in cui menti (…) E adesso è come se avessi un coltello d’acciaio nella mia trachea, non riesco a respirare ma combatterò finché posso, finché tutto ciò che è sbagliato sembra giusto, e sarà come essere in volo, drogato dal suo amore, ubriaco del suo odio (…) E poco prima di annegare, lei mi rianima, lei mi odia maledettamente tanto e mi piace, aspetta, dove stai andando? Ti lascio. No, non lo farai. Torna qui, stiamo tornando indietro, eccoci di nuovo”.

Heilie e Scott Mathers, due delle tre figlie di Eminem

La vita di Eminem è lo specchio di questo disastro. La sua fidanzata di sempre, Kim Mathers, che lui aveva sposato alla nascita del loro primo figlio, è una tossicodipendente bipolare, ed il matrimonio è finito in un divorzio terribile, perché Eminem aveva scritto una canzone sul disastro, intitolata “Kim”, per cui lei lo ha lasciato, gli ha fatto causa, e via di seguito. Si risposano qualche anno dopo, ma finisce ancora peggio. Stavolta è lui ad andarsene, perché non ce la fa più, e perché uno dei suoi migliori amici, Proof, è stato ammazzato a revolverate davanti a un bar di Chicago, e questo ha sprofondato Eminem nella disperazione. Quando si è ripreso, ha adottato due sorelle di sua figlia Hellie, figlie di Kim con altri uomini, dato che la madre non è in grado di accudire nessuno. Hellie adesso ha 23 anni e canta con il padre. Lui, Eminem, ora ha 47 anni, ma è completamente consumato. Ma continuo ad adorarlo. È serio, compunto, solido, dice cose sensate e quiete, vive solo, quasi isolato, con i suoi amici di infanzia e le sue tre figlie, e dice grazie per la vita felice che ha avuto fino ad ora. Alla faccia dei tanti bambini viziati, anche della sua età, che mi è capitato di conoscere, e che non saranno adulti mai, e non fanno che piagnucolare e chiedere aiuto.

 

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