Lifestyle

La ballata del bel batterista dannato

29 Ottobre 2022

Neil Finn racconta di essere rimasto seduto per ore sulla panchina di fronte alla casa di Melbourne, all’inizio per fare compagnia ai figli che giocavano nel parco, e poi per pensare al suo migliore amico, Paul Hester, con cui da ragazzino aveva giocato a rugby, si era intimidito di fronte alle ragazze ed aveva iniziato a suonare la chitarra: “Paul era il bello. Bello e dannato. Con le ragazze balbettava, ed erano loro a cercarlo. Poi aveva incontrato Deborah Conway, e le cose sono andate fuori controllo”.

Paul Hester (il primo a destra nella foto) e Neil Finn (primo a sinistra) erano già famosi da anni con gli Split Enz, ed avevano da poco cambiato nome in Crowded House per far posto a Tim, il fratello di Neil, un talentuoso tastierista. I tre, prima ancora di finire il liceo, erano andati ad abitare insieme in una vecchia villa da ristrutturare. Sharon ride: “Ogni sabato mattina dicevano: stavolta prendiamo chiodi e martello e cominciamo. Poi andavano in garage e suonavano fino alla sera, quando era ora di andare a fare il concerto”. Ed è andata avanti così per anni: “Le cose sono cambiate solo quando i bambini hanno iniziato a crescere”.

Deborah è un’affermata cantautrice, femminista impegnata, una donna bella e fiera, e Paul la incontra perché suona la batteria per lei in sala di registrazione. Il loro è un amore frenetico, quasi ossessivo, fatto di liti furiose e successive appassionate riappacificazioni. Sharon, che è ancora oggi accanto a Neil e condivide con lui due figli ormai adulti, spiega: “C’era stata una lite tremenda, e Deborah si era messa a piangere in strada. Paul non sapeva che fare, e si è buttato sotto un camion, che l’ha mancato per un capello. Lì è stato chiaro a tutti che le cose non potevano restare in quel modo”.

Deborah Conway nel 1989, quando viveva con Paul

Siamo nel 1992, Paul e Deborah sono una coppia da oltre dieci anni, e si amano e odiano con la stessa intensità del primo giorno. Neil passa la sera con lui, che poi diventa la notte, “e li ho trovati come due orsetti, la mattina dopo, abbracciati sul divano”, racconta Sharon. Sul tavolino un testo, scritto principalmente da Neil, che traspone poeticamente quell’amore così martoriante. La canzone si chiama “Four seasons in one day”, quattro stagioni in un giorno – una frase fatta degli australiani per giornate dal tempo mutevole, ma che nella canzone diventa una metafora della storia tra il batterista e la cantautrice.

Paul e Deborah si lasciano, Hester sposa una fotografa incontrata ad un concerto. Lui, Neil ed il di lui fratello, Tim, hanno da anni fondato i Crowded House, e sono la band più famosa del continente oceanico. Una band di musica dolce e leggera, il cui brano più famoso, “Don’t dream it’s over”, è stato purtroppo violentato e distrutto da Antonello Venditti. La fotografa convince Paul a lasciare la band, ed a continuare come session man. La coppia ha due figli. Ma una notte del 2001 il batterista si presenta a casa Finn, in lacrime. Ha incontrato Deborah, si sono baciati, lei gli ha detto di avere un altro – e del resto sono passati nove anni…

La famiglia Finn nella vecchia casa di Melbourne, anno 1992

Paul torna a casa, prende la sua roba e va a vivere dai genitori. Non si riesce più a farlo uscire di casa, se non per suonare. Deborah lo minaccia: se lui continua a chiamarla a casa lei dovrà ricorrere alla polizia. All’alba del 26 marzo del 2005, a soli 46 anni, Paul esce per una passeggiata nel parco, cerca un albero abbastanza forte e si impicca. La sua morte è una tragedia per tutti coloro che lo conoscono, ma soprattutto per Neil, che ha perso il suo amico d’infanzia, e per Deborah, che si sente colpevole.

Da allora, ad ogni concerto, Neil canta la canzone sull’amico di una vita, e poi tace, per alcuni interminabili secondi, per commemorare Paul, morto per un amore malato.

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