Grandi imprese
Karaoke: la funzione in arrivo su Spotify?
Sono solo voci di corridoio. Dobbiamo trattare il rumour come tale, ce lo ricorda anche il sempre attendibile sito di Rockol.
Sembrerebbe che Spotify, non pago di essere diventato ormai quasi universalmente il selettore della musica che ascoltiamo – abbiamo infatti delegato a freddi algoritmi la facoltà di decidere cosa farci sentire – abbia deciso che il prossimo passo sia quello di scegliere per noi anche cosa farci cantare.
Canta che ti passa
È innegabile che trasformare la – nettamente – più grande library musicale al mondo, YouTube ci perdonerà perché non è una vera e propria libreria di note, bensì un aggregatore di video, in un enorme karaoke possa essere una mossa con del potenziale. Tutti sappiamo bene ormai come funzioni Spotify. Il grosso dei suoi introiti non deriva dalle sottoscrizioni Premium, le quali sono comunque numerose e rappresentano una bella fetta delle entrate della piattaforma, ma proprio da quelle inserzioni pubblicitarie che l’account Premium promette di risparmiarci, insieme ad altri bonus rispetto all’accesso free.
Se ai già numerosissimi ascoltatori si aggiungessero altri cantanti o aspiranti tali, gli accessi a Spotify potrebbero aumentare ancora o, almeno, fidelizzarsi e aumentare il tempo medio trascorso sulla piattaforma. Dunque aumentare le sottoscrizioni Premium e far circolare maggiormente gli advertisement. Insomma, si potrebbe monetizzare ancora, tuffandosi tra l’altro in un oceano blu, dal momento che non esistono concorrenti della stessa dimensione ed estensione nel campo del karaoke.
L’indiscrezione
Il presunto progetto è stato svelato da Jane Manchun Wong: hacker, informatica ed esperta di ingegneria inversa che spesso ha rotto le uova nel paniere dei giganti della Silicon Valley. Wong ha postato uno screenshot sul suo Twitter che rivelerebbe la nuova funzionalità, la quale è naturalmente ancora coperta di riserbo.
Spotify is working on Karaoke Mode
the vocal level is adjustable pic.twitter.com/apeIlETAQs
— Jane Manchun Wong (@wongmjane) September 7, 2020
L’idea sarebbe quella di poter modificare a piacimento, alzando o abbassando comunque si preferisca, la traccia vocale di ogni singola canzone. In tal modo ogni file riproducibile all’interno della libreria potrebbe diventare base per karaoke. Contestualmente, sarebbe anche possibile visualizzare il testo del pezzo direttamente in app, così da poter utilizzare Spotify come base per esibizioni di qualunque livello.
Aspetti tecnici e dispute sul copyright
Dal punto di vista meramente tecnico, per quanto riguarda insomma l’ingegneria del suono, l’operazione è piuttosto semplice. Ben prima di scomodare un gigante come Spotify, quasi tutti i principali software di editing audio disponibili sul mercato, a partire da quelli freeware, gratuiti per l’utente, offrono questa possibilità. Non occorre infatti alcuna registrazione multitraccia (professionale) del brano per potergli applicare un filtro. Esso, agendo sulle frequenze della registrazione, può facilmente nascondere il cantato, facendolo letteralmente sparire dal recorded file. Solitamente basta andare ad agire sulla fascia compresa tra 450 e 3000 Hz per riuscire a rimuovere la traccia vocale. Uscendo dai tecnicismi, stiamo parlando dell’abc dell’audio editing.
Ben più complicata, invece, è l’integrazione dei testi di ogni singola canzone. Non tanto dal punto di vista tecnico – anche qui, non è certo difficile aggiungere un documento testuale che riporti le parole di quel che stiamo ascoltando – bensì da quello legale, relativo alla cessione dei diritti d’autore sul testo. per poter riportare all’interno di una app le cosiddette lyrics, infatti, occorre firmare un accordo di licenza con l’editore o almeno stipulare un contratto con un provider di testi che sia in regola con i titolari dei diritti d’autore per la canzone in questione.
Ora, Spotify è una piattaforma così importante che difficilmente può farsi infastidire da noie come queste, resta però il fatto che per riuscire a dotare ognuna delle tracce disponibili all’interno della sua libreria occorrerà tempo. Qualora queste intriganti voci relative ad una simile funzionalità si rivelassero poi essere concrete e non solo una boutade – o un’elaborata strategia di click-baiting – sarà inevitabile dover attendere qualche tempo prima di poterci scatenare cantando a squarciagola il nostro pezzo preferito tramite Spotify Karaoke.
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