Musica
Trentaquattro anni senza John Lennon
Quegli occhialini rotondi, i capelli lunghi, lo sguardo disincantato, gli occhi profondi…..John non ci ha mai lasciato.
Sono passati 34 anni da quel freddo 8 dicembre 1980 quando, all’ingresso del condominio Dakota di New York, la follia di Mark Chapman stroncava la vita di John Lennon, sognatore, pacifista e soprattutto, con l’amico Paul McCartney, uno delle anime principali del Beatles, il più grande complesso rock di tutti i tempi.
Ma la vita di Lennon, cosi breve e travagliata, è sempre stata segnata non solo dalla musica, che era la sua grande passione, ma anche da un forte spirito di libertà e ribellione, che forse toccò il suo apice con l’arrivo negli Stati Uniti.
Una caratteristica che era nata nell’infanzia travagliata presso i quartieri borghesi di Liverpool, trascorsa nella casa dei nonni materni, che se ne erano presi cura dopo la morte prematura del padre e la fuga della madre Julia, che fu la prima a inculcare nel figlio l’amore per la musica e il rock n’roll.
Ma il legame madre e figlio venne tragicamente stroncato nel 1958, quando Julia morì investita da un pirata della strada.
La morte della madre segnò per tutta la vita Lennon, che cercò sempre nelle sue canzoni di trovare un modo che gli permettesse di ricongiungersi all’unica donna che fino a quel momento gli aveva sempre voluto bene, anche se in un modo cosi particolare.
E forse fu proprio questo che, poco tempo dopo la tragedia, lo avvicinò al coetaneo Paul McCartney, che aveva perso pochi anni prima la madre per un tumore al seno.
In pochissimo tempo i due ragazzi di Liverpool, anche se cosi diversi per stile e vita, divennero inseparabile e fondarono i Quarrymen, gruppo che di lì a poco avrebbero cambiato il nome in Beatles.
Era l’inizio di una leggenda.
Con i colleghi e amici George Harrison e Ringo Starr e l’affettuoso supporto del manager Brian Epstein, John e Paul iniziarono la scalata verso i vertici della musica pop mondiale, vertice che raggiunsero con indimenticabili brani: Yesterday, Please Please Me, Girl, Michelle…
Eppure, anche se era stato nominato baronetto ed era felicemente sposato con la bella Cynthia, oltre ad essere padre del piccolo Julian, Lennon continuava a essere sempre più inquieto, tanto che cominciò ad avvicinarsi al mondo della spiritualità indiana e al LSD, coinvolgendo in poco tempo anche i suoi amici.
Dopo la morte del 1967 di Epstein per un’overdose di sonniferi e la decisione di McCartney di prendere nelle sue mani il completo controllo degli affari del gruppo, John divenne sempre più depresso, fino all’incontro con Yoko Ono.
Artista giapponese dal carattere eccentrico e ribelle, Yoko fu per Lennon la materializzazione del suo ideale di donna e madre, Yoko gli ricordava moltissimo Julia.
Dopo aver divorziato dalla moglie, John sposò nel 1968 la sua amata Yoko in Spagna, sulla rocca di Gibilterra.
Sempre più estraneo alle vicende dei Beatles, accolse con sollievo nell’aprile del 1970 la decisione di McCartney di sciogliere definitivamente il gruppo.
Pochi mesi dopo il cantante partiva con la moglie per New York, dove aveva deciso di stabilirsi definitivamente.
Ma fin da subito il progetto di Lennon di ottenere la cittadinanza americana incontrò numerose difficoltà.
Infatti, non solo l’FBI, ma anche la CIA, non si mostrò molto entusiasta delle nette posizioni pacifiste che John aveva assunto nel corso degli anni.
Posizioni che vennero più volte ribadite dalle manifestazioni che John e Yoko fecero in giro per il mondo, come il concerto di Attica nel 1970, per Angela Davis e John Sinclair, incarcerati per la loro attività nel gruppo delle Pantere Nere o quando affissero a Natale una serie di manifesti per la pace nel mondo.
A ciò si aggiunse una serie di problemi coniugali con Yoko e i vari litigi con il leggendario discografico Phil Spector, che nel 1974 obbligò Lennon a incidere un album sul Rock’s’ Roll, disco che poi si rivelò un fiasco commerciale.
In quel triste momento, l’unica consolazione per John fu l’enorme successo internazionale di Imagine, che era stata pubblicata per la prima volta nell’album Mind Games del 1973.
Ma tutto questo non bastò a dare conforto al cantante, che non solo tradì Yoko con la sua segretaria May Wang, ma non gli impedì di avvicinarsi anche al mondo delle droghe pesanti.
Nel 1975, convinto di aver perso per sempre il suo tocco magico, Lennon prese la difficile decisione di lasciare per sempre il mondo della musica e di dedicarsi alla moglie e al figlio Sean, anche se in realtà non smise mai di comporre.
In quello stesso anno, dopo una lunga battaglia legale, finalmente il cantante ottenne la soddisfazione di avere un permesso di residenza temporanea negli Stati Uniti, parziale coronamento di un sogno per cui aveva molto lottato.
Nel 1980, dopo anni di silenzio, finalmente John pubblicò l’album Double Fantasy, cui aveva collaborato Yoko, che doveva rappresentare il suo grande ritorno sulle scene.
Ma tutto questo venne spezzato per sempre dagli spari di Mark Chapman la sera dell’8 dicembre, quando l’album era uscito da poco più di un mese.
Da allora la vedova Yoko Ono si è dedicata con tutta se stessa a una serie di attività in memoria del marito, come la pubblicazione di Milk and Honey, disco postumo del 1984 o la creazione del campo delle fragole a Central Park, che prende il nome dall’omonimo brano di Lennon, inno ai piaceri di una vita semplice e lontana da tutto.
Ma forse il modo migliore di ricordare Lennon è il video di Imagine, dove lui e la moglie entrano in una villa e suonano la canzone con un enorme pianoforte bianco, il colore della purezza.
E da qualche parte tra le nuvole, forse, se si tendono le orecchie, si possono udire ancora oggi le note di quella canzone che, dal 1973, è diventata uno dei simboli di pace e fratellanza universali più noti al mondo.
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