Musica
Quando il mondo interiore si trasforma in musica: intervista alla cantautrice TI
Dopo il successo di “Rumors”, il primo singolo pubblicato da TI, al secolo Tiziana Felle, e contenuto nel suo nuovo EP, la cantautrice pugliese torna sulle scene musicali. Dal 26 maggio è, infatti, online, “Programs”, nuovo brano che riflette su un tema quanto mai attuale: gli amori tossici. A distanza di pochi giorni, TI ha poi presentato al pubblico il suo intero Ep dal titolo “Inner”, oggi disponibile su tutte le piattaforme digitali, distribuito da Angapp Music. In questa intervista, l’artista racconta le tappe che l’hanno portata a completate il suo progetto soffermandosi sia sull’aspetto testuale che su quello musicale dei propri brani, nei quali si assapora un’aria internazionale.
Cosa racchiude il titolo “Programs”?
Quando ho scritto il brano, ho pensato che Programs sarebbe stato ideale come titolo per due ragioni: Programs come piani, programmi, qualcosa di organizzato e regolato, che ci appare perfetto, definito, ma che può mutare, presentare difetti, crepe, può cambiare direzione, distruggersi e Programs come tutti i software che fanno parte di noi, nella vita di ogni giorno. Mentalmente ho voluto creare un collegamento fra la chiusura di un programma, il disfacimento di un’idea che immaginavamo perfetta e la fine di una storia d’amore.
Affronti un tema come quello dei legami tossici: quanto la musica può aiutare ad uscirne?
La musica ha un grande potere salvifico a mio avviso; è fondamentale per una crescita culturale ed esperienziale. Non solo fa riflettere, ma ha un potere comunicativo e aggregante incredibile. La musica può veicolare significati e messaggi importanti che possono essere colti e rielaborati da tutti. Può senza dubbio allontanare tanta negatività ma non sarei onesta se dicessi che può salvare tante vite da legami tossici, di dipendenza e di violenza. Purtroppo questa è una sfera delicata che ha a che fare con la nostra parte più intima, con la vita e i rapporti che abbiamo instaurato. La nostra società è più “sola” che mai ed è sempre più fredda e anaffettiva e questo certamente non aiuta i rapporti umani.
Il nome che hai dato all’Ep, “Inner” ,evoca anche foneticamente un concetto di interiorità: la musica è il tuo strumento per tirar fuori il tuo mondo interiore?
Certamente si. È ciò che mi permettere di raccontare quello che vivo e che sento, quello che mi ha colpito, che mi ha scosso, commosso, quello che ho ascoltato e tutto ciò che abita dentro di me. È un filtro meraviglioso per comunicare con gli altri e per trasferire in suono e parole i pensieri.
Nasce prima il testo o la musica nei tuoi brani?
È nata quasi sempre prima la musica. Qualche volta contemporaneamente musica e testo. Ma la musica è sempre stata al primo posto. Ho sempre composto cantando in una lingua completamente inventata, con frasi in inglese unite a sillabe senza alcun nesso fra loro…un po’ alla Elisabeth Fraser dei Cocteau Twins o alla Jónsi dei Sigur Ros… Questo perché per me è fondamentale il suono (in questo caso delle parole); viene prima di qualsiasi altra cosa e deve emozionarmi.
Racconti un mondo complesso intimo: in che modo lo traduci a livello di musica e sound?
Non so se sono riuscita a comunicare attraverso il suono di Inner l’idea di intimità e di quanto il nostro mondo interiore sia complesso… spero almeno in piccola parte…Amo il lavoro in studio, il lavoro di composizione, arrangiamento e di produzione. Ogni suono generato da un synth, da un arpeggiatore, da un basso o batteria poi manipolati parlano di qualcosa, evocano ricordi, involontariamente si connettono con la nostra parte più intima, ci fanno pensare e sentire. La ricerca del suono, l’attenzione al dettaglio, la delicatezza nel gusto sono le cose a cui tengo di più… per questo motivo sto cercando di approfondire la mia conoscenza nell’ambito della musica elettronica. In Inner mi hanno accompagnato due musicisti che stimo molto: Matilde Davoli per l’arrangiamento e produzione di Programs e Simone De Venuto per la produzione di Rumors e Void Voice; Entrambi mi hanno aiutato a realizzare esattamente le idee che avevo in mente.
Quanto delle tue esperienze artistiche pregresse confluisce in questo EP?
Credo che molto del mio passato musicale confluisca nell’Ep, Inner si avvicina all’ultima produzione di Fabryka ma anche in parte a Boundaries, il mio primo lavoro da solista. Inner è solo la prima parte di un lavoro più ampio, a cui mi sto dedicando, che è molto vicino alla musica elettronica, al dream pop e alle musiche da film.
Devi fare login per commentare
Accedi