Musica

Intervista a Gulino: l’artista presenta il suo primo album “Prime Luci”

16 Dicembre 2024

 “Prime Luci” è il titolo del  il primo album di Gulino anticipato dai singoli “45 Volte” e “C’era una volta”, uscito su tutte le piattaforme online lo scorso 31 ottobre. Nove tracce che raccontano la crescita del protagonista mentre affronta la vita prima con l’ingenuità di un ragazzo e poi la maturità di un uomo. Gulino scrive piccole poesie. Ogni brano è un piccolo cortometraggio di un pezzo di storia, della sua storia. “Prime Luci” rappresenta i 7 anni trascorsi in cui un ragazzo è diventato uomo. Le sue canzoni affrontano temi come la mancanza di una persona cara, la paura di dimenticare, le relazioni e le maschere che indossiamo. L’album è un grido di emozioni, diretto e senza filtri, che racconta la vita e se stessi. Il titolo, “Prime Luci,” segna l’inizio di questo percorso musicale e personale, rendendo omaggio al nonno Mario Gulino, autore di una raccolta di poesie con lo stesso nome. Il viaggio musicale attraversa stati d’animo diversi: dai ricordi di una madre lontana (Stare con me), alla falsità delle persone (Circo colorato), ai rimpianti di una relazione finita (Ciglia). In questa intervista Gulino ci conduce nel ‘dietro le quinte’ di questo disco e della sua carriera artica.

 In “Prime luci” racconti il passaggio dalla vita di ragazzo a quella di uomo: qual è il più grande cambiamento che hai vissuto?

Il cambiamento più grande penso sia stato proprio diventare uomo perché vengono a mancare delle persone. Avere “l’obbligo” di diventarlo prima del previsto, cambiare perché non hai altra scelta, quello penso sia il più grande cambiamento.

Quando e come hai scoperto la passione per la musica?

In casa la musica non è mai mancata, ricordo che mia madre metteva sempre qualche disco la sera, oppure mia nonna a casa con la sua radiolina. Sono sempre stato incantato da questo mondo, esprimere le proprie emozioni tramite la musica e la scrittura mi ha sempre affascinato, ammetto che forse è l’unico modo in cui riesco a dire le cose veramente.

 I tuoi testi traggono ispirazione dalle poesie di tuo nonno: cosa raccontavano quelle poesie?

Mio nonno, da quello che ho letto, era una persona molto sensibile, penso di aver preso da lui tutta questa sensibilità e questo esprimersi in scrittura.

Quali ascolti musicali ti hanno influenzato da ragazzo e quali da uomo?

In 28 anni, per fortuna, la musica non è mai mancata, mi è sempre piaciuto ascoltare un po’ di tutto per capire i generi, i testi e le persone. Però tutto è partito con Rino Gaetano, che è ancora un punto fermo nella mia crescita sia artistica che personale. Ad oggi però mi sento molto influenzato da Brunori Sas, un cantautore che esprime le proprie emozioni in un modo unico.

Anche tua madre e tua nonna hanno influenzato le tue scelte artistiche, in che modo?

Penso sia un discorso più ampio, mia madre e mia nonna mi hanno dato modo di vivere, di poter sognare e di poter essere qui a scrivere. Alcune canzoni che ho scritto sono dedicate proprio a loro, non lo nascondo.

C’è un artista italiano o straniero con cui ti piacerebbe duettare? Se sì, perché proprio lui/lei?

Come dicevo prima, chi mi ha influenzato di più in questi anni è Brunori Sas, quindi non posso che dire lui. Penso che sarebbe la cosa più bella della vita confrontarmi con una persona del genere.

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