Musica
Gennaro De Rosa per Musica contro le Mafie racconta Music For Change
Quanto la musica possa fare nella lotta contro le mafie ce lo racconta, in questa intervista, Gennaro De Rosa, presidente dell‘Associazione Musica contro le Mafie. Giunto alla sua quattordicesima edizione, il premio Music For Change istituito dall’ente presieduto da De Rosa, ha visto svolgersi l’esibizione dei finalisti e la premiazione presso Casa Sanremo durante il Festival della Canzone Italiana. Si tratta di uno dei più importanti e prestigiosi premi musicali italiani, punto di riferimento in Europa tra i premi musicali a sfondo sociale. Il podio, quest’anno, lo hanno conquistato gli emiliani Malvax trionfando con il brano “Il lato positivo”, sul tema sociale “Lavoro e Dignità”. Sotto la direzione artistica del Presidente di “Musica contro le mafie”, Music For Change si è confermata una rassegna unica nel suo genere capace di coniugare la gara musicale con prestigiosi incontri ed eventi complementari incentrati sull’impegno civile.
Come è nata l’idea di istituire il premio Premio “Music For Change”?
Il premio nasce 15 anni fa, poi nel 2021 si rigenera e diventa “Music for Change”. Da quel momento abbiamo deciso di mutuare i temi dall’Agenda 2030: inclusione, sostenibilità ambientale, sviluppo sociale. Sui diritti si gioca una partita decisiva per l’esistenza umana. Noi vogliamo fare la nostra parte. Abbiamo cambiato anche la struttura del premio. Ora potrebbe essere un perfetto format per la TV: musica e impegno civile, storie di vita e temi importanti, 8 artisti che vivono e compongono per 12 giorni in delle casette di legno, 2 studi di registrazione, coach, conductor, esperti, ospiti musicali, della cultura e del mondo dell’intrattenimento. Impegno e divertimento possono convivere ed è quello che facciamo da anni.
Quanto e come ritiene che la musica possa veicolare messaggi sociali importanti?
La musica non solo può ma deve veicolare messaggi sociali. La musica è un mezzo di comunicazione che va oltre il tempo. La musica non è solo messaggio. È azione. La musica ha un potere fattuale, è un atto perlocutorio (cioè nel dire, fa sentire e esorta al fare). La musica non è solo estetica, offerta di emozioni. Se l’artista è vero, alla musica affida anche i suoi dubbi, le sue inquietudini, i suoi sogni. In una parola la sua etica.
Cosa ha significato portate a Casa Sanremo i finalisti del premio?
Casa Sanremo per noi è un appuntamento consolidato ormai da quasi 10 anni, un punto fermo importante per noi. Essere presenti con il nostro bagaglio, il nostro impegno in un contesto come quello della settimana del festival resta un segnale di resistenza importante. La musica deve riappropriarsi del suo ruolo primordiale e soprattutto di quella capacità di caratterizzare i gruppi umani ovunque essa si manifesti.
Quale impatto ha avuto fino ad oggi il premio a livello nazionale?
E’ un lavoro che portiamo avanti da 15 anni con molte soddisfazioni. La maggior parte sicuramente verificabili sui motori di ricerca, che sono quelle date dai numeri e dal ritorno mediatico. Quelle un po’ più interne e riservate e che per noi valgono molto più di tutto il resto sono quelle che vengono dai tanti casi di giovani provenienti da realtà a rischio che incontriamo. Sono ragazzi che trovandoci sul loro cammino (facciamo numerosi progetti nelle scuole di aree svantaggiate) comprendono che la musica non è qualcosa di riservato a pochi ma che può essere anche una alternativa importante nelle loro vite. Ed è anche capitato di aver contribuito a delle svolte importanti nelle vite di alcuni.
Quali sono i prossimi progetti in cui sarà impegnata l’associazione Musica contro le mafie?
Noi siamo costantemente al lavoro su numerosi progetti. A fine aprile sarà diramato il nuovo bando per la 15^ edizione del premio che avrà tantissime novità. Music for Change è un nome che si porta dentro sicuramente il desiderio di cambiamento della società nella quale viviamo ma anche la nostra creatività inquieta che ci porta a rigenerarci costantemente.
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