Musica
Insanità: la creatività secondo Distortionwaves
Raccontare un nuovo brano è un po’ come scattare una fotografia della vacanze, devi sempre bilanciare una scena che rappresenti quel momento ma anche i ricordi, devi poter rileggere quanto prodotto a distanza di anni, catturare il presente per parlare al futuro. Ragionando mentre cercavo le parole da usare per raccontare il primo singolo di Distortionwaves, “Insanità”, mi sono reso conto che l’atto stesso della stesura di questa breve introduzione sarebbe stato ideale allo scopo. La canzone difatti parla di pazzia (buona) e creatività, va alla ricerca della fonte del proprio “flusso creativo”, che i tedeschi pre romantici chiamavano “Sturm und Drang”, “impeto e passione”. Il background dietro a queste “onde di distorsione” è pure quello di una terra che ha origini e storie ancestrali tutte sue, inedite rispetto al resto della penisola, un rapporto viscerale ed istintivo fra terra e umanità che ritrovo nell’attitudine di Timothy, ovvero DistortionWaves.
Vi lascio alla chiacchierata che abbiamo fatto, e vi invito a pigiare sull’immagine sottostante per vedere il video del brano e vivere al 100% l’esperienza creativa di Insanità.
1) Cosa si prova a vedere finalmente pubblicato il proprio primo singolo? Emotivamente come ti coinvolge vedere pubblicata una parte della tua ispirazione musicale?
Provo una bella sensazione, non facile da descrivere. Sento come un senso di pace interiore e leggerezza. Ho dovuto tenera a bada una forte impulsività che mi caratterizza, dovendo trovare un equilibrio con l’io, un duro lavoro di simbiosi. Oggi mi appaga vedere i frutti della realizzazione concreta di un obiettivo, ciò che da tempo idealizzavo ora finalmente inizia a proiettarsi verso l’esterno. Nel videoclip Insanità testo e suoni accompagnati dalle immagini raggiungono la massina espressione di essa, concretizzandosi verso una nuova dimensione chiamata realtà.
2) Nel brano Insanità, questa parola si lega con Creatività. Ci potresti raccontare come questi due concetti si connettono e influiscono nel tuo processo creativo?
C’è un legame profondo tra le due! Entrambi vivono in un habitat privato, all’interno di una gabbia sconosciuta e misteriosa, e quando vengono stimolate dalle giuste energie, si scatenano, liberandosi, un territorio anarchico che da loro spazio e modo di esprimersi. è allora che l’insanità diviene creatività. La società invece ha sempre catalogato l’insanità come un disturbo psichico, qualcosa che va curato necessariamente, dimenticando che ogni caso ha una sua storia dietro e spesso se ne oltrepassano le fonti, giudicandone i comportamenti, senza studiarli, emancipandoli a la sola pazzia. Nel brano racconto io che faccio un viaggio dentro me stesso, dando voce a quei demoni che spesso metto a tacere perché non conformi all’ideale comune. Mi abbandono all’ascolto interiore senza giudicarmi, e cerco di dare un senso a ciò che sento, scoprendone una originalità che mi appartiene, il filo conduttore alla linfa vitale. In ognuno di noi vive una parte insana che può essere positiva o negativa ma in entrambi i casi è utile all’evoluzione di noi stessi! La maggior parte delle volte la si nasconde per paura del giudizio. La società in se può essere può sia farla uscire che a volerla in gabbia, per il volere di qualcuno ed i suoi interessi.
3) All’inizio del brano citi la Sardegna, dove tutt’ora vivi, e volevo chiederti: in quale modo questo territorio influisce sulle tue canzoni? È collegata anche al nome d’arte DistortionWaves?
Sono legato profondamente alla terra in cui sono nato, qui nascono le mie radici, nonostante sia da sempre in conflitto con parte di una mentalità opposta alla mia. La Sardegna è di chi la ama e non basta viverci per reputarsi parte di essa. Lei è una Dea che si dona agli occhi di chi la sa apprezzare rispettandola. Io ho imparato ad apprezzarla allontanandomi da lei, emigrando tante volte e raccontandone la sua ricchezza. Chi la ama e vive lontano da casa la sua nostalgia, sa di cosa parlo. Il mare che la circonda è un flusso continuo di energie con un mondo sotterraneo magico e ne scopri il suo splendore solo quando ti ci immergi dentro. Correnti marine spingono onde accompagnate dal vento, ed ecco dove mi specchio, io e la mia impulsività, la necessità di fare emergere il rumore del mare come frequenze sonore. Qui la correlazione di DistortionWaves.
4) Ci racconti un po’ il percorso artistico che ha portato alla genesi di Distortionwaves?
Riguardo alla scelta del nome, non ci crederai ma è emersa da sé. Ci riflettevo su da tempo, cercando un nome che più mi rappresentasse. Un giorno mentre mi trovavo sul divano a pensarci su, la mia insanità innata, spinta dal mio cervello che probabilmente era stufo di centrifugare pensieri, (ahah) ha suggerito il nome DistortionWaves.
5) Ora parliamo del video: una parte di esso raffigura te che scappi nel bosco e ogni tanto si vede questo personaggio indossante una maschera, dall’aspetto a là Joker, che è come ti cogliesse lungo la corsa. Ci potresti raccontare cosa rappresentano la corsa e la maschera e come si rapportano fra di loro?
La maschera è stata creata da me con l’intento di rappresentare un Pinocchio differente. Non cercavo una roba classica, ma volevo che avesse un aspetto originale, è cosa di più originale nell’utilizzo della propria creatività? Lasciandomi trasportare dai colori mentre la dipingevo, il risultato finale è una ghost – dark – joker – mask. Il Pinocchio descrive la bugia, la lussuria, l’impulsività repressa, mentre la rincorsa rappresenta io che scappo dalla mia impulsività e cioè da me stesso.
6) Il video è stato scritto da te e girato/montato da Maurizio Olla. Ci racconti come è stato realizzato a livello tecnico, i luoghi interessati dalle riprese?
Premetto che Maurizio, oltre che alla passione per la fotografia ed i video, ha quella per il cinema e la musica. Questo oltre a renderlo un professionista ha facilitato il processo di captare ciò che avevo in mente e volevo realizzare. Dopo averlo contattato li ho introdotto le mie idee e successivamente li ho fatto sentire il pezzo e li è piaciuto. Mi ha chiesto di scrivergli su carta tutte le scene del video, dall’inizio alla fine, di come lo volevo e di ciò che avevo in mente e così ho fatto. Dietro alle riprese c’è stato un bel lavoro di set luci ed effetti, infine insieme abbiamo rivisto il lavoro di editing finale, dando il tocco finale con le energie necessarie e l’impronta che volevo. I luoghi delle riprese sono stati la Tomba dei Giganti a Concias che si trova in località Quartucciu, dove sono state girate anche le riprese nel bosco. Mentre le riprese dove sono incatenato, sono state fatte alle fornaci, luogo abbandonato in località Quartu Sant’Elena, dove fortunatamente è attivo uno skate park per i ragazzi. Infine le riprese di batteria, chitarra e voce, sono state fatte a Foxi Studio di Giovanni Mancosu, lo stesso dove è ho registrato l’album prossimo in uscita.
7) Domanda finale: ogni artista è libero di creare ma d’altro canto è anche vero che la musica spesso rappresenta il tempo in cui viene creata. Secondo te quali sono le inclinazioni dei tempi moderni che un artista dovrebbe raccontare per far riflette sulla contemporaneità?
Credo che non esista un dovere nell’arte se non quello di mettersi a nudo. Non c’è nulla di più contemporaneo di noi stessi che viviamo la vita così da poterla raccontare a modo nostro, piuttosto che far finta di vivere. Ciò che artefatto è veleno per l’arte, è dannoso per l’artista in quanto muore quando calano i sipari ed inizia lo spettacolo.
Devi fare login per commentare
Accedi