Musica
Inizia il Glastonbury Festival, che compie 45 anni
Per gli amanti della musica rock (e non solo) Glastonbury è il festival per eccellenza (diciamo che se la gioca con il Coachella). Cinque giorni di pace, amore, rock, pop, rap, elettronica, qualche eccesso e tanto, tantissimo fango. Come a Woodstock, d’altronde. Quest’anno sono già pronti 3 chilometri quadrati della Worthy Farm di Pilton, a poco più di 10 chilometri dal reale sito di “Glasto” e un pubblico stimato in 175mila persone, con biglietti in vendita a 225 sterline andati esauriti in 25 minuti a ottobre dello scorso anno, quando le presenze degli artisti erano ancora tutte da annunciare.
Un po’ di storia?
Tutto molto semplice e degno di una mitologia fatta sempre di incontri e cause fortuite. Michael Eavis, un lattaio amante della musica, decide di mollare il proprio lavoro nella marina mercantile, partecipa assieme alla moglie al festival di Bath e decide di mettere su una rappresentazione simile. Il posto c’è, dato che il padre, un predicatore metodista, muore lasciandogli in eredità un’intera fattoria, quella di Pilton, Somerset.
La prima edizione vide 1500 spettatori e il costo del biglietto fu di una sola sterlina, sul palco salì una band ancora poco conosciuta: i T Rex, preceduti dai Kinks di Robert Davies. Già dall’anno successivo, le cose iniziarono a farsi più in grande, nacque la famosa “pyramid stage” e si esibirono David Bowie, Fairport Convention, Traffic, Joan Baez e Melanie, mentre Nicolas Roeg e David Puttnam filmarono le esibizioni e ne fecero un film.
Negli anni ’80 Glasto acquista anche un connotato politico, Michael Eavis decide di associare il festival alla campagna per il disarmo nucleare ed inizia a dedicare spazi anche ai bambini, mentre organizzazioni non governative come Oxfam, Greenpeace e Water Aid diventano le principali beneficiarie dei proventi raccolti da volontari che entrano gratis e dialogano con il pubblico. La piccola fattoria ereditata dal padre non basta più e Michael Eavis ne acquista altre per permettere di esibirsi ad artisti come Peter Gabriel, Elvis Costello, Waterboys, Cure, New Order e Pixies.
Gli anni ’90 segnano l’esplosione del brit pop e Glastonbury diventa a furor di popolo il festival più importante per la musica pop e rock di un intero decennio. La struttura stessa della manifestazione diventa più massiccia, sia a livello “energetico” che mediatico, ma non è tutto, perché proprio in questi 3 giorni si inizia a decidere la musica che verrà, soprattutto nel continente europeo. Nel 1990 ci sono i Blur, i Primal Scream e Morrissey (che poi non è salito sul palco), nel 1994 è la volta di Rage Against The Machine, Bjork, Radiohead, Pulp, Oasis, Blur e un anno dopo ci saranno di nuovo gli Oasis assieme agli Stone Roses, Jeff Buckley, Prodigy, Black Crowes e Pj Harvey. Sul palco, poi, come non ricordare Sinead O’Connor nella sua protesta contro il Papa e la nuova tenda di musica elettronica con alla consolle i Massive Attack?
Nel nuovo millennio la gente inizia a chiedere di potersi sposare durante i giorni del festival, mentre tutto si fa più grande ancora, tra palchi, presenze, tecnologia e soprattutto musica. Nel giro di dieci anni si esibiscono i Foo Fighters, i Coldplay, i Muse, i White Stripes, i Manic Street Preachers, gli Arcade Fire, i Kooks, Amy Winehouse, i R.E.M., Lady Gaga, i Black Eyed Peas e Bruce Springsteen, e questo solo sul palco principale.
Negli ultimi anni poi, la copertura mediatica per Glasto è diventata totale. Artisti nascono e finiscono sotto la pyramid stage, arrivano al top della propria carriera ed iniziano ad invecchiare. Incontriamo BB King, Paul Simon, i Radiohead, i Vampire Weekend, i Beady Eye (la band di Liam Gallagher ex-Oasis), i Tame Impala, applaudiamo al successo dei Black Keys, ai leggendari Rolling Stones, ai ritrovati U2, ai Metallica e ai Massive Attack, ognuno con la propria esibizione da sogno, ognuno con il proprio ego, ma tutti con la prerogativa di vivere per 3 giorni in un paradiso, ove ad accogliere tutti sembra esserci sempre, e ogni volta più bella una Kate Moss che non invecchia mai.
Ma basta col passato, oggi, per i fortunati che ci saranno, sono pronti ad esibirsi (solo sulla Pyramid Stage e in fascia serale) Alabama Shake, Mary J Blige, Florence + The Machine (che sostituisce i Foo Fighters), mentre domani ci saranno Burt Bacharach, Pharrell Williams e Kanye West, seguiti domenica da Hozier, Patty Smith, Lionel Richie, Alt J, Paul Weller e dagli Who (!!). Sulla Other Stage invece oggi saliranno (sempre orario serale) Vaccines, Courteneers, Mark Ronson e Rudimental; domani ci saranno Maccabes, Ben Howard e Deadmau5, mentre domenica chiuderanno Palma Violets, Twin Atlantic, Future Islands, Belle And Sebastian, Jamie T e nientepopodimeno che i Chemical Brothers. Il tutto ovviamente salvo ospiti speciali e aggiunte dell’ultimo minuto.
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