Musica
Il ricordo di Mia
Io sono Mia è stata la fiction dei grandi risultati in termini di ascolti televisivi, ma anche delle tante perplessità, curiosità, polemiche e indignazioni.
L’idea di un biopic sulla vita di Mia Martini fu lanciata dalla sorella maggiore Leda Bertè che tuttora ne rivendica la maternità; successivamente la concretizzazione del progetto, affidata alla produzione di Luca Berbareschi in collaborazione con Rai Fiction, ha ottenuto l’inserimento nella trama delle testimonianze delle sorelle Olivia e Loredana Bertè. Mancanti all’appello la stessa Leda, non più interpellata, che ha ritenuto le sorelle minori troppo piccole per ricordare le vicende familiari con esattezza, l’amico Renato Zero e l’ex compagno Ivano Fossati.
Sui due artisti rumoroso è stato il sollevamento di una fetta di telespettatori turbati dal netto rifiuto di apparire nella fiction e di obbligare così la sceneggiatura a diverse forzature storiche: ecco infatti che Renato Zero assume l’identità di Antony da Formello e Fossati i panni del fotografo Andrea.
Nella settimana successiva alla messa in onda del film, Fossati in un’intervista rilasciata a Gino Castaldo per Repubblica motiva la sua scelta spiegando che non ama cedere pezzi della sua vita privata per farne tv.
Non giungono lumi da Zero, che legittimamente ha il diritto di tenere per sé le ragioni, magari condivisibili, di tale preferenza.
A ovviare tanto ci sono i fan più accaniti con le loro puntuali interpretazioni.
Alcuni ritengono con una certa convinzione che la fiction sia un falso storico e che addirittura il veto imposto dai due importanti personaggi avrebbe dovuto spingere gli sceneggiatori a rinunciare proprio al progetto. Affermano che la presenza della giornalista Sandra Neri (interpretata nel film da Lucia Mascino) sia un totale artificio e che invece ombra protettiva di Mia in quei giorni sanremesi fosse proprio Zero, colui a cui si deve la partecipazione di Mia a quel 39° festival.
Tentiamo di far allora chiarezza su alcuni passaggi.
Il personaggio di Sandra Neri è la versione femminile del giornalista Paolo Burattini, che nel marzo 89 intervistò la cantante per il giornale Epoca. L’alterazione semmai consiste nel fatto che sia stata scelta una donna per creare una certa complicità di genere e per sottolineare altresì come spesso donne di successo e di valore artistico e professionale, riluttanti ai compromessi, siano spesso invise in certi ambienti ad esclusivo appannaggio del potere maschile.
Nella fiction, durante l’esibizione di Serena Rossi sulle note di Almeno tu nell’universo non vi è alcun accenno alla presenza in platea di Renato Zero che effettivamente c’era a supporto dell’amica e che era presente anche in alcune interviste. L’assenza è chiaramente dovuta al veto: o avrebbero dovuto mettere Antony versione ’89 ad applaudire oppure meglio evitare. Hanno evitato concentrandosi sull’insistenza di Alba Calia (amica di Mimì) e Bruno Lauzi (autore del brano) per convincere l’artista calabrese a partecipare alla competizione canora in cui si attendeva solo lei.
Nella realtà, patron di quell’edizione era Adriano Aragozzini, che racconta di aver ricevuto Zero in studio e di aver ascoltato il brano firmato da Maurizio Fabrizio e Bruno Lauzi interpretato da Mia, di esserne rimasto entusiasta e di aver tranquillizzato il cantante circa gli eventuali ostacoli riguardanti le maldicenze ancora circolanti sulla sfortuna. Invitandolo a salire sul palco, l’artista, per non invadere il campo, avrebbe preferito restare in platea.
Aragozzini aggiunge di aver ricevuto non poche proteste da parte dei concorrenti a dividere l’esperienza con Mia Martini nel tour mondiale di Sanremo e di aver risposto a tali pressioni con polso fermo per silenziare le infamanti chiacchiere.
Tutt’altra versione giungerebbe da Zero, che invece racconta di aver spinto Aragozzini, di per sé incline a far partecipare la cantante, ma in difficoltà per le minacce di forfait giunte da molti impresari di altri concorrenti, ad accettarne la candidatura firmando un contratto, ad oggi non pervenuto, in cui avrebbe garantito attraverso la sua presenza fisica l’incolumità del teatro Ariston.
In nome di quel contratto Mia avrebbe potuto partecipare.
Analizzando le dinamiche per cui nel 1989 Renato Zero (che un anno dopo avrebbe sostenuto una serie di concerti con l’intento di salutare il pubblico e abbandonare le scene dato il periodo artistico ombroso e che sarebbe tornato alle luci della ribalta solo attraverso la partecipazione sanremese nel 1991) godesse di una tale autorevole credibilità da tranquillizzare impresari e organizzatori, potrebbe sfuggirne il senso logico, ma nel mondo bislacco della canzone italiana tutto può succedere.
Non essendo quindi semplice stabilire una verità storica su tutta la vicenda, la sceneggiatura ha verosimilmente preferito aggirare il problema.
Per quanto attiene l’assidua presenza dell’amico ristretta ai tempi del Piper, questa è riscontrabile nelle stesse dichiarazioni passate di Zero, che per motivare in un disco l’inserimento della dedica a Mimì e non a Loredana, con la quale sembra finito il sodalizio fraterno, ha così elegantemente commentato sulle pagine di Sorrisi e Canzoni: «Non apro i contenziosi: io ringrazio Mimì per l’affetto che provo per lei. Si sedeva al pianoforte e io cantavo: poi fui strappato alla frequentazione di Mimì da Loredana. Ma io voglio bene a tutti, non mi sento di rinnegare nessuno».
Di salti narrativi nella fiction ce ne sono diversi: le tante collaborazioni artistiche, i rapporti non sempre facili con la sorella Loredana solamente accennati. Di valori altrettanti: la bravura di Serena Rossi che non ha voluto imitare la Martini ma che nelle scene più salienti ha sapientemente interpretato il senso di sconforto totale, di solitudine, di frustrazione e di cocciutaggine della protagonista. Un fatto certo è che una fiction così seguita ha avuto il merito innegabile di far conoscere agli ignari parte dei veleni che una donna di successo ha dovuto sopportare. L’amarezza risiede magari nell’occasione, mancata da parte di sorelle e amici, di superare le reciproche incomprensioni per collaborare insieme a un progetto più dettagliato, completo e rispettoso di una storia così travagliata.
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