Musica

Il grande cuore classico della Spagna che soffre

30 Ottobre 2021

La guerra civile di Spagna ha cambiato la traiettoria di migliaia di vite, perché insieme alla moltitudine di morti ha creato faide tra famiglie, odi inestinguibili, catene di vendette che hanno costretto intere famiglie a cambiare città, inseguite dalla furia della repressione politica o, semplicemente, dell’avversione dei vicini. Narciso Yepes è uno dei bambini (all’inizio della guerra aveva 9 anni) la cui famiglia, da generazioni a Lorca, è stata costretta a scappare, dapprima a Valencia e poi a Madrid.

Lui racconta che passava ore ed ore ad esercitarsi negli arpeggi della sua chitarra, mentre fuori casa si sentivano spari e grida, per cercare di estraniarsi, di trovare un’isola di quiete nell’inferno della tragedia del suo popolo. Ma nei momenti di quiete non suonava i classici: usciva di casa ed andava ad ascoltare i musicisti di strada. Quando, dieci anni più tardi, avrà finalmente accesso al conservatorio, i professori dovranno costringerlo a cambiare stile, perché oramai Narciso suona il flamenco come il migliore dei gitani, è amico di Manitas de Plata (il più grande della sua generazione) e suona gli studi di chitarra di Andrés Segovia a memoria – magari un po’ accelerati.

Il suo professore di composizione, Joaquin Rodrigo, lo ammira incondizionatamente, perché Narciso, nelle sue trascrizioni, inserisce le linee di basso del flamenco nella musica classica, dandole un tono moderno e brioso, un tocco di aggressività che non abbandona la tetraggine del periodo storico, ma la dipinge di un sentimento di rivincita. Perché nella Spagna della fine della seconda guerra mondiale, che non può, come il resto del mondo, festeggiare la fine del nazismo, perché il Caudillo è ancora al potere a Madrid e ci resterà ancora a lungo, e la gente fa la fame, la tristezza ed il flamenco sono gli spazi dell’anima in cui rifugiarsi.

Nel 1940 Rodrigo compone il suo capolavoro, il Concierto de Aranjuez a Parigi. Sua moglie Victoria ha dato alla luce un bimbo senza vita, lei stessa è stata per giorni in condizioni disperate. Joaquin teme di perdere sé stesso, l’amore, il futuro, ed il passato. Scrive il Concierto di getto, dedicato al palazzo in cui vivevano i re di Spagna prima che Napoleone cancellasse l’epoca d’oro del Regno delle due Sicilie per sempre e si arrivasse, di miseria in miseria, alla dittatura di Francisco Franco. Va da sé che l’opera, dopo una presentazione a Barcellona nel 1940, rimane proibita.

Joaquin Rodrigo

Nel 1947, finalmente, la Accademia Reale Spagnola decide di mettere l’opera in cartellone a Madrid, e Joaquin chiama il suo studente prediletto, Narciso Yepes, a suonare le parti di chitarra. Ne scaturisce un successo mondiale, che porta Yepes prima in Svizzera, poi ovunque, ritenuto oramai il miglior chitarrista classico dopo Andrés Segovia. Nel 1954, Rodrigo decide di aggiornare un capolavoro del 17° secolo, i quaderni di musica di Gaspar Sanz che, troppo avanti per il tempo in cui erano stati scritti, è oramai stato dimenticato. Ne esce Fantasia para un Gentilhombre, che porta Joaquin e Narciso a firmare per la Deutsche Grammophon, che dagli anni 60 ha preso il posto della Ricordi come la più grande casa discografica di musica classica del mondo.

Narciso sposa una studentessa di filosofia polacca (che diventerà una saggista famosa), anch’essa esule a Parigi, Marysia Szumlakowska, ed i due hanno tre figli, due dei quali saranno un musicista ed una ballerina di valore internazionale: “è strano, ma Marysia ha portato la musica non solo nella mia vita, ma in tutto ciò che faccio. Abbiamo avuto fortuna ad incontrarci, e le traversie della vita, come la morte del nostro primo figlio, ci hanno unito ancora più di prima. È una donna incredibilmente affettuosa e paziente, ma estremamente lucida quando c’è da agire e farlo senza dubbi ed indugi. È stata lei a darmi l’idea della chitarra a dieci corde, e ad aiutarmi ad imparare a suonarla, ascoltando ore di pratica e controllando pagine e pagine di note”.

Il lavoro di Yepes e Rodrigo è stata una spinta sovrumana per la cultura e l’orgoglio spagnolo, ed il grande successo internazionale, contrapposto al tentativo del regime di far dimenticare che questi artisti esistessero, hanno nutrito tre generazioni di ragazze e ragazzi che sognavano una patria diversa, e che oggi conoscono queste melodie a memoria, perchè fanno parte non solo della storia personale, ma del senso di appartenenza di una comunità.

Marysia Yepes racconta in TV la sua vita con Narciso

Quando Narciso, dopo una vita di concerti in tuto il mondo, è morto, di cancro, nel 1993, Marysia ha detto: “Ci lascia un grande artista, un uomo affettuoso e di mente aperta, che mi ha permesso di essere amata senza essere chiusa in gabbia. Mi lascia l’amore di una vita veloce come una giostra che non si ferma mai. Ora che la giostra è ferma, il dolore non mi impedisce di ricordare oltre cinquant’anni di bellezza assoluta”. Tra una settimana Narciso avrebbe compiuto 94 anni. Come spesso faccio quando arriva l’autunno ed il mio cuore è pieno di gratitudine per la mia vita, ascolto la sua chitarra, e penso che Marysia avesse davvero ragione.

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