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Il CEO di Goldman Sachs non farà più il DJ e la musica dice addio a DJ D-Sol
Dopo anni passati alternando alla professione di CEO quella di DJ David Solomon, dal 2018 alla guida del colosso finanziario, ha deciso di abbandonare definitivamente il mondo della musica. “La consolle, una distrazione? Tutt’altro: a distogliermi dal mio ruolo in Goldman Sachs, più che altro, le continue attenzioni dei media”
CEO di Goldman Sachs o DJ al Lollapaloza? Alla fine, dopo anni passati tra scrivania e consolle, David Solomon ha dovuto scegliere. E ha scelto Goldman Sachs. “David Solomon non suonerà più come DJ ad eventi pubblici” – è la notizia diffusa martedì scorso dal Financial Times in occasione della presentazione dei conti del terzo semestre della nota banca d’affari – “e da questo momento si dedicherà esclusivamente al suo ruolo di CEO”. “Questa non è una novità”, ha commentato Tony Fratto, portavoce di David Solomon, all’indomani della notizia “E’ da un anno e passa che David ha smesso di suonare ad eventi pubblici, come ha ricordato più volte in passato” e continua: “Per David la musica non era, e non è mai stata, una distrazione dal suo lavoro in Goldman Sachs. E’ stata l’incessante attenzione dei media alla sua attività di DJ, semmai, a diventare una distrazione”.
Finisce così la parabola musicale di David Solomon, dal 2018 CEO della seconda banca di investimenti più grande del mondo, che dal 2017, nel tempo che non dedicava al lavoro, si esibiva come DJ di successo a festival di fama mondiale sotto lo pseudonimo di DJ “D-Sol”.
Sessantuno anni, una brillante carriera nel settore bancario e un grande amore per la musica – soprattutto elettronica, David Solomon si impegna nel portare avanti il suo percorso professionale senza rinunciare alle sue passioni e, intorno al 2010 comincia, nel (poco) tempo libero, a cimentarsi con la consolle. “E’ cominciata così, qualche anno fa, quasi per gioco” – raccontava David Solomon in un podcast di Goldman Sachs del 2017 – “You know, I just do it for fun”. Un gioco che, da divertimento, è diventato un hobby, e da hobby un’attività di successo nonchè – inaspettatamente – di fama mondiale. Nel corso degli anni, e senza che nessuno – tantomeno Solomon – lo avesse potuto prevedere, le playlist di DJ D-Sol si fanno largo su piattaforme digitali come Spotify e Soundcloud (su Spotify, Solomon conta 339.292 ascoltatori mensili e il suo remix di “I Wanna Dance With Somebody (Who Loves Me)” di Whitney Houston ha raggiunto in poco tempo 2 milioni di ascolti), e la sua musica inizia a far ballare prima decine, poi centinaia, poi migliaia di persone. Così, in poco tempo, David Solomon si è trovato ad essere, oltre che il CEO di un colosso bancario, anche un DJ di fama internazionale. Insieme alla sua musica, DJ D-Sol viene invitato come ospite a suonare sul palco del Lollapalooza, festival musicale tra i più famosi al mondo, per poi sbarcare anche al BottleRock music festival (storico evento della Napa Valley), allo Sport Illustrated’s party del Super Bowl e ad eventi e concerti organizzati da artisti di fama mondiale.
È con il successo che, per David Solomon, cominciano ad arrivare i problemi. Mentre D-Sol guadagna posizioni nelle classifiche di Spotify, la leadership del Solomon CEO comincia a traballare, e la vita in Goldman Sachs si fa, per l’eclettico banchiere, sempre più dura. Le decisioni e lo stile manageriale di Solomon vengono sempre più spesso criticate da alcuni tra gli oltre 400 partner del colosso bancario, e il CEO DJ è sempre meno amato dai suoi colleghi. “Is David Solomon Too Big a Jerk to Run Goldman Sachs?” intitola il New York Magazine nell’agosto 2023, mentre le dicerie sul suo conto si fanno sempre meno lusinghiere. A detta dei suoi colleghi, David Solomon si comporta in modo maleducato, ed è totalmente fuori luogo nel contesto di una banca d’affari. E poi, c’è poco da fare: il suo successo come DJ crea tanto, troppo imbarazzo. Tanto più che DJ D-Sol non fa niente per nasconderlo, anzi: attraverso la sua pagina Instagram @davidsolomonmusic, il CEO ama condividere video e foto che raccontano la sua musica e la sua vita da DJ, che tra i corridoi di Goldman Sachs piace sempre di meno. Del resto, a poco sarebbe servito tentare di tenere nascosta la vita parallela di del CEO DJ: dal 2018 a questa parte, non c’è apparizione pubblica di D-Sol che non sia finita sotto la lente d’ingrandimento dai media statunitensi, che in alcuni casi non hanno mancato di sottolineare come il CEO di Goldman Sachs avesse acconsentito ad esibirsi come DJ a festival “noti per il massiccio consumo di droghe” (qui il riferimento è al Tomorrowland, festival belga noto in realtà soprattutto per la sua ambientazione fiabesca e le scenografie spettacolari), e ad aver aperto il concerto di beneficenza dei Chainsmokers che, tenutosi negli Hamptons nel luglio 2020, non sembrava aver rispettato tutte le norme di distanziamento sociale imposte dalla pandemia di Covid-19 (di entrambe le esibizioni, pur non essendo stato coinvolto personalmente in alcuna violazione, David Solomon si è dovuto scusare).
A difesa del CEO DJ, nel corso degli anni, si è più volte schierato il suo portavoce Fratto: “Come continuiamo a ripetere, la vita che David Solomon conduce al di fuori di Goldman Sachs non incide minimamente sul suo ruolo di CEO, e le sue attività nel mondo della musica non danneggiano in alcun modo i profitti della banca d’affari. Del resto, è stato chiaro fin dagli inizi che sia David che Goldman Sachs sarebbero stati attenti a tenere le due cose separate, così da non creare conflitti di interessi”. E di quest’assenza di un conflitto di interessi, ha ripetutamente ricordato Fratto, c’è da sempre evidenza nei numeri della banca: se è vero che nell’ultimo anno Goldman Sachs ha perso l’8,4%, infatti, dall’ingresso di Solomon come CEO il colosso finanziario ha guadagnato, circa, un buon 40%, promettendo buoni numeri anche per gli anni a venire. E questo vale anche per i numeri dell’ultimo trimestre – citati da Fratto proprio in occasione dell’addio alla musica da parte di DJ Solomon: nonostante un calo del 33% rispetto allo scorso anno, infatti, i dati riportano uno share di $5.47 superiore al $5.31 previsto dagli analisti, e il ricavo totale, stando a Refinitiv, ammonterebbe così a $11.82 billioni invece che a $11.19 billioni.
Tuttavia, più di questi numeri (e forse, paradossalmente, anche più delle critiche dei suoi colleghi), a quanto sembra, hanno potuto i post su Instagram. E così David Solomon, 61 anni di cui 5 passati come CEO di Goldman Sachs, ha dovuto scegliere tra la banca d’affari e la sua musica. E, come ha dichiarato lo scorso martedì, ha scelto la banca – appendendo definitivamente al chiodo la sua consolle. E con essa, forse, la speranza di chi, tra le nuove generazioni ma non solo, aspira, in un momento storico che individua – almeno in teoria – nell’equilibrio tra vita e lavoro, nella sostenibilità e nella cd. “diversity” i suoi valori di punta, a una carriera che non escluda la possibilità di coltivare a latere le proprie passioni. Anche con l’ambizione di vederle diventare, un giorno, motivo di grande successo, o addirittura (perché no?), di fama mondiale.
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