Musica
I Pink Floyd, David Gilmour e i biglietti per Pompei
Vedi la connettività! Tanto per fare un esempio, 45 anni fa si tenne nell’anfiteatro di Pompei un concerto poi diventato mitologia dei Pink Floyd. Ma lì era diverso, si giocava a porte chiuse per registrare un documentario musicale. Qui, stasera con il Rattle That Lock tour, ci sarà il pubblico. Duemilacinquecento persone che in una delle location probabilmente più suggestive di tutto questo giro di concerti di David Gilmour potranno celebrare un anniversario iconico della storia del rock e dei Pink Floyd. Ecco, quarantacinque anni fa per chi non avesse avuto modo di entrare, anche fosse stato un concerto aperto al pubblico, non ci sarebbe stato modo di entrare, punto. Oggi invece non è più così, perché ognuno di noi è in grado di fare da ricetrasmettitore di tutto ciò che sperimenta e vede. Poi si inventerà anche il modo di impedire al pubblico di registrare e mettere in rete istantaneamente foto e filmati di concerti e spettacoli dal vivo. Ma intanto avviene.
Per certi eventi è praticamente impossibile, molto spesso, arrivare anche ad acquistare il biglietto. Io ci provai per il concerto di David Gilmour dell’anno scorso a Firenze, ma nel giro di dieci minuti era già tutto finito. Potenza del click e dei bagarini. Ed anche per il concerto di Verona dei prossimi giorni ho provato nel marzo scorso a mettermi pazientemente lì al computer a vedere di beccare un biglietto, ma niente. Poi tramite un amico che aveva un altro amico che li vendeva sono riuscito a prenderne uno. Fino a qualche mese fa pensavo fosse un’esagerazione tutto questo ‘culto’ verso certi mostri sacri della storia del rock. Poi un giorno ho provato a fare un confronto con ciò che offre oggi la discografia mondiale ed ho capito meglio tutta questa storia del culto per questi mostri sacri. Quindi deliziamoci pure. Mentre aspetto la mia poltronissima di Verona, tra stasera e domani butterò un occhio ai miei canali floydiani su Facebook per vedere se con qualche foto e filmato potrò placare la mia voglia di essere là, in un posto dove non sono potuto essere. E almeno per stavolta viva la tecnologia!
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