Musica

“Ho suonato gratis a XFactor ma mi sono divertito, no alle liste nere”

15 Dicembre 2016

Era “un’occasione per divertirsi”, non “uno scandalo mondiale”, sul palco non c’erano i Berliner Philharmoniker. “Suonare gratis, per me, non è stato assolutamente un problema. E basta deriderci.” A parlare è un violoncello (gli orchestrali usano spesso la metonimia, lo strumento per il musicista), Ivo Martinenghi, che della musica sta facendo una professione. Si diplomerà quest’anno al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e suona in un quartetto d’archi – Ghelos – la cui violinista, Martina, ha rifiutato “orgogliosamente” l’offerta di Xfactor: suonare gratis in trasmissione. Lui invece ha fatto una scelta diversa e accetta di raccontarci perché l’ha fatto, dopo la discussione aperta dal nostro articolo.
“No, non mi ha turbato suonare gratis. Non solo perché sono un appassionato di XFactor, ma anche perché è giusto che noi musicisti viviamo esperienze più varie possibili. Sono il primo a difendere la dignità delle persone e il lavoro, che è sacro ed è giusto sia remunerato. Però qui si parlava di un’occasione particolare dedicata a chi voleva divertirsi qualche sera facendo un’esperienza per i più nuova e non rivolta necessariamente a professionisti. Aprendo i propri orizzonti e facendo esperienza (che non è il mero suonare in playback). Gli organizzatori puntavano su questo, senza la pretesa di avere i Berliner. Si poteva accettare o non accettare – sacrosanta decisione – ma da qui a farne uno scandalo a livello mondiale è sembrato, a noi partecipanti, davvero assurdo.

In molti su Facebook, dopo il nostro articolo, hanno proposto “liste nere” con i nomi di chi aveva partecipato. Chi quella sera era negli studi Sky, non ci sta. “Quando sono partiti insulti e minacce – commenta Ivo – è risultata ancora più palese la chiusura mentale che purtroppo dilaga nell’ambiente accademico, questo sì il vero problema nel mondo musicale. Non si sono limitati a gridare allo scandalo, hanno deriso chi aveva accettato di partecipare, arrivando a volere nomi e cognomi per vedere chi fossero i poveri scemi“. Qualcuno è stato pagato per la performance? “Solo alcuni, quelli che sono stati trovati all’ultimo. I più, no”. E avete suonato davvero? “E’ andato in onda il playback, ma pur non essendo microfonati abbiamo suonato a tutti gli effetti. Avevamo una funzione più che altro coreografica ma la richiesta era di suonare”. E nei giorni precedenti? “Non abbiamo registrato nulla, ormai che sia per un’orchestra televisiva o per una colonna sonora è tutto fatto al computer, le prove sono servite più che altro per la sistemazione scenica ma anche un minimo di coordinamento musicale dovevamo averlo, per esempio sulle arcate”.

Sostiene di essere stato retribuito “con un contratto” di cui non vuole fornire cifre, il violinista Isac Pietrasanta, già in tournée con Emma Marrone, collaborazioni con Uto Ughi, Malika Ayane, Loredana Bertè. Lui dà una versione lievemente diversa da quella di Ivo: “Nessuno ci ha chiesto esplicitamente di suonare, dovevamo fare solo da comparsa scenica. E la qualità della musica in playback era ottima”. Isac è infuriato con chi ha protestato: “Hanno chiamato pompieri e forze speciali per spegnere un fiammifero! La gente che esprime malcontento, in un altro momento accetta magari di essere pagata a voucher di 60 euro dalla Filarmonica della Scala. (Ndr: non accade spesso ma, ci racconta chi ci ha suonato, è possibile essere chiamati a partita Iva e molto raramente con i voucher per le prestazioni occasionali. Cosa che apparentemente stona con il prestigio della Scala ma che garantisce il pagamento delle tasse). Quella stessa gente – prosegue il violinista – suona ai matrimoni per 80 euro. Accettano di suonare in parlamento o al palazzo di turno per gratificare gli stessi politici che ci dimostrano giorno per giorno di non apprezzare ciò che amiamo. Accettano di suonare per 50 nei “concerti marchetta” (poche prove, qualche volta nessuna, qualità dubbia, repertorio consolidato, ndr). Fanno i supplenti per vent’anni nelle orchestre senza mai unirsi in un comitato, un sindacato, per protestare insieme. Regalano migliaia e migliaia di euro senza battere ciglio – 500 euro a lezione – a super maestri per super lezioni. In questo mondo, quello del pop e della televisione, si arriva attraverso il passaparola. E loro hanno perso un’occasione per tacere”.

Se i musicisti si spaccano sul caso “Xfactor Orchestra”, sembra che il mondo della musica classica, non solo nella sua declinazione pop, sia più variegato di quel che si immagini.

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