Fisco

Francesco Giuliani, l’avvocato rock pioniere della giustizia europea

4 Marzo 2020

Gimme shelter, cantano i Rolling Stones in una delle loro canzoni più famose. E quale rifugio migliore e più sicuro, in fondo, della legge e della giustizia. C’è un giudice per tutti a Berlino, e la storia lo ha dimostrato. Ma c’è un giudice anche a Strasburgo. E se i “cittadini europei” cominciano ad accorgersene, e a essere concretamente tutelati in questa loro qualificazione, buona parte del merito spetta a un grappolo di avvocati che soprattutto nell’ultimo decennio hanno battuto la strada della “giustizia europea”. Tradotto, hanno allargato le maglie della difesa dei loro clienti ben oltre gli argomenti (e i tempi) del giudizio italiano spingendosi di fronte ad organi extranazionali quali la Corte di giustizia UE e, ancor più di recente, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) per tutelare un complesso sistema di garanzie e diritti umani. Compresi quelli fiscali.

Tra i pionieri di questo settore, infatti, c’è senza dubbio Francesco Giuliani, avvocato fiscalista appassionato di musica rock, diventato cassazionista a trentacinque anni – passando un severo esame – office partner della sede romana del prestigioso Studio Legale Tributario Fantozzi & Associati, specialista in contenzioso tributario e penale tributario, e adesso alla guida del nuovo dipartimento Giustizia Europea in seno allo Studio. Un focus che non è nato per caso: Giuliani ha seguito come difensore il clamoroso caso di Dirk Bikkembergs, il celebre stilista belga accusato nel 2006 dall’Agenzia delle entrate di omessa dichiarazione dei redditi per l’astronomica somma di 130 milioni di euro e costretto, nel corso di un defatigante contenzioso durato un decennio, a dismettere l’attività e vendere il marchio. Ebbene, dopo la piena assoluzione nel procedimento penale e una riduzione del 90% della pretesa erariale, il team dei legali ha deciso che anche quel residuo rappresenta una pretesa ingiusta da parte del Fisco e come tale va combattuta. Giuliani ha così spostato il campo di battaglia a Strasburgo, ottenendo una prima vittoria: è rientrato in quell’esigua percentuale che ha superato lo scoglio dell’inammissibilità. Per la CEDU una vessazione tributaria rientra nel campo dei diritti umani di sua competenza. Prossimo round, convincere i giudici anche nel merito. Un percorso innovativo e ancora in fieri, sfociato nel manuale teorico-pratico “Diritto tributario, CEDU e diritti fondamentali dell’UE, scritto nel 2017 con il collega Giulio Chiarizia per Giuffré Editore.

Da Napoli, dove Giuliani è cresciuto e ha compiuto gli studi, all’aula di Strasburgo. Un viaggio lungo, non senza tappe. Figlio e nipote di generali della Guardia di Finanza che gli hanno instillato il rigore e la costanza, allievo di Carlo Manfredonia, uno stage all’International Bureau of Fiscal Documentation ad Amsterdam (il più aggiornato centro studi europeo in materia di tributario internazionale) è entrato da giovane avvocato (nel 1993) allo Studio Fantozzi di cui è diventato socio nel 1999. Dopo una lunga gavetta in cui il fondatore, il professor Augusto Fantozzi, lo spediva in Cassazione a discutere senza eccessive sottigliezze né lunghi preavvisi: “Se è presto è un problema suo, mica mio, lo dovrà risolvere studiando”. Arti marziali e tennis nel tempo libero, viaggi esotici per vacanze, collezionista di cravatte di Marinella, ascoltatore onnivoro con un debole per il rock-blues, cantante e tastierista in una band. E soprattutto fanatico dei Rolling Stones: ha fatto i bagagli last minute per non mancare al famoso concerto a Cuba di Mick & compagni nel 2016, tre milioni di spettatori sotto la luna dell’Avana di Fidel, con i buoni uffici di Obama e lo sbigottimento del Vaticano per l’imminente visita di Papa Francesco.

Da grande tifoso del Napoli ricorda bene la difesa di Diego Armando Maradona imputato di evasione fiscale e braccato dal fisco italiano. Un’avventura in Cassazione che gli è rimasta nel cuore nel bene e nel male. Giuliani della squadra azzurra non è stato, come pure avrebbe tanto desiderato, centravanti, né allenatore. Ma la speranza di diventarne il presidente non è sopita. You can’t always get what you want, avvisano gli Stones nel suo brano preferito. Una saggia regola che in tribunale gli avvocati cercano in ogni modo e con ogni arma di sconfessare. Tra poco sarà il momento di cantarla in francese.

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