Musica

Festival di Bayreuth 2021: L’Olandese Volante

1 Agosto 2021

Ho visto il video dell’Olandese Volante che ha inaugurato il Festival di Bayreuth il 25 luglio scorso. Spettacolo intenso a tutti i livelli. La concertazione di Oksana Lyniv è quasi febbrile, incandescente, e tuttavia scrupolosissima, quasi analitica, una lucida lettura della complessa partitura, riesce a far convergere in un’unica idea drammaturgica le diverse, e talora contrastanti, zone stilistiche. Non è che Wagner ceda per una parte alla convenzione e per un’altra sia un innovatore, ma piega invece anche la convenzione all’idea drammaturgica che intende realizzare. Daland, Erik non cantano secondo il melodramma romantico e l’Olandese, Senta secondo la nuova ide di dramma musicale, le differenze a ben vedere non sono poi enormi, nell’Olandese, basterebbe il duetto tra Senta e l’Olandese nel secondo atto, a smontare questa impalcatura critica: Il Wagner romantico tiene sempre un po’ il piede in due staffe e talora anche il Wagner maturo e quello tardo (l’interruzione di Brangania nel Tristano, la canzone di Walter e il Quintetto nei Maestri Cantori). Il mondo quotidiano borghese dei marinai della famiglia e il mondo inquietante del perturbante richiedono livelli diversi di espressione e nell’Olandese Volante s’intrecciano tra loro. La messa in scena di Dmitrij Černiakov l’asseconda su questa strada: l’inquietante, l’anomalo nascono nel corpo stesso della vita quotidiana. Splendida la scena della birreria in cui l’Olandese, un gigantesco, incombente e impassibile John Lundgren, dialoga con gli abitanti del villaggio, offre loro da bere, ma poi a un tratto rivela la sua buia identità, la sua perturbante presenza. Magnifica Senta, un’ipersensibile, una perturbata Asmik Grigorian – si sta rivelando tra i soprani più intelligenti del momento, si ricordi la sua sconvolgente Salome di Salisburgo, messa in scena da Castellucci – gli sta bene di fronte. Altro momento significativo, la cena in casa di Daland, Olandese e Senta ai capotavola, su un lato della tavola Daland e la moglie che guarda con sempre maggiore apprensione il volto dell’Olandese: finirà per ucciderlo, nel finale dell’opera, liberando la figlia dall’incubo. Ci devo riflettere. Ma è una rappresentazione davvero incisiva, forte, e aderentissima al dramma immaginato da Wagner. La naturalezza con cui i personaggi recitano sulla scena è la stessa di quella di un film. Esattamente ciò che Wagner si aspettava: che l’azione sulla scena riassumesse tutto il senso del dramma, sia del testo sia della partitura, finalizzati l’uno e l’altra alla realizzazione appunto del dramma sulla scena. Sembra di ritornare alle origini, alla stessa Poetica di Aristotele, quando, giustamente, Aristotele precisa e spiega la differenza tra un poema e una tragedia, tra la poesia e il teatro: perfino il racconto, in una tragedia, non è poesia narrativa, ma è azione agita da un attore, l’azione di un messaggero che racconta, per esempio. Il poema invece è puro racconto. La tragedia è per contro la rappresentazione di un racconto. Ciò sia detto per tutti coloro che ancora pensano che le didascalie di un dramma, di un libretto, prese alla lettera, siano l’azione, siano il dramma. Tra l’altro, sia la tragedia greca, sia il teatro elisabettiano, sia il teatro spagnolo del “siglo de oro”, sia il teatro classico francese propongono testi sprovvisti di didascalie che non siano l’entrata e l’uscita dei personaggi, o di qualche loro gesto. In calce: mi sembra tempo perso stare ancora a discutere sulla fedeltä o infedeltä di una messa in scena. Come se una messa in scena che rispetti alla lettera tutte le indicazioni delle didascalie ma che non imprima nessun ritmo alla recitazione, che privilegi l’esibizione canora sulla drammaturgia, non sia anch’essa un tradimento del testo. Se mai, su questo Olandese una contraddizione la riscontro. Se l’Olandese non può morire, anzi invoca come una liberazione la morte, come fa la madre di Senta a farlo fuori con uno sparo i fucile? A meno che la scena della cena in famiglia – ma anche prima, la scena nella birreria – non riveli nella figura dell’Olandese un impostore, che abbia ingannato e ammaliato Senta, e la madre lo capisce. Allora tutta l’opera acquista una nuova luce. Di un’attualità inquietante, più terribile della leggenda dell’Olandese Volante. Il potere, la ricchezza, la figura accattivante appartengono oggi agli impostori, ai truffaldini, ai gangster. Solo oggi?

 

Wagner, Der fliegende Holländer, Bayreuth 2021

I.

https://www.youtube.com/watch?v=gJc6yzHKtW4

II.

https://www.youtube.com/watch?v=WVVy1PbWFbo

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