Musica

Fela e Lorenzo, quando l’obbedienza non è più una virtù

19 Giugno 2015

“Teacher, don’t teach me nonsense” Fela Anikulapo Kuti

 

Il caso ha voluto che nei giorni scorsi mi sia capitato di fare, a poca distanza di tempo l’una dall’altra, una visita a Barbiana (sede della scuola fondata da Don Lorenzo Milani e tutt’oggi luogo dove ne viene conservata la memoria, grazie alla fondazione che porta il suo nome) e un salto al cinema a vedere Finding Fela (documentario di Alex Gibney sulla figura del musicista nigeriano Fela Kuti).

Mi sono trovato così immerso per qualche ora a poca distanza di tempo nelle vite di due personaggi sideralmente diversi per molti aspetti, ma altrettanto vicini per almeno una caratteristica: essere, ognuno a modo suo, dei profeti e in quanto tali additati come portatori di destabilizzante follia per l’opinione comune (da chi ne tirava le fila, dittatori o gerarchie ecclesiali che fossero).

Nel corso delle loro purtroppo brevi vite, i due sono stati simboli di vere e proprie rivoluzioni sociali e culturali, ognuno nel proprio campo, ma sono stati capaci anche di travalicare i confini delle rispettive “vocazioni”, aggregando anche persone lontane dai loro percorsi culturali e che mai si sarebbero immaginate di percorrere un pezzo del loro percorso di vita accanto a personaggi così straordinari.

In questo, innanzitutto, si è caratterizzata la loro natura “profetica”, segnata anche dal perdurare nel tempo della loro “lezione”. E’ quasi incredibile infatti come, per il prete/educatore/politico ma anche per il musicista/politico, il peso della loro leggenda sia ancora intatto e i loro rispettivi messaggi trovino anzi ogni giorno che passa nuovi  estimatori, più o meno sinceri. Una leggenda che pone le basi su una consistenza di pensiero e azione difficilmente percepibile nei protagonisti della società e della politica odierni. Se diamo un’occhiata in giro al miserrimo panorama politico italiano odierno ad esempio, forse il solo Marco Pannella mantiene la stessa capacità di visione “oltre”  le cose quotidiane della piccola politica. E, appunto per questo, ne più ne meno di quanto accadeva ai suoi illustri predecessori, viene abbandonato a se stesso, come vox clamantis in deserto.

Nell’epoca dei furbi cialtroni di governo e opposizione, nati per incantare le folle con la loro bigiotteria di quart’ordine, si sente davvero tanto la mancanza di figure di riferimento e ci si attacca, in buona o cattiva fede, a qualsiasi cosa, dando aperture di credito anche a chi non ne merita alcuna. Trasformando l’ultimo dei guitti arrivato sul proscenio in the next big thing, pronti ad abbandonarlo a se stesso quando non farà più comodo, in un rito cannibalistico fomentato e guidato dai mezzi di comunicazione di massa, di vecchia o nuova generazione essi siano. E tutto per una sorta di insana pigrizia sociale, vera e propria epidemia di questi anni. Insomma, come avrebbe detto don Primo MazzolariA che serve avere le mani pulite, se poi si tengono in tasca?

 

“Spero che in tutto il mondo i miei colleghi preti e maestri d’ogni religione e d’ogni scuola insegneranno come me. Poi forse qualche generale troverà ugualmente il meschino che obbedisce e così non riusciremo a salvare l’umanità. Non è un motivo per non fare fino in fondo il nostro dovere di maestri. Se non potremo salvare l’umanità ci salveremo almeno l’anima.” Don Lorenzo Milani

 

Playlist

Eliott Smith – Alameda
Bee Gees – It’s just in the way
Super Furry Animals – Presidential suite
The Music Machine – Double yellow line
John Zorn – Shear-Jashub
Supergrass – Tonight
Bruce Springsteen and the Seeger Session Band – Pay me my money down
The Union Freego – Six feet under
Beyoncè – 1+1
Pgr – Cronache di guerra 1
Black Sabbath – Behind the wall of sleep
The Police – Tea in the Sahara

 

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