Musica

I dischi da ascoltare questo mese

12 Ottobre 2016

Cosa fare quando vi trovate ad affrontare un mese ricco di ottimi dischi in uscita? È il caso dello scorso settembre, che ci ha letteralmente travolti con il nuovo album di Nick Cave & The Bad Seeds, il ritorno di Bon Iver e dei Wilco, l’elettronica di Nicolas Jaar e Tycho, le chitarre di Devendra Banhart e Angel Olsen, e tanto altro. Alle volte scegliere cosa mettere in cuffia può apparire difficile, ma qui trovate una piccola introduzione sonora che racconta il mese appena trascorso. Da oggi proponiamo ai lettori de Gli Stati Generali una selezione di nuovi album da ascoltare a cura della redazione de L’indiependente. Enjoy!



ANGEL OLSEN – MY WOMAN 

Jagjaguwar, 2 Settembre 

 

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Angel Olsen è una songwriter sicura in studio almeno quanto appare a suo agio e grintosa nelle sue performance sui palchi internazionali di diversa grandezza. E di mestiere – nelle varie tappe di una carriera cresciuta tra Chicago e la California – ne ha imparato tanto. Fin dal pezzo di apertura Intern questo suo terzo lavoro non appare una sorpresa, quanto piuttosto una conferma, nonché conferma che non si vive di solo mestiere. (Dalla recensione di Francesco Chianese)

Pezzi consigliati: Shut up kiss me, Sister


 

LOCAL NATIVES – SUNLIT YOUTH

Loma Vista Recordings, 9 Settembre

 

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Dopo il promettente esordio con Gorilla Manor e il secondo Hummingbird, a distanza di tre anni la band californiana presenta il terzo lavoro in studio, Sunlit Youth. Il suono riconoscibile, maturato nelle precedenti esperienze in sala di registrazione, a cavallo tra echi indie folk alla Fleet Foxes e suggestioni alla Grizzly Bear, in questo episodio vira verso la fatidica svolta elettronica, già percepibile, oltre che dai singoli estratti, anche dal vivo, con una formazione che schiera prepotentemente i synth in pole position. (Monica Bogliolo)

Pezzi consigliati: Villainy, Coins


 

NICK CAVE & THE BAD SEEDS – SKELETON TREE

Bad Seed Ltd., 9 Settembre

 

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Skeleton Tree è un disco che sembra essere la colonna sonora di un paesaggio lunare, di un mondo dall’altra parte della vita, che Nick Cave ha visto e vede ancora, quello del dolore e del lutto. Tutto è etereo e delicato, la musica è ridotta all’essenziale, e ancora una volta i Bad Seeds si dimostrano, oltre che musicisti sopraffini, soprattutto artisti capaci di piegarsi con abnegazione e infinite capacità alle indicazioni del loro leader. È un disco profondamente triste, malinconicamente disperato. (Fabio Mastroserio)

Pezzi consigliati: Jesus Alone, I Need You, Distant Sky


 

OKKERVIL RIVER – AWAY

ATO Records, 9 Settembre

 

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Will Sheff ha ancora molte domande da porsi e altrettante risposte da darsi: lo mette in chiaro fin da subito all’interno del disco, accettando di allontanarsi da suoni più rock e rabbiosi e aprendosi maggiormente alla contemplativa magia del folk. Away non è una bolgia sempre uguale da cui difficilmente trovare l’uscita, ma un luogo dove esplorare con maggiore consapevolezza la solitudine dei propri sentimenti e il distacco dalla comfort zone che ci accompagna da quando abbiamo memoria. (Ilaria Del Boca)

Pezzi consigliati: Okkervil River R.I.P., Comes Indiana Through The Smoke


 

WILCO – SCHMILCO

Dbpm Records, 9 Settembre

 

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Potrebbe quasi essere definito un primo album della maturità di Tweedy, che, come la voce narrante del film su se stesso, ha sempre una gran voglia di raccontare. Questa volta, però, lo fa con una malinconia più sottile, più celata e quasi rassegnata all’evidente incomprensibilità di cose che fanno parte della vita e che lui ha sempre indagato, ma per cui non serve più arrabbiarsi. Anzi: viva l’ironia, che da buon tratto distintivo della poetica del cantautore compare fra le righe di tutti i brani. (Eleonora Danese)

Pezzi consigliati: Locator, If I Ever Was A Child, We Aren’t The World (Safety Girl)


 

PREOCCUPATIONS – PREOCCUPATIONS

Jagjaguwar, 16 Settembre

 

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Avevamo lasciato i Preoccupations con un altro nome, Viet Cong: l’esordio della band canadese ci aveva colpito come un graffito a colpi di post-punk. Era William Shakespeare a scrivere che una rosa anche cambiando nome mantiene lo stesso profumo, e tuttavia – in questo caso – non possiamo sottoscrivere le sue parole: nella transizione da Preoccupations a Viet Cong qualcosa nel sound è cambiato. Le atmosfere si fanno più oscure in questo nuovo lavoro, e stavolta c’è posto per suoni più sintetici e claustrofobici. (Giovanna Taverni)

Pezzi consigliati: Anxiety, Memory


 

DEVENDRA BANHART – APE IN PINK MARBLE

Nonesuch Records, 23 Settembre

 

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Le illuminazioni in questo nuovo album di Devendra Banhart non mancano, e soprattutto continua a sopravvivere quell’estro creativo che, sordo alle inclinazioni e ai giudizi di pubblico e critica, segue imperterrito un proprio personale percorso, scegliendo di ignorare quale brezza di passaggio gonfi le vele del mercato indie-folk contemporaneo. (Nike Gagliardi)

Pezzi consigliati: Saturday Night, Middle NamesFancy Man


 

WARPAINT – HEADS UP

Rough Trade Records, 23 Settembre

 

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L’esplosione di The Fool si è esaurita nelle atmosfere mantriche di Warpaint, forse un disco così ambizioso da risultare troppo autoreferenziale e ridondante fino alla nausea, ma la via che le ragazze californiane intendono percorrere oggi appare nettamente più chiara e meno arrogante. Equilibrio e leggerezza si intrecciano tra i suoni di Heads Up come coordinate su un reticolato geografico e gli ascolti si sommano tanto da moltiplicarsi. (Ilaria Del Boca)

Pezzi consigliati: New Song, Above Control


 

BON IVER – 22, A MILLION

Jagjaguwar, 30 Settembre 

 

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Se fossimo alla ricerca del musicista in grado di rappresentare i nostri tempi oggi probabilmente dovremmo andare a bussare alla porta del nascondiglio di Justin Vernon, in qualche parte dispersa dell’America, ringraziarlo per il bel regalo, per questa narrativa dell’angoscia sonora, per questa esperienza extra-corporea, il ritorno alle origini dell’uomo, il re nudo spogliato di tutti i suoi averi, l’ossessiva ricerca di una divinità, di un dio capace di rianimarci, l’amore, con tutti i suoi movimenti di consenso e dissenso, la seduzione in un unico sguardo, il palmo nudo delle mani. (Giovanna Taverni)

Pezzi consigliati: 33 “GOD”29 #Strafford APTS666 ʇ 


 

NICOLAS JAAR – SIRENS

Other People, 30 Settembre

 

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Il viaggio di questo giovane cosmonauta della dancefloor – all’esordio di Space Is Only Noise, in cui ha mescolato dance e psichedelia con drum-beat in controtempo, Jaar aveva solo 21 anni – a ogni nuova uscita aggiunge un passo ulteriore verso la totale decostruzione dell’elettronica, alla ricerca di nuove modalità di riempire il silenzio senza mortificarne la discrezione. Conferma le aspettative, dunque, questo nuovo lavoro di Jaar, e ha tutte le qualità per entrare nelle top 10 di questo 2016. (Francesco Chianese)

Pezzi consigliati: No, The GovernorThree Sides of Nazareth


 

TYCHO – EPOCH

Ghostly International, 30 Settembre

 

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Tycho richiede silenzio, concentrazione e cuffie. Spesso pretende di essere ascoltato su un prato o tra gli scogli che danno accesso al mare. E se al primo ascolto nessuno sembra averlo davvero capito, non è scontato riuscirci neanche al decimo. Epoch appartiene a una dimensione che si trova in bilico tra il passato e il futuro e che non conosce il presente; è un disco che va assimilato lentamente, senza fretta, digerito dopo immense quantità di caffè bollente. L’unica certezza è che si tratta di un album che colpisce nei punti che fanno più male. (Ilaria Del Boca)

Pezzi consigliati: Horizon, Receiver, Field 


 

PIXIES – HEAD CARRIER 

Pixies Music, 30 Settembre

 

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Il pregio più importante di Head Carrier è quello di avere un gusto fresco e che sa di nuovo. Come gli altri lavori della band, anche questo è un disco corto, lungo poco più di mezz’ora ma composto da ben 12 tracce. La caratteristica principale di quest’album, però, è la costante alternanza tra pezzi potenti ed altri decisamente più pop. (Mattia Fumarola)


JENNY HVAL – BLOOD BITCH

Sacred Bones Records, 30 Settembre

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Bastano i primi secondi di Blood Bitch, il crepitio lontano, una ambient drone music su cui la voce della Hval disegna i primi sussurri per assaporare la nuova svolta musicale. Al suo sesto disco è evidente come il cerchio non si chiuda, ma anzi apra nuovi orizzonti, nuovi scenari. Il sangue diventa centro di tutto, non solo nella sua accezione generale ma la Hval, che non ha paura di tabù soprattutto nel mondo del pop, parla direttamente del sangue mestruale come elemento distintivo dei generi e lo fa come al solito con assoluta brillantezza giocando con un immaginario visionario da b-movie vampireschi. (Fabio Mastroserio)

Pezzi consigliati: Conceptual Romance, Female Vampire

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