Musica

Demetrio Stratos, “Fino ai limiti dell’impossibile”: una mostra a Ravenna

13 Dicembre 2024

RAVENNA_ Demetrio Stratos, atto secondo. La ricerca vocale del geniale interprete e ricercatore di origine greca, scomparso improvvisamenre il 13 giugno del 1979 in un ospedale di New York, a distanza di un anno torna all’ordine del giorno nella nuova mostra battezzata “Fino ai limiti dell’impossibile” , dal 14 al 22 dicembre e poi dal 7 al 31 gennaio 2025, negli spazi del Centro internazionale dedicato alla vocalità presso il Palazzo Malagola, a cura dell’attrice del Teatro delle Albe Ermanna Montanari e del musicologo Enrico Pitozzi, entrambi direttori del Centro di ricerca (curatori associati della mostra anche Marco Sciotto e Dario Taraborrelli). Dopo la bellissima esposizione Amorevolmente progredire, amorevolmente regredendo” tenuta lo scorso anno sempre nel mese di dicembre, primo atto pubblico dopo l’acquisizione, alla fine del 2022, da parte del Comune di Ravenna, dell’importante archivio fino ad allora amministrato dalla vedova di Stratos, Daniela Ronconi, e relativo affidamento al Centro Malagola, questa nuova iniziativa rappresenta un ulteriore step verso la conoscenza di un patrimonio di immenso valore, in grande parte ancora poco conosciuto al grande pubblico e, in parte, pure a molti studiosi. Si tratta infatti di un fondo che rappresenta il primo fondamentale nucleo in espansione di un patrimonio di rilevanza primaria tanto nell’ambito della ricerca vocale e sonora, quanto in quello degli archivi d’artista. Un fondo, così spiegano in una nota Sciotto e Taraborrelli “la cui consistenza complessiva è di circa 6 metri lineari e che si articola in due aggregati principali: la documentazione prodotta da Demetrio Stratos nel corso della sua attività e, successivamente alla sua scomparsa, quella raccolta da Daniela Ronconi Demetriou, da sempre impegnata nella cura di una memoria artistica di Stratos che possa essere quanto più completa e onnicomprensiva possibile”.

Un particolare della esposizione dedicata a Demetrio Stratos “Amorevolmente progredire, amorevolmente regredendo” lo scorso anno al centro Malagola di Ravenna (Fotografia di Marco Caselli Nirmal)

Si spazia dalla documentazione audiovisiva di lezioni, concerti e performance agli appunti preparatori legati alla ricerca di tout court fino ai materiali che ripercorrono gli stretti legami con altri artisti –John Cage su tutti – alle fotografie aglistrumenti musicali, oggetti, cimeli e capi d’abbigliamento, libri e dischi in vinile a partiture e manifesti “relativi tanto al suo lavoro da solista quanto a quello con i Ribelli e gli Area, dalle copie di tesi di laurea, studi e saggi dedicati alla sua ricerca, alla rassegna stampa raccolta nel corso dei decenni”: centinaia di materiali differenti che in questo archivio restituiscono la complessità e la multiformità di una personalità artistica come quella di Demetrio Stratos.

Dopo quello che i curatori definiscono “Primo movimento” ossia l’esposizione al pubblico lo scorso anno, relativo alla conoscenza di una serie di materiali dello stesso Stratos con un focus sul suo rapporto con artisti e musicisti come Cage, “Fino al limite dell’impossibile” è più focalizzata sull’”apertura della ricerca vocale di Stratos alla dimensione extraeuropea, alle musiche dal mondo e alla loro relazione con la diplofonia e il canto armonico”. A questo fine, una delle stanze del Palazzo Malagola sarà destinata proprio all’ascolto immersivo.

Una delle stanze in cui fu allestita lo scorso anno a Palazzo Malagola di Ravenna la prima mostra dedicata a Demetrio Stratos (Foto Marco Caselli Nirmal)

Così spiegano i due principali curatori della mostra Montanari e Pitozzi: “Intorno ai limiti del linguaggio prende dunque corpo il secondo movimento dell’esposizione dei materiali. Ed è qui che assumono il loro pieno valore due modi che non solo Stratos pratica, ma che esprime pedagogicamente nella loro piena consapevolezza tecnico-anatomica: il controllo del respiro e la ripetizione, che risuonano sia in Antonin Artaud che nella ricerca da autodidatta sul canto difonico. Il controllo del respiro è tecnica ascetica, piena consapevolezza che la voce non inizia ma affiora, s’inscrive in un movimento che già da sempre è presente e si dispiega silente, in attesa che un soffio la esprima, la prema fuori, la lasci affiorare in tutto il suo incanto. Lo sa bene Artaud, nella sua radicale urgenza di rifondare il teatro a partire dalla riscoperta di una parola prima della parola, tensione poetica consegnataci nell’opera “Pour en finir avec le jugement de Dieu” (1947) che Stratos registrò nel 1978. Così come lo sanno bene i cantori mongoli, e più in generale le tradizioni sonore dell’area del mediterraneo, che Stratos frequenta assiduamente”. E accanto alla voce e il focus sulle musiche extraeuropee, c’è un altro importante tema attorno al quale ruota questa seconda esposizione: cioè quella del “gesto” inteso come l’insieme dei gesti che “mettono in campo il corpo e la voce”.

Una stanza del Centro Malagola di Ravenna dedicata all’ascolto immersivo nella mostra “Fino ai limiti dell’impossibile” (Fotografia di Marco Caselli Nirmal)

Questi tratti della ricerca vocale di Stratos -affermano ancora i due curatori- possono essere pensati come gesti vocali che – nell’incedere del dittico espositivo- si depositano in tracce di volta in volta specifiche, trovando forma in materiali visivi, negli appunti, negli schizzi, nelle partiture a-sistematiche e nei materiali sonori registrati, restituendoci il profilo di una figura artistica prismatica e insofferente alle definizioni, lontano tanto dalla «scena ufficiale» del rock o del pop quanto da quella «d’autore» di quegli anni” .

Fino al limite dell’impossibile” è allestita in sette differenti ambienti: una sala dedicata al percorso artistico solistico e con la formazione degli Area attraverso i manifesti originali; in un altro spazio è organizzata una sala per la fruizione di materiali video e cinematografici; tre sale sono dedicate all’ascolto: una per quello immersivo, un’altra con la proposta di ascolti in cuffia associati a materiali esposti all’interno della sala stessa e, infine una ulteriore sala con una selezione di ascolti che il pubblico potrà scegliere da un menù touch e che propongono canti e musiche di popoli dal mondo presenti nella collezione di dischi di proprietà dello stesso Stratos e le musiche realizzate per il Satyricon”. Si potranno osservare infine, in un’ultimo spazio oggetti, cimeli e materiali appartenuti all’artista. Per l’occasione è stato anche aggiornato il catalogo pubblicato dalla Sigaretten Edizioni Grafiche intitolato Noi non crediamo nello stile. La ricerca vocale di Demetrio Stratos 1970-1979, comprendente i materiali della prima e della seconda esposizione al Centro Malagola.

Una nicchia contenente alcuni oggetti e strumenti appartenuti al geniale artista Demetrio Stratos al Centro Malagola di Ravenna (Fotografia di Marco Caselli Nirmal)
Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.