Musica
Cartoline Acustiche da Venezia #07 Hidden and untitled
Nel mio ruolo di cacciatore di suoni, quando Venezia era quel contenitore di selfie attraversato da trentacinque milioni di turisti l’anno, mi infiltravo nelle comitive per ascoltare. Solo comitive grandi, quelle scaricate da tre quattro autobus alla volta in modo da mimetizzarmi tranquillamente senza bisogno di interagire con nessuno. Di volta in volta, seguendo gli ombrellini guida, mi trasformavo quindi in un russo, un ucraino, uno spagnolo, un vietnamita, un tedesco ecc. raccogliendo sguardi incuriositi, che cercavo ovviamente d’evitare, per non ritrovarmi coinvolto in discussioni, inevitabilmente, incomprensibili.
Non c’erano comunque molte alternative per muoversi rapidamente a Venezia, o ti adeguavi al ritmo degli eserciti di foresti o cercavi di farti strada urlando e tirando calci negli stinchi ai foresti medesimi. Personalmente ne ho presi un paio anch’io, piuttosto dolorosi, da due veneziani incazzati mentre facevo finta d’essere un moldavo distratto.
In ogni caso, quasi sempre, optavo per la prima ipotesi perché c’era comunque un aspetto interessante in queste promenade di gruppo che in qualche modo adesso, nel vuoto della città, sto rivalutando: nascondersi all’interno di un flusso assecondandolo e perdendo, di conseguenza, ogni presunta titolarità in qualcosa.
Non sono mai stato un grande lettore di Gilles Deleuze, per pigrizia innanzitutto, ma mi permetto comunque una piccola citazione tratta da i “Frammenti di un’opera“ (ediz. Derive Approdi)…
“Il linguaggio non è la vita, dà ordini alla vita: la vita non parla, ascolta e attende.“
Gilles Deleuze
… dimenticavo, in quanto cacciatore di suoni , all’interno di queste comitive, pur perdendomi… registravo!
Buon ascolto!
A.
https://www.instagram.com/acoustic_postcards_venice/
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