Musica
cartoline acustiche da venezia #05 Outside from Music Conservatory
“Happy new Ears“, ci diceva John Cage, ovvero “Nuove orecchie felici“. E mi sembra un auspicio meraviglioso e geniale per tutti noi e quindi anche per queste piccole “cartoline acustiche“ veneziane! La cartolina di oggi è dedicata alla sorgente della formazione musicale veneziana, il Conservatorio di Musica Benedetto Marcello situato nel celebre Palazzo Pisani in campo Santo Stefano. Luogo dove ho avuto la fortuna di studiare violino e viola nei creativi e turbolenti anni ’70.
Mi ricordo alla perfezione il mio ingresso nel grande androne di Palazzo Pisani accompagnato da Giovanni, il mio patrigno, per l’esame d’ammissione. Volevo imparare a suonare la chitarra elettrica, ma non c’erano corsi, allora la chitarra classica, ma non c’era più posto. L’unico corso possibile era il corso di viola che non sapevo bene cosa fosse ma che, istintivamente, amavo. Forse perché quello strumento, che non conoscevo, aveva il nome del mio colore preferito. L’esame d’ammissione consistette, sostanzialmente, nel far vedere al Maestro di viola le mie piccole mani perché le valutasse in prospettiva (la viola richiede mani più grandi del violino). Giovanni, percepito il mio disagio per l’autorevolezza dell’anziano Maestro con le mie manine strette fra le sue, mi lanciò una rapida occhiata invitandomi a rivolgere lo sguardo verso le scarpe da tennis, totalmente inusuali per l’epoca, del violista. Erano scarpe da tennis uguali a quelle che portavo io e la cosa finalmente mi tranquillizzò.
Questo piccolo aneddoto semplicemente per dirvi che questa cartolina si, è dedicata al conservatorio, ma soprattutto a lui. A Giovanni, alla sua straordinaria sensibilità e al suo amore, non trovo altre parole per dirlo, per John Cage.
Benché la parola “conservatorio“ abbia un origine nobile, credo non sia più applicabile a ciò che chiamiamo musica. Mi auguro si apra una riflessione per cambiarla e adattarla alla contemporaneità.
“Il mondo, il reale, non è un oggetto. E’ un processo.“ Ci dice John Cage figuriamoci l’arte dei suoni che, innanzitutto, è l’arte del tempo !
Buon ascolto! A.
“CONSERVATORIO. – La parola conservatorio ha originariamente il senso di asilo, ospizio, orfanotrofio. Tali infatti furono, appunto in Italia, i primi conservatori: luoghi cioè dove si “conservavano” i giovanetti senza genitori: a essi s’insegnava a leggere e a scrivere, si dava il modo di apprendere qualche mestiere e, a quelli che mostravano disposizioni speciali, s’impartiva anche una educazione musicale. Questo fu il carattere dei più antichi conservatoti di Napoli e di Venezia, i quali ultimi portavano anzi il nome di ospedale.
Istituzione e nome, con l’aggiunta dell’attributo musicale, furono poi ripresi anche fuori d’Italia ovunque sorgesse un’importante scuola di musica o di arte drammatica, mentre il carattere assistenziale, proprio dei primi conservatori, venne perdendosi attraverso i tempi.
Adelmo Damerini – Enciclopedia Italiana (1931)Treccani.“
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