
Musica
Biennale Musica, Leone d’oro a Meredith Monk, d’argento a Chuquimamani-Condori
VENEZIA – Biennale, ecco i Leoni per la Musica: sono Meredith Monk insignita del Leone d’oro alla carriera, mentre quello d’argento va a Chuquimamani-Condori, nordamericana d’adozione ma boliviana d’origine. La decisione è stata presa dal Consiglio di Amministrazione della prestigiosa istituzione culturale veneziana che ha deciso di accogliere le proposte di Caterina Barbieri direttrice del settore Musica. La cerimonia di consegna dei Leoni si terrà in occasione della sessantanovesima edizione di Biennale Musica, nei giorni dall’11 al 25 ottobre. La scelta di attribuire il Leone d’oro a Meredith Monk, compositrice, regista, ballerina e soprattutto cantante dalla voce unica, singolare ed evocativa, fa il paio con il Leone d’oro del Teatro attribuito questo anno a Elizabeth LeCompte, regista e drammaturga fondatrice del Wooster Group, ensemble seminale, tuttora in attività, che ha lasciato un segno importante nella scena avantgarde, non solo statunitense ma anche internazionale, occupando una posizione di primo piano sulla scena sperimentale. Meredith Monk nei fatti condivide in parte il climax creativo e sperimentale che cambiò negli anni Settanta la scena newyorchese soprattutto. La stagione dell’off off Broadway contraddistinta dalle azioni e dalla ricerca di compagnie ome quella del Living Theatre di Julian Beck e Judith Malina (protagonisti di una edizione della Biennale Teatro) e la comparsa sulla scena di personaggi di primo piano come Richard Foreman, Bob Wilson, il Performance Group di Richard Schechner. In quella scena dell’off off Broadway milita anche una giovanissima Meredith che, dopo aver seguito gli insegnamenti della coreografa e ballerina Bessie Schonberg di origine tedesca fonda nel 1968 una compagnia che guarda alla scena in modo interdisciplinare tra danza, teatro e musica. Sull’esempio delle formazioni dei minimalisti Steve Reich e Philip Glass, dieci anni dopo fonderà il Meredith Monk and Vocal Ensemble con l’obiettivo di sperimentare nuovi percorsi all’uso della voce.
Anni più tardi usciranno album straordinari e di grande fascino come “Dolmen music” inciso per la prestigiosa etichetta tedesca della Ecm. Qualche anno prima Monk sarà una tra i protagonisti di una edizione molto speciale di Biennale Teatro, quella diretta nel 1975 da Luca Ronconi. Giungono in laguna per quella occasione il Living Theatre, il Theatre du Soleil, l’Odin Teatret diretto da Eugenio Barba, Giuliano Scabia, Grotowski e appunto Meredith Monk. Quella reunion di maestri fu davvero importante per la scena italiana gettando le basi per una sua rinascita. Monk, ospitata anche l’anno successivo, 1976, portò in scena “Education of the Girlchild: an opera” e “Quarry: an opera in three movements”.
Meredith Monk lo scorso anno è approdata all’Olimpico di Vicenza, con una performance che è stata il prologo del festival diretto artisticamente dalla coppia del Teatro delle Albe, formata da Marco Martinelli ed Ermanna Montanari. In quella occasione Monk si esibì con il percussionista John Hollenbeck in “Duet Behavior”. In repertorio brani dagli anni Settanta agli Ottanta fino ai recentissimi pezzi (“Simple Sorrow” e “May the Dark Ignorance of Sentients Beings Be Dispelled”). Anche in quella occasione la performer e cantante americana ha dato ampia prova della sua straordinaria presa sul pubblico. Meredith Monk usa la voce in maniera creativa producendo degli atti musicali unici. Un’arte poetica assolutamente unica che gode ad ogni sua esibizione di un caloroso contatto spirituale con il pubblico.
Questa la motivazione con cui sarà assegnato il Leone d’oro a Monk: “Ha rivoluzionato la musica e l’arte della performance con un approccio che ha ampliato le potenzialità della voce umana, trasformandola in un veicolo di esplorazione sonora senza precedenti. Il Leone d’oro alla carriera per la Musica è un riconoscimento al suo impatto straordinario e duraturo sul panorama musicale contemporaneo, alla sua visione artistica unica e al costante impegno nella ricerca sonora. Attraverso le sue composizioni e performance, Meredith Monk ha dimostrato un’incessante capacità di innovazione, trasformando la musica in un’esperienza immersiva e rituale. La sua musica esiste nello stesso spazio che “La Stella Dentro” si propone di esplorare: una cosmogonia sonora, una vibrazione che ci attraversa connettendoci con l’altro, un’eco profonda in cui l’ascolto diventa trasformazione. Le sue incantazioni senza parole e la capacità di costruire interi mondi sonori a partire dai gesti più semplici danno vita a un dialogo tra materia e spirito, tra presenza e trascendenza. Il suo lavoro non si lascia imbrigliare da categorie storiche, ma apre un universo sonoro vivo in continua evoluzione, che appare al tempo stesso arcaico e radicalmente innovativo”. Biennale Musica 2025 ospiterà una performance speciale di Meredith Monk al Teatro Malibran, con un ampio programma di opere che abbracciano tutta la sua carriera, interpretate da lei e da membri del suo ensemble vocale. Il festival presenterà anche testimonianze della sua multiforme carriera creativa attraverso film, installazioni e riflessioni.
Chuquimamani-Condori, compositrice di musica elettronica, poetessa e producer, a cui andrà il Leone d’argento della Biennale, nata in California nel 1985, inizia la sua carriera musicale con gli pseudonimi di E+E ed Elysia Crampton, creando collage sonori digitali che combinano forme musicali andine con ritmi elettronici sperimentali. Ha poi evoluto la sua pratica artistica, integrando le tradizioni cerimoniali Aymara con metodologie performative contemporanee. Tra le sue opere più recenti spicca “Q’iwanakaxa/Q’iwsanakaxa Utjxiwa”, presentata al MoMA PS1 di New York: una collaborazione con il fratello Joshua Chuquimia Crampton che fonde suono, musica e immagini per onorare gli antenati e riflettere su temi di resistenza e identità culturale. Integra le cosmologie indigene del popolo Aymara, di cui fa parte, il pensiero queer e abolizionista.La sua influenza si estende dalla musica elettronica underground alla composizione contemporanea e all’arte sonora, consolidandola come una delle voci più rilevanti e innovative della sua generazione. Lo scorso anno ha partecipato al Padiglione della Bolivia alla sessantesima Mostra d’Arte.
Fra i suoi album più recenti “DJ E” (2023). Altri lavori includono: Rayo Mix (2022), “Across the Policed World: A Transnocturnal Huayño” (2022), “Amaru’s Tongue: Daughter“ 2021), in collaborazione con Joshua Chuquimia Crampton. Continua inoltre a lavorare con AIM SoCal, il Movimento degli Indiani d’America della California meridionale (fondato nel 1968).
Questa la motivazione con cui Biennale Musica 2025 ha deciso di assegnarle il Leone d’Argento: “Chuquimamani-Condori, il cui progetto è noto anche come Elysia Crampton Chuquimia, è una voce visionaria nella musica sperimentale contemporanea. La sua opera ridefinisce i confini della composizione elettronica, intrecciando le sonorità folk della tradizione indigena Aymara con le tecnologie digitali e la club culture. Radicata nella cosmologia Aymara e nella filosofia decoloniale, la sua musica si pone come un atto di resistenza alle convenzioni temporali lineari e alle strutture musicali occidentali. Con una carriera che si estende per oltre due decenni, Chuquimamani-Condori ha sviluppato un approccio innovativo al suono attraverso l’uso del campionamento, strutture poliritmiche, synth melodici futuristici e narrazioni personali complesse. La sua estetica sonora, che fonde folk e iper-contemporaneo, si distingue per la costruzione di stratificazioni massimaliste che riflettono la sua eredità culturale e identità queer. La sua ricerca artistica non è solo pratica decoloniale, ma anche una forma di resistenza culturale e politica queer, in grado di aprire nuovi sentieri estetici e concettuali su temi di identità, diaspora e decolonizzazione. La musica di Chuquimamani-Condori non si limita a riflettere tradizioni esistenti, ma rielabora le possibilità del suono come mezzo di narrazione storica, identità e trasformazione”.
A Biennale Musica 2025, Chuquimamani-Condori presenterà un progetto commissionato dal festival in cui far risuonare le “cerimonie d’acqua” del passato e del presente. Una processione musicale di barchini attraverserà i canali di Venezia, culminando in un concerto live dei Los Thuthanaka, il duo composto dall’artista e dal fratello Joshua Chuquimia Crampton, davanti all’Isolotto dell’Arsenale.
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