Musica
Banco del Mutuo Soccorso, ieri come oggi maestri del “progressive”
In realtà, sono passati cinquant’anni da quel tour che portò in giro per l’Italia il Banco del Mutuo Soccorso e il loro album omonimo, il primo. Stiamo parlano di quell’album che, nonostante il suo titolo fosse “Banco del Mutuo Soccorso”, fu per tutti “Salvadanaio”, per via della forma del packaging e i cui testi sono di Francesco Di Giacomo e Vittorio Nocenzi e le musiche di Vittorio Nocenzi. 41 minuti e 17 secondi di musica. 41 minuti e 17 secondi di poesia.
È proprio con l’esecuzione di tutto quell’album che, lo scorso 3 marzo, al Teatro Golden di Palermo, il Banco del Mutuo Soccorso ha regalato al suo pubblico due ore ininterrotte di musica. Si è trattato, e va evidenziato perché oggi non succede così spesso come vorremmo, di due ore suonate, dalla prima all’ultima nota, senza contributi di sequenze e/o clic.
L’inizio del concerto è stato uno squarcio nella memoria perché la voce registrata di Francesco Di Giacomo, con l’ariosteo verso “Da qui messere si domina la valle…” ha dato il via a un turbine di musica ed emozioni.
Si sono succeduti via via successi vecchi e nuovi della storica band di progressive, compresi alcuni brani del loro ultimo lavoro, “Orlando: Le Forme dell’Amore” ispirato al Poema dell’Orlando Furioso. Non sono mancati i brani più orecchiabili della band, quelli che, forse, hanno contribuito a renderli più conosciuti anche a un pubblico non amante del progressive quali “Moby Dick” e “Palo Pa” ma non è mancato Darwin, un’opera pionieristica, sia se la paragoniamo alla scena italiana, sia se ampliamo i nostri orizzonti oltre i confini nazionali, l’album in cui il Banco ha inoltre dato voce ad aspetti legati alla società italiana a loro contemporanea. Non sono mancati gli omaggi a Francesco Di Giacomo, a Rodolfo Maltese e il loro ricordo. E che dire di Vittorio Nocenzi, “mille mani” come è stato nel tempo appellato per via del suo uso delle tastiere. Anche in quest’occasione ha dimostrato di essere un artista che si concede interamente e integralmente al suo pubblico. E alla maestria di Nocenzi si aggiungono la chitarra elettrica solista di Filippo Marcheggiani bellissima e raffinata, la voce straordinaria di Tony D’Alessio che ti trascina con sé, la batteria del giovane e sorprendente Dario Esposito, la chitarra ritmica e acustica di Nicola Di Già, il basso elettrico con un timing perfetto di Marco Capozi e il piano elettrico di Michelangelo Nocenzi, e in questo caso è necessario dire che buon sangue non mente.
Cinquant’anni e il mio ricordo va, inevitabilmente, a quel concerto che si tenne al Kiwi di Piumazzo, località in provincia di Modena. Anche in quell’occasione ero tra il pubblico. Il loro pubblico, oggi come ieri.
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