Musica

Avion Travel, la musica Privé

17 Maggio 2018

Gli Avion Travel mi hanno smentita. Il giorno della morte di Fausto Mesolella scrissi proprio su Gli Stati Generali che non avrebbero suonato mai più. Il 21 giugno dello scorso anno a Milano Peppe Servillo mi confida in un fine concerto commovente di abbracci e prese di coraggio: “Siamo tornati in sala di registrazione, il disco lo stavamo già facendo con Fausto”. Non sapevo allora che Fausto fosse andato via da questa terra degli uomini il primo giorno di registrazioni. Lo ha raccontato Peppe Servillo durante la conferenza stampa del nuovo disco, Privé, che esce il 18 maggio per la Warner.

Privé come forma di pudore per questo lutto. Artistico e umano. “Fausto mi manca soprattutto sul palco” si lascia andare Mesolella nell’unico momento di concessione al ricordo dell’amico. “Non lo abbiamo esibito questo lutto, non ne abbiamo approfittato”. Per noi spiega “è stata una occasione di riflessione sul fatto che non siamo eterni in un tempo in cui la morte e un grande tabù. E che esiste un modo diverso e corretto di vivere una esperienza del genere”. A Sanremo, la sera in cui gli Avion Travel si sono uniti a Peppe Servillo e Enzo Avitabile sul pianoforte di Mario Tronco c’era una caffettiera: è stato quello il loro modo garbato di dire dell’amico “è qui con noi”.

Poi c’é Lilli Greco nella memoria degli Avion, che viene citato più volte durante la presentazione di Privé “che è il grande occhio che ci guarda” dice ancora Servillo. Produttore, discografico, musicista, scoprì De Gregori, Paolo Conte, e, all’inizio degli anni ’90 diede quella direzione agli Avion Travel che li portò a far nascere il primo vero disco, Bellosguardo.

Questo gruppo che ha attraversato quasi 30 anni sulla scena ha un ottimismo nei confronti di quello che fermenta nella “musica popolare” dove, dicono “c’é una generazione che si muove”. Gli Avion Travel sono un caso abbastanza unico di gruppo musicale: mai sciolti, divisi per una decina di anni per andare a fare tante e diverse esperienze musicali con tanti artisti, generosi nel condividere la propria arte anche con generazioni più giovani, lontanissimi da un certo trombonismo nostalgico  “ah perché i 90” o “come noi allora nessuno oggi”. Gli Avion Travel sono stati in questi anni senza dischi una grande famiglia musicale. In cui ora è entrato un nuovo componente Duilio Gallioto “che veniva ai nostri concerti, conosceva il nostro repertorio”.

Peppe D’Argenzio scherza “in fondo siamo ancora un gruppo di liceali”. E poi rivela di ascoltare i Radiohead “li abbiamo amati tutti ammette” per spiegare la canzone di ingresso al disco “A me gli occhi”. Perché proprio i Radiohead? “In fondo attingono dal progressive, dalla musica degli anni ’70 che è anche la nostra”.

Privé dice Servillo “è un disco pieno di domande, sono canzoni che cercano un’armonia alla possibilità di pacificazione”. Di questi tempi una perla da custodire se si crede che la musica, che nasce dal genio di esseri umani possa essere “senza senso e che il senso lo mettiamo noi”. In Privé io ne ho trovato moltissimo.

 

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