Musica
Agnetha, Björn, e la terribile morte di un amore
Ha cominciato da bambina, ascoltando in piedi il papà, direttore di un supermercato, che sul giradischi ascoltava la musica inglese, francese, scandinava ed italiana che poi sarebbe stata sugli scaffali. Agnetha Faltskög ha poi cantato in un coro della sua città natale, ed al liceo è entrata in un complesso che fa le cover delle grandi voci femminili dell’epoca, da Connie Francis ad Aretha Franklin. Poi l’incontro con un produttore, un contratto come voce solista, ed infine l’amore con il musicista tedesco Dieter Zimmermann, il successo nazionale, e la partecipazione, come Maria Maddalena, a “Jesus Christ Superstar” a Stoccolma.
A 19 anni, Agnetha ha una carriera solida e soddisfacente: “Mi piace lavorare in teatro, sapere quante serate e dove, e non dover viaggiare. Odio viaggiare. Ho il terrore degli aerei e troppa gente mi spaventa e mi soffoca. Negli anni degli ABBA non potevo uscire di casa, la gente mi guardava, mi fermava, mi circondava, era orribile. Il teatro è perfetto”. Ma poi arrivano le liti con Dieter e l’offerta da due amici comuni, Björn Ulvaeus e Benny Andersson, di cantare in studio le loro nuove canzoni.
I due ragazzi registrano in una casupola di 40 metri quadri in mezzo alla foresta, e poi tornano a Stoccolma a cercare un po’ di spazio in un paese chiuso a riccio sul proprio nazionalismo culturale ed un provincialismo esasperato. Vogliono cantare in inglese, mischiano pop, rock e disco, ed amano i cantautori del Mediterraneo e l’opera italiana. Le prove con Agnetha e la sua amica Frida danno risultati insperati, e l’industria svedese li manda a Brighton a partecipare al Gran Prix dell’Eurovisione del 1974. Cantano “Waterloo” e stravincono. A questo punto Agnetha ha 24 anni, è la moglie di Björn ed è la mamma di Linda.
Al contrario di Frida, che lascia i figli dai nonni, Agnetha vuole essere mamma – ed il suo rapporto con il successo è sempre più negativo. Björn racconta: “Ci portavano le date dei concerti del tour e lei piangeva, diceva che non voleva venire, e mi ci volevano giorni per convincerla che si sarebbe divertita. Alla fine, anche se imbottita di tranquillanti, prendeva l’aereo, perché viaggiando con un bus aveva avuto un incidente. Ma questa cosa ha distrutto il nostro matrimonio”.
Arriva un tour in Australia, travolgente, davanti a stadi pieni di gente urlante, folle che stazionano giorno e notte davanti all’albergo. Agnetha è incinta del secondo figlio e non ce la fa più. Dopo il parto entra in depressione ed iniziano i pasticci. La pressione per un nuovo album è immensa, ed i due ragazzi, per cercare spazio per la creatività, vanno per un mese a casa di Paul McCartney nei Caraibi. Quando tornano hanno una ventina di nuove melodie, ancora senza testo. Ma oramai l’inevitabile è accaduto. Agnetha ha incontrato un’altra persona, e quando Björn parte per tornare a casa trova che lei non c’è più.
Un incontro in un bar in una deprimente giornata di neve sferzante, poi l’annuncio del divorzio. Björn e Benny si nascondono nella casupola. La separazione chiesta da Agnetha ha portato Frida, che è la moglie di Benny, a trovare il coraggio di dire che anche lei è stanca di tutto. Ancora un incontro fra tutti e quattro, di cui si dice che sia stato tragico, perché in ballo non c’è solo la fine di due grandi storie d’amore, ma ci sono dei bambini ed una band che è la più famosa al mondo, in quel momento.
Si decide di continuare, riducendo i viaggi e comportandosi civilmente. Agnetha porterà il nuovo compagno in tour. Siamo adulti, si può fare, dice. Björn è distrutto, e la notte, bevendo cognac e provando su una delle melodie scelte per il nuovo album, scrive di getto “The winner takes it all”, che parla senza parafrasi del suo dolore per la separazione. Il giorno dopo, in sala di incisione, dà testo e spartito ad Agnetha, che la deve cantare. Lei legge il foglio e scoppia in lacrime, le prove vengono sospese.
Del resto, maledizione, come le si può chiedere di cantare una frase come: “Dimmi se lui ti bacia, come ti bacio io, e se provi le stesse cose quando grida il tuo nome”? Cosa diavolo credeva quella nostra generazione, che pretendeva di dirsi tutto, senza fare sconti? Chi mai può consolare un dolore così straziante, se non un tempo lunghissimo di silenzio?
Nessuno può capire i sentimenti di un altro, e sinceramente non capisco come sia stato possibile e quali danni irreparabili abbia causato quell’ultimo tour mondiale al cuore di ciascuno. Anche la nuova storia d’amore di Agnetha ne esce in briciole, dopodiché decide di lasciare gli ABBA e, lentamente, si ritira a fare la mamma e null’altro. Adesso, a 70 anni suonati, i quattro ragazzi tornano in studio e registrano un nuovo album. Non è la stessa cosa, ed il tour sarà virtuale, con musicisti nascosti e delle marionette elettroniche che rappresentano il quartetto come era mezzo secolo fa.
Rimane la canzone, bellissima e terribile. Una canzone che la più grande attrice del nostro tempo, Meryl Streep, canta in un modo meraviglioso e straziante, di gran lunga meglio di quei quattro ragazzetti svedesi travolti dal successo e disgregati da un mondo che non erano pronti ad affrontare. E questa è la cosa più importante, la migliore celebrazione di quella che è comunque una grande di storia d’amore e che, come cantava De André, dura solo una notte e poi muore.
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