Musica
21 Graffi si rifugia in un Non-Luogo con “Scusa”: intervista al cantautore
di Alessandra Savino
Con un nome d’arte che lascia il segno, 21 GRAFFI, al secolo Filippo Granatiero, ha iniziato a scrivere le prime canzoni all’età di 21 anni partendo dai graffi che il passato gli aveva lasciato addosso. Cantautore e chitarrista pugliese, ha una firma che è metafora di momenti bui a cui lui è stato per molto tempo abituato e dai quali è riuscito ad uscire solo grazie alla forza della musica. Per Filippo, infatti, il numero 21 corrisponde agli anni in cui la musica ha segnato un grande cambiamento nella sua vita consentendogli di affermarsi nel panorama musicale pugliese come 21 Graffi. Il 14 aprile è uscito il suo nuovo singolo, “Scusa” con un videoclip che richiama all’attenzione uno dei non-luoghi tanto cari ad Augé. In questa intervista il giovane cantautore ripercorre la sua carriera artistica.
Ricordi il giorno in cui hai preso la chitarra per la prima volta fra le mani? Cosa suonasti?
Ho preso la chitarra per la prima volta quando andai a lezione per imparare lo strumento. Frequentavo il primo anno di scuola media. Avevo voglia di apprendere e impegnarmi nella musica partendo dalla base; infatti incominciai a capire e a comprendere gli accordi fino a suonare il primo brano: “A La Nanita Nana”. Fu una bella emozione riuscire a suonare una canzone del genere che a quei tempi rispecchiava il mio mood musicale.
Quale è stato il primo brano che hai scritto, di cosa parlava e cosa ricordi del momento in cui l’hai composto?
Il primo brano che ho scritto si intitola: “ Ci Riuscirai”. La sua nascita è puramente casuale, non voluta e non programmata. In quei periodi non me la passavo bene e ho deciso di scrivere e aprirmi. Tutto poi è venuto naturale dal testo alla melodia. Fu una sensazione molto strana perché quello che avevo scritto era la realtà che a quei tempi mi circondava e che non volevo accettare. Tanto che ero arrivato al punto di non fare sentire a nessuno quel brano, non reputandolo all’altezza. Successivamente poi cambiai idea e decisi di pubblicarlo. Andò molto bene e molte persone ancora oggi si ricordano della mia prima canzone.
Quali sono stati in passato e quali sono oggi i tuoi modelli musicali, gli artisti che ascolti e a cui ti ispiri? E cosa ti piace della loro musica?
Non ho un genere ben preciso. Mi piace ascoltare di tutto. Sento di essere legato ad alcuni artisti come Ultimo, e di genere internazionale Coldplay e One Republic. In Ultimo mi ci rivedo tanto perché cantare di pancia come fa lui a me piace. E’ diretto. Profondo e allo stesso momento vero. Sa emozionare come pochi sanno fare e questo è un grande pregio. Lo ammiro molto.
Qual è secondo te l’aspetto che accomuna tutti i tuoi brani? L’elemento che ritroviamo in ogni canzone di 21 Graffi?
I suoni e le melodie dei One Republic e dei Coldplay sono molto interessanti. In alcuni momenti della giornata ho bisogno di ascoltare la loro musica perché rilassa molto e mette buon umore. Apologize e The Scientist rappresentano tanto per me. Sono canzoni che mi hanno tenuto in piedi in molti momenti difficili. Devo molto a questi due brani.
Qual è secondo te l’aspetto che accomuna tutti i tuoi brani? L’elemento che ritroviamo in ogni canzone di 21 Graffi?
La speranza. Cerco di scrivere raccontando il mio passato difficile dando un messaggio di speranza. Momenti non semplici, particolari e difficoltà sono presenti in tutti i mie brani ma con un unico fine: quello di poter credere di riuscire a superare gli ostacoli. Voglio che chi ascolta i miei brani debba avere questa percezione. Perché in fondo scrivo per questo. Una esigenza ma con un fine. Questo per me significare scrivere.
”Scusa” è il tuo nuovo singolo: cosa c’è di innovativo in questo brano rispetto ai precedenti?
Scusa è un brano diretto scritto con un unico intento cioè quello di chiedere proprio scusa a qualcuno. Ho pensato che fosse l’unico modo per poterlo fare. Rispetto agli altri brani che ho pubblicato in passato questo è quello più vero. Lo sento più di tutti. Ho immaginato quando ho scritto questa canzone di parlare alla persona alla quale volevo chiedere scusa. Un vero e proprio dialogo. Mi sono aperto totalmente e ho cercato di parlare affinchè questo messaggio arrivasse a destinazione. Tengo molto a questo brano perché mi sono liberato di un qualcosa che era dentro di me da troppo tempo.
Nel videoclip di “Scusa” sei in una stazione di servizio a riflettere: quali sono nella realtà di solito i luoghi in cui ti rifugi per pensare e scrivere canzoni?
Ho sempre quasi scritto tutti i mie brani in casa, in cameretta. Non ho un luogo che preferisco per isolarmi da tutto e tutti. Penso che se un brano deve venire alla luce lo può fare dovunque, in qualunque situazione, in qualunque momento. Scusa invece presenta nelle riprese un luogo isolato, lontano da tutti.
I tuoi brani hanno sempre una melodia che rimane impressa nella mente. Quanta importanza dai al testo e quanta alla musica nel momento di composizione? Cosa ti porta via più tempo? Scrivere la musica o scrivere il testo?
In passato mi sono concentrato molto sulla melodia dei brani, dando meno peso alle parole. Con il passare del tempo sento di dare più importanza alle parole. Cerco di essere molto diretto e vero. La melodia ricopre oggi quasi un ruolo secondario; perciò direi che mi è più facile scrivere, mettendoci più tempo per la composizione melodica.
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