Grandi imprese

Moda: 23 aziende italiane tra i primi 100 brand del lusso globale

18 Dicembre 2023
Secondo il”Global Powers of Luxury Good”, l’Italia supera la Francia di 7 aziende, sebbene i transalpini producano un terzo del fatturato complessivo grazie a gruppi commerciali come Lvmh e Chanel. Intanto a Firenze, al museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti, si celebra lo stile italiano di Armani, Prada e Versace

 

Stando a quanto riportato nel report “Global Powers of Luxury Goods” di Deloitte, nel 2023, l’Italia supererebbe la Francia, nel comparto moda, di sette aziende, sebbene, quasi un terzo del fatturato complessivo, sia prodotto in terra transalpina con i grandi gruppi commerciali quali per esempio, Lvmh o Chanel.
Dunque, ecco una nuova puntata del duello infinito tra lo stile italiano ed il lusso francese, sempre più, frutto di una commistione per certi versi ineludibile. Più precisamente, troviamo Lvmh e Kering in testa, con Chanel ed Hermès annoverate tra le prime 8 che guidano l’intera macchina del lusso modaiolo di Francia, con una dimensione media di 16 miliardi di dollari di fatturato. “La parte del leone continuano a farla i grandi gruppi del lusso“, commenta Ida Palombella, global Fashion&Luxury Industry co-leader di Deloitte per l’Italia e il network global, “ma anche le aziende italiane, che per i consumatori, rimangono un sinonimo di eccellenza e di creatività uniche al mondo”.

La prima azienda di moda italiana in classifica è Prada alla posizione numero 18, che si conferma tra le prime 20 proprio come nel 2022. Ancora, al 27° posto il marchio Moncler, e Giorgio Armani che scende alla 30° posizione (due in meno del 2022). Basti pensare che, queste tre realtà commerciali, generano il 35% dei ricavi di matrice italiana nella top 100. Successivamente, troviamo Otb, Max Mara, Zegna, Valentino e Dolce&Gabbana che, insieme al marchio di gioielli Morellato Group, guadagna posizioni rispetto ai 12 mesi precedenti.

In un’ottica di insieme, le 23 aziende italiane hanno incrementato del 19,4% il loro fatturato medio.

Queste aziende sono esempi di prestigio e quest’anno registrano tutte performance positive in termini di vendita, la quasi totalità ha avuto anche una crescita a doppia cifra rispetto all’anno fiscale precedente. Dando uno sguardo al futuro, sicuramente il contesto internazionale economico e geopolitico riserva numerose sfide per le aziende e, come si è visto nel recente passato, i grandi conglomerati del lusso hanno un assetto che si è dimostrato particolarmente resiliente, ma le aziende italiane sono caratterizzate da una grande tradizione, da una forte spinta innovativa e da modelli di business sempre più orientati alla circolarità che le renderà capaci di stare al passo con le grandi trasformazioni dei prossimi anni“, spiega Ida Palombella.

 

E al Museo  della Moda di Palazzo Pitti a Firenze che riapre dopo tre anni, si celebra lo stile italiano di Armani, Prada e Versace

 

Un rinnovato Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti, a Firenze, celebra lo stile italiano di Armani, Prada e Versace, ed in generale, l’epopea del gusto, interpretata nella moda del ‘900. Una esposizione di pezzi dei grandi stilisti italiani e non, è a disposizione del pubblico, dopo l’opera di riallestimento dello stesso complesso museale di Palazzo Pitti, rimasto chiuso per tre anni a seguito della Pandemia da Covid.

Ancora, sarà possibile ammirare, un Mariano Fortuny, kimono realizzato per la divina attrice Eleonora Duse;  la tunica “flapper” di Coco Chanel degli anni ’20, per giungere allo sfarzo reale degli abiti di Emilio Schubert, sarto delle dive negli anni Cinquanta e preferito da Gina Lollobrigida e Sophia Loren.

Non solo, spazio anche alle geometrie pazze indossate da Patty Pravo agli inizi degli anni ’80 a firma di Gianni Versace; o alla guaina minimal e sexy creata da Jean Paul Gaultier per Madonna o al fascino onirico ed eterno degli abiti di Gianfranco Ferrè, per Dior negli anni ’90.

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