Letteratura
Vogliamo un premio letterario per gli editori indipendenti
Anche quest’anno si è concluso il Premio Strega con il consueto seguito di polemiche, dibattiti, articoli al vetriolo e accuse. In questa edizione ha fatto discutere la candidatura di Elena Ferrante anche se la vittoria, come prevedibile, è stata del giovane scrittore barese Nicola Lagioia che aveva esordito nel 2001 con Minimum Fax, stessa casa editrice con cui aveva pubblicato il suo primo libro il vincitore dello scorso anno, Francesco Piccolo, confermando la casa editrice romana come una fucina di talenti letterari. Negli ultimi dieci anni molti dei vincitori dello Strega hanno esordito con case editrice indipendenti: da Sandro Veronesi (Per dove parte questo treno allegro nel 1988 con Theoria) a Niccolò Ammaniti (Branchie nel 1994 con Ediesse, poi ripubblicato da Einaudi), passando per Antonio Pennacchi (Mammut nel 1994 con Donzelli).
Una conferma, se mai ce ne fosse bisogno, dell’importanza degli editori indipendenti nella scoperta dei più validi scrittori italiani. Un ruolo, quello delle piccole-medie case editrici, non sufficientemente promosso e valorizzato. Per questo motivo sarebbe interessante pensare un premio letterario nazionale, sulla falsariga dello Strega, dedicato agli editori indipendenti. Non uno delle centinaia di premi che affollano il panorama editoriale italiano – alcuni seri e ben organizzati, tanti altri improvvisati – ma un premio letterario di riferimento per tutti gli editori indipendenti che in termini di vendite e visibilità riesca a portare dei risultati concreti alle case editrici.
Ci sarebbero alcune criticità da superare: come selezionare gli editori? Quali sono i criteri per cui possiamo definire un editore “indipendente”? La scelta si potrebbe compiere seguendo i parametri definiti dall’AIE per la selezione degli editori alla fiera Più libri più liberi di Roma, un fatturato inferiore ai 18 milioni di euro. Oppure si potrebbero selezionare gli editori in base alle novità pubblicate ogni anno (è indipendente chi non supera le 50 novità annue).
Definiti i criteri di ammissione è necessario selezionare una giuria valida, autorevole e preparata. Si potrebbe affiancare a una giuria di esperti una giuria popolare seguendo un metodo di selezione analogo allo Strega (libri candidati al premio, prima selezione, cinquina finale).
La domanda sorge però spontanea: si sente la necessità di un nuovo premio letterario? Può servire? Un premio letterario dedicato solo agli editori indipendenti con una seria organizzazione alle spalle e un importante lavoro di promozione e diffusione, può essere un’importante occasione per far conoscere all’opinione pubblica e ai lettori il lavoro di tanti editori indipendenti che sono la vera linfa dell’editoria nel nostro paese ma che non hanno le capacità economiche, le possibilità e i contatti per sostenere fino in fondo la candidatura di un proprio libro allo Strega. Oggi più che mai abbiamo bisogno di iniziative forti e capillari per sostenere una vera e propria battaglia culturale a favore della bibliodiversità.
Francesco Giubilei
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