Letteratura
“Un sentimento assordante”
“Sei mai stato geloso?”, chiedo all’amico che incontro quasi ogni mattina al bar.
Lui mi guarda con aria interrogativa.
Poi sorride e mi domanda: “Curiosona! Perché lo vuoi sapere?”
“Non sono curiosa, vorrei solo confrontarmi con te sul tema.”
“Beh”, risponde lui, “diciamo che mi è capitato di essere geloso quando avevo vent’anni!”
“Avevi buone ragioni per esserlo?”
“Si, ottime, ero geloso di una persona che poi, dopo un po’ di tempo che ronzava intorno alla mia ragazza di allora, è riuscito a mettersi con lei.”
“E tu?”
“Io l’ho presa malissimo”
“Questo lo capisco, ma come hai reagito?”
“Preferisco tenerlo per me. Posso solo dirti che non ricordo con orgoglio nessuna delle cose che ho detto o fatto allora.”
“Dopo di che?”
“Dopo di che ho capito che, come per moltissime altre cose, anche per la gelosia le dosi contano: meglio la modica quantità. Ma si può sapere perché il tema ti appassiona tanto stamattina?”
“Poi te lo spiego.”
Lui mi guarda un attimo, beve un sorso di vino, poi dice:
“Sai cos’è la gelosia? La gelosia è un sentimento assordante. Hai mai provato a parlare con una persona mentre ascolta un concerto rock? Magari a due passi dal palco? Con una banda di metallari he urla e suona a tutto spiano?”
“No, ma cosa c’entra con la gelosia?”
“Ecco, la gelosia nei rapporti tra due persone che stanno insieme è come quella band a due passi dalle tue orecchie: assorbe tutto, impedisce ogni altra forma di comunicazione, requisisce tutti gli spazi, ti rende le gambe molli e il fiato corto.”
“Si, ma come si fa a non sentire più quella band?”
“Bisogna saperne stare alla larga. Io l’ho imparato col tempo. Il giorno in cui quel sentimento diventa più forte della nostra volontà di vivere un rapporto con leggerezza, è il giorno in in cui comincia a morire quel rapporto.”
“Addirittura?”
“Certo. Da unione gioiosa e volontaria quella relazione si trasforma in prigione reciproca. E quasi sempre c’è uno dei due che non ci sta a farsi rovinare la vita. Anche perché non tutti sono masochisti e non tutti accettano di dominati o annullati.”
“Stai parlando della gelosia immotivata, vero?”
“Certo. Se la gelosia è motivata, la questione cambia.”
“E quindi?”
“Anche in quel caso, devi reagire. Ma non più su te stessa, ma su di lui.”
“Quindi ho fatto bene stamattina a cacciarlo di casa?”
“Cosa hai fatto?”
“Semplice: ho controllato per caso – non lo faccio quasi mai – il conto corrente che abbiamo in comune e ho visto che aveva pagato un hotel a Firenze.”
“Non è che magari c’era stato per lavoro?”
“Qui viene il bello. La data coincideva con il periodo che lui diceva di aver passato a Roma per un corso aziendale.”
“Non è che ti sei confusa e ricordi male? Magari quel corso era proprio a Firenze?”
“Era quello che speravo. Di essermi confusa, intendo. Invece no, appena gli chiesto spiegazioni ha ammesso…”
“Dì la verità, preferivi non sapere.”
“Certo che sì. Meglio essere gelosa sapendo che é solo un tuo difetto che essere gelosa sapendo che hai in testa un bel paio di cornazzoni!”
Anche se spuntano i cornazzoni, invece di arrabbiarsi, sarebbe più ragionevole chiedersi perché spuntano. Aforisma di Baudelaire: “L’amore nasce da una sentimento nobile: il gusto della prostituzione; ma è molto presto corrotto dal gusto della proprietà”. Si trova in “Il mio cuore messo a nudo” (mon coeur mis à nu).